2^ DOMENICA DI QUARESIMA

25 febbraio 2024

UNA VITA TRASFIGURATA

Ci sembra strano, in Quaresima, salire sul monte della Trasfigurazione.
Gesù, che ci chiama a seguirlo portando la nostra croce, ci vuole con sè nello splendore e nella gioia: ci tratta come tratta i suoi tre amici più cari.
La fede è stare con Gesù nel momento della gioia e nel tempo della fatica e sofferenza.
Gesù trasfigura le nostre giornate, in qualsiasi condizione ci troviamo.
Anche la prova più dura, come quella di Abramo chiamato a riconsegnare il Figlio, diventa via di salvezza.

VENERDI’ 1° MARZO ALLE ORE 21,00
NELLA SALA DELLE OPERE PARROCCHIALI
Incontro con il fondatore dell’Associazione
“La Mongolfiera”
“L’accoglienza della vita nasce dalla gratitudine”
Data l’importanza dell’incontro, l’invito è rivolto a tutti!

In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis

E’ iniziato il percorso di
preparazione al matrimonio
giovedì 29 febbraio alle ore 20,45
presso le Opere Parrocchiali

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Su Nuova Scintilla di questa
settimana invitiamo a leggere:
>  La morte di Navalny
La questione natalità
verso una nuova Romea

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Il Centro Missionario Diocesano
ci invita
all’Adorazione presso le Clarisse
giovedì 7 marzo alle ore 21

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Colletta nazionale a sostegno
degli interventi umanitari
e per i progetti di pace e
di riconciliazione in Terra Santa.
Abbiamo raccolto nella nostra
Unità Pastorale € 448,55.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024

Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà

Cari fratelli e sorelle!
L’esodo dalla schiavitù alla libertà non è un cammino astratto. Affinché
concreta sia anche la nostra Quaresima, il primo passo è voler vedere
la realtà. Quando nel roveto ardente il Signore attirò Mosè e gli parlò,
subito si rivelò come un Dio che vede e soprattutto ascolta: «Ho osservato
la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa
dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo
dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso
una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele
» (Es 3,7-8). Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva
al cielo. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove?
Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternità
che originariamente ci lega.
Nel mio viaggio a Lampedusa, alla globalizzazione dell’indifferenza ho
opposto due domande, che si fanno sempre più attuali: «Dove
sei?» (Gen 3,9) e «Dov’è tuo fratello?» (Gen 4,9). Il cammino quaresimale
sarà concreto se, riascoltandole, confesseremo che ancora oggi
siamo sotto il dominio del Faraone. È un dominio che ci rende esausti
e insensibili. È un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro.
La terra, l’aria e l’acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono
contaminate. Infatti, sebbene col battesimo la nostra liberazione
sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. È
come un’attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito
della libertà. (continua)

Ascoltatelo!

L’episodio della trasfigurazione ha lo scopo di sostenere la fede dei discepoli che non riescono ad accettare il cammino di Gesù verso la passione, e offre allo stesso tempo una anticipazione della gloria della risurrezione. Nel momento centrale della trasfigurazione una voce dal cielo, come nel racconto del battesimo, rivela l’identità di Gesù e invita i discepoli a fidarsi di lui: Ascoltatelo! Nella visione intervengono anche Elia e Mosè, simboli della «profezia e della legge», e quando la luce scompare rimane solo Gesù. Sta proprio qui la novità da capire: Gesù è l’unico che conta, il passato (= la legge e i profeti) è alle spalle, il presente e il futuro appartengono solo a Gesù. Ormai bisogna ascoltare lui, fidarsi e affidarsi alla sua parola. Solo da Gesù viene la salvezza come proclamerà Pietro davanti al sinedrio: In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati (At 4,12).
Quando i discepoli discendono a valle, Gesù ordina loro di tacere e mantenere questo silenzio fino al momento della risurrezione. L’imposizione del silenzio ricorda l’analoga consegna di Gesù alle persone che vengono da lui guarite. Come i miracoli anche la trasfigurazione rimane un «segno» che può essere capito solo alla luce della Pasqua.
La trasfigurazione ha sullo sfondo la croce: questo è stato il progetto di Dio per Gesù ed è anche il progetto di Dio per noi. Senza croce e senza affrontare la vita in modo che diventi obbedienza a Dio non ci sarà per noi trasfigurazione e risurrezione. Infine, la trasfigurazione avviene in un luogo appartato, su un alto monte: Dio non si sperimenta nell’attivismo di ogni giorno ma nel silenzio. Bisogna conquistare spazi di silenzio per entrare in noi stessi e ascoltare il Signore che parla. La Quaresima che stiamo vivendo è il tempo favorevole per fare questo.

d.G.