4^ DOMENICA DI QUARESIMA

10 marzo 2024

SALVATI, PER GRAZIA

Un invito di gioia nel mezzo della Quaresima: Laetare-Rallegrati.
Nel nostro mondo trafitto da tanti mali, Gesù dice a Nicodemo che il Padre lo ha mandato non per condannare il mondo ma per salvarlo.
Dietro a Lui, il nostro è un cammino verso la vita e la gioia.
Gesù ci accoglie, di notte e di giorno, come Nicodemo in ricerca, e ci rilancia.
Egli è ‘il serpente innalzato che salva il mondo’.
Gesù ci conduce a vivere una fede certa, una speranza attiva, una carità attenta.

VENERDI’ 15 MARZO ALLE ORE 21
presso la sala delle Opere parrocchiali

Padre Tiboni

Intrverrà il Dott. Filippo Ciantia autore di un libro sulla vita del
missionario comboniano in Sud Sudan e Uganda

L’aborto francese

Sulla torre Eiffel a Parigi
campeggia la scritta:
Mon corps, mon choix
(mio è il corpo, mia la scelta)
= inno esasperato all’egoismo.
Grazie Signore
per le nostre mamme,
grazie per tutte le donne
che amano e rispettano la vita|

In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis

Giovedì 14 marzo alle ore 20,45
presso la Chiesa delle Clarisse
veglia di preghiera per i missionari
martiri, guidata dalla Comunità
Missionaria di Villaregia.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCOPER LA QUARESIMA 2024

Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà

Cari fratelli e sorelle!
Questo comporta una lotta: ce lo raccontano chiaramente il libro
dell’Esodo e le tentazioni di Gesù nel deserto. Alla voce di Dio, che dice:
«Tu sei il Figlio mio, l’amato» (Mc 1,11) e «Non avrai altri dèi di
fronte a me» (Es 20,3), si oppongono infatti le menzogne del nemico.
Più temibili del Faraone sono gli idoli: potremmo considerarli come la
sua voce in noi. Potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio
su tutti: ogni essere umano avverte la seduzione di questa menzogna
dentro di sé. È una vecchia strada. Possiamo attaccarci così al denaro,
a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione,
persino ad alcune persone. Invece di muoverci, ci paralizzeranno.
Invece di farci incontrare, ci contrapporranno. Esiste però una
nuova umanità, il popolo dei piccoli e degli umili che non hanno ceduto
al fascino della menzogna. Mentre gli idoli rendono muti, ciechi, sordi,
immobili quelli che li servono (cfr Sal 114,4), i poveri di spirito sono
subito aperti e pronti: una silenziosa forza di bene che cura e sostiene
il mondo.
È tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi. Fermarsi in
preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano,
in presenza del fratello ferito. L’amore di Dio e del prossimo è un
unico amore. Non avere altri dèi è fermarsi alla presenza di Dio, presso
la carne del prossimo. Per questo preghiera, elemosina e digiuno
non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura,
di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti
che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà.
Rallentare e sostare, dunque. La dimensione contemplativa
della vita, che la Quaresima ci farà così ritrovare, mobiliterà nuove energie.
Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli
altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne
e compagni di viaggio. È questo il sogno di Dio, la terra promessa
verso cui tendiamo, quando usciamo dalla schiavitù. (continua)

Chi crede in Gesù ha la vita eterna

Il vangelo di questa domenica presenta uno stralcio del dialogo notturno di Gesù con Nicodemo. Al vecchio maestro di Israele che voleva sapere come si fa a rinascere per entrare nel regno di Dio, Gesù rispose: Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Il serpente innalzato da Mosè nel deserto è simbolo di Gesù innalzato sulla croce. Con questa immagine il quarto evangelista sviluppa uno dei motivi più affascinanti di tutto il vangelo: la morte di Gesù non è il luogo del «buio», ma il momento in cui si manifesta la «luce» che dà vita all’uomo. Leggendo la morte in croce nell’ottica della risurrezione, l’evangelista vede in essa il momento della manifestazione della gloria di Gesù, la croce è il trono dal quale Gesù regna. Gesù crocifisso diventa la sorgente da cui zampilla la vita per tutti coloro che credono il lui.
Come l’israelita guardando al serpente innalzato da Mosè nel deserto otteneva salvezza, così la morte di Gesù in croce diventa fonte di salvezza per chiunque riconosce in essa la rivelazione suprema dell’amore di Dio per l’uomo; un Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Di fronte alla grandezza di questa rivelazione, l’uomo è chiamato alla fede.  Questo è il forte e urgente appello di questa pagina evangelica: accogliere con fede Gesù, affidarsi a lui e seguire il suo insegnamento per entrare nella vita. Per il Quarto evangelista il giudizio finale non sarà altro che la constatazione della situazione originata dall’uomo stesso, dalla sua decisione di accogliere o meno l’offerta della vita che Dio ha fatto per mezzo di Gesù Cristo. Di fronte alla rivelazione di Gesù («la luce è venuta»), gli uomini si trovano nell’alternativa di accoglierla («seguire la luce») o di rifiutarla («preferire le tenebre»). È vero che spesso l’uomo preferisce rimanere nelle tenebre perché le sue opere non vengano riprovate, ma la luce è sempre lì che splende nelle tenebre come offerta di vita.

d.G.