XVI^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XVI^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

21 Luglio 2024

Venite in disparte e riposatevi

Venite in disparte, in un luogo deserto, e riposatevi un po’. Gesù rivolge questo invito agli apostoli che hanno concluso la loro missione e li invita a riposarsi un po’, facendo loro capire che la missione non comporta solo il servizio al prossimo, ma richiede anche momenti di pausa e di dialogo con Dio nella preghiera. Quanto Gesù dice agli apostoli vale anche oggi. Spesso sono «le tante cose da fare» che mandano avanti la vita dell’uomo, e quando ciò viene meno – per l’età o per la salute – si va in crisi, ci si sente inutili. Proprio per evitare questo rischio è necessario imparare a fermarsi, rientrare dentro di sé per ritrovare sé stessi; per non dimenticare chi o che cosa guida veramente la propria vita, quale è la mèta verso cui si è diretti, quale è il cammino che si sta percorrendo. Isolarsi un poco dal mondo in cui si vive, per poi tornarci in modo più profondo e autentico; riscoprire la propria anima, per continuare a essere l’anima del mondo.
Il silenzio interiore, consente di ripensare alle scelte fatte, dà la carica giusta, aiuta a motivare meglio l’azione, a maturare scelte più impegnative. Il fermarsi a riflettere per ricuperare sé stessi aiuta a ritrovare il gusto delle cose semplici, fa trovare il coraggio di liberarsi da schiavitù inutili, fa capire che è più importante preoccuparci della qualità della nostra azione che non del numero delle iniziative che riusciamo a mandare avanti.
La folla, però, fa saltare i piani di Gesù, e impedisce a lui e agli apostoli di starsene nel silenzio. Gesù, tuttavia, non si arrabbia, anzi si commuove e si mette subito al servizio della gente. Seguire Gesù non significa fuggire il mondo, non significa chiudere gli occhi di fronte a ciò che vi succede. Seguire Gesù significa essere attenti, sensibili, interessati; significa farsi voce davanti a Dio per tutti coloro che cercano una guida nella vita, ma che spesso trovano solo cattivi maestri.

CA’ CAPPELLINO – MEA
da domenica 21 luglio
fino a domenica 18 agosto
verrà sospesa la celebrazione della
S. Messa nelle frazioni di Mea
e Ca’ Cappellino.
A San Bartolomeo l’orario delle
Messe resta invariato:
Sabato Messa festiva anticipata
alle ore 18,00
Domenica alle 8,30 – 10,30 – 18,00

MONASTERO CUORE
IMMACOLATO di MARIA

I Giovedì di santa Chiara
anno 2024

la preghiera in Santa Chiara
25 Luglio
Preghiera di lode
in Chiara e Francesco

1 Agosto
Va’, ripara la mia casa…
8 Agosto
Poni la tua mente nello
specchio dell’eternità


XV^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XV^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

14 LUGLIO 2024

CHIAMATA ALLA MISSIONE

Chi di noi vive con la coscienza di un compito che ci è stato affidato, di una missione in cui siamo stati inviati? Quando vediamo giovani dispersi e situazioni difficili, diciamo: “Ci vorrebbero più sacerdoti”. Perché non domandare che i ‘semplici cristiani’ si rendano conto della bellezza e verità della fede e la propongano al mondo? Liberi da tutto e da tutti, avendo in cuore il Vangelo, camminiamo sulle strade del mondo in compagnia di tanti fratelli. Il profeta Amos era mandriano e agricoltore, gli apostoli erano pescatori o operai.

da “Nuova Scintilla”
* Settimana sociale dei cattolici – Trieste v. pag. 4 e pag. 12 e 13
* La libertà dei martiri v. pag. 10
* Comunità Missionaria di Villaregia: inizia l’Assemblea generale straordinaria. v. pag. 11
* Oratorio San Giusto – Porto Viro: Estate ragazzi: “come se vedesse l’invisibile”. Visita del Vescovo. v. pag. 17

CA’ CAPPELLINO – MEA
da domenica 21 luglio
fino a domenica 18 agosto
verrà sospesa la celebrazione della
S. Messa nelle frazioni di Mea
e Ca’ Cappellino.
A San Bartolomeo l’orario delle
Messe resta invariato:
Sabato Messa festiva anticipata
alle ore 18,00
Domenica alle 8,30 – 10,30 – 18,00

MONASTERO CUORE
IMMACOLATO di MARIA

I Giovedì di santa Chiara
anno 2024

la preghiers in Santa Chiara

11 Luglio
Chiara e il Crocefisso
18 Luglio
Come Chiara pregava
25 Luglio
Preghiera di lode
in Chiara e Francesco

1 Agosto
Va’, ripara la mia casa…
8 Agosto
Poni la tua mente nello
specchio dell’eternità

Giornata Mondiale dei Nonni
e degli Anziani

domenica 28 luglio

Cari fratelli e sorelle!
Dio non abbandona i suoi figli,
mai. Nemmeno quando l’età avanza
e le forze declinano, quando i
capelli imbiancano e il ruolo sociale
viene meno, quando la vita diventa
meno produttiva e rischia di
sembrare inutile. Egli non guarda
le apparenze (cfr 1 Sam 16,7) e
non disdegna di scegliere coloro
che a molti appaiono irrilevanti.
Non scarta alcuna pietra, anzi, le
più “vecchie” sono la base sicura
sulla quale le pietre “nuove” possono
appoggiarsi per costruire
tutte insieme l’edificio spirituale
(cfr 1 Pt 2,5)…
Dal Messaggio del Santo Padre

Li mandò due a due

Gesù manda i Dodici in missione, il compito che viene loro affidato è annunciare il vangelo e vincere le forze del male. Sono mandati a tradurre in realtà gli insegnamenti che hanno ricevuto dal Maestro. Sono mandati due a due per dare più valore alla loro testimonianza di fronte alla gente. Prima di inviarli, Gesù li istruisce sul modo in cui dovranno svolgere la loro missione. Li esorta a uno stile di vita povero per far risaltare che la vera ricchezza è Lui e la sua Parola, per mostrare piena fiducia in Lui che li ha chiamati e mandati, e che provvederà al loro sostentamento. Inoltre, il Maestro chiede loro di non imporre il proprio insegnamento, ma di lasciare a ciascuno la libertà e la responsabilità di accoglierlo o rifiutarlo.
Le parole di Gesù valgono ancora oggi! Spesso siamo portati a credere che la chiesa, la parrocchia, le attività caritative dipendano dalle capacità umane dei sacerdoti, dei religiosi e dei laici impegnati, questo è vero solo in parte. L’invio degli apostoli e la storia della chiesa dicono qualcosa di diverso: i primi partirono quasi allo sbaraglio, la seconda è stata forte e fiorente proprio nei periodi di povertà e persecuzione: questi fatti indicano che l’essenziale non è l’abilità degli uomini, ma l’azione dello Spirito di Dio. Anche oggi la Chiesa ha poche possibilità di essere accettata quando si presenta con apparati di grandiosità e potenza umana: l’uomo contemporaneo vuole ancora dei testimoni capaci di dare valore al loro annuncio con i segni della fede, cioè con il loro affidarsi al Dio che annunciano.
I Dodici sono anche incaricati di cacciare i demoni. Oggi questo incarico può essere inteso come invito a portare speranza nel mondo in cui viviamo con uno stile di vita più cristiano. Anzitutto con una vita più sobria ed essenziale, con cui cacciare i «demoni» di una ricchezza fine a sé stessa, di un possesso che non conosce limiti, di una autosufficienza che separa da Dio e dagli altri. Quello che abbiamo siamo chiamati a condividerlo con gli altri in spirito di fraternità. Il cristiano è chiamato a cacciare i «demoni» dell’egoismo e dell’efficientismo che spesso portano a chiudersi in sé stessi e a rapportarsi agli altri solo quando ci servono o ci possono essere utili.

d.G.


XIV^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XIV^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

7 luglio 2024

GESU’: IL VANGELO VIVO

Nel Vangelo scopriamo ogni giorno Gesù, anche in paragone con quelli che lo accolgono e la riconoscono e con quelli che non lo accettano e lo respingono. Il Vangelo va conosciuto non solo come libro che narra la storia di Gesù; quando Gesù diventa una ‘Presenza riconosciuta e amata’, allora ci fa vivere e sperare. Scopriamo il Vangelo nella vita di tante persone, santi e cristiani di ieri e di oggi. Domandiamo la grazia di non rimanere vittime di tutte le informazioni che appesantiscono il nostro cuore e uccidono la speranza. Ricerchiamo il Vangelo vivo.

La tua firma diventerà migliaia di gesti d’amore
Sostenere l’8×1000
alla
Chiesa Cattolica

CA’ CAPPELLINO – MEA
da domenica 21 luglio
fino a domenica 18 agosto
verrà sospesa la celebrazione della
S. Messa nelle frazioni di Mea
e Ca’ Cappellino.
A San Bartolomeo l’orario delle
Messe resta invariato:
Sabato Messa festiva anticipata
alle ore 18,00
Domenica alle 8,30 – 10,30 – 18,00

MONASTERO CUORE
IMMACOLATO di MARIA

I Giovedì di santa Chiara
anno 2024

la preghiers in Santa Chiara

11 Luglio
Chiara e il Crocefisso
18 Luglio
Come Chiara pregava
25 Luglio
Preghiera di lode
in Chiara e Francesco

1 Agosto
Va’, ripara la mia casa…
8 Agosto
Poni la tua mente nello
specchio dell’eternità

Giornata Mondiale dei Nonni
e degli Anziani

domenica 28 luglio

Cari fratelli e sorelle!
Dio non abbandona i suoi figli,
mai. Nemmeno quando l’età avanza
e le forze declinano, quando i
capelli imbiancano e il ruolo sociale
viene meno, quando la vita diventa
meno produttiva e rischia di
sembrare inutile. Egli non guarda
le apparenze (cfr 1 Sam 16,7) e
non disdegna di scegliere coloro
che a molti appaiono irrilevanti.
Non scarta alcuna pietra, anzi, le
più “vecchie” sono la base sicura
sulla quale le pietre “nuove” possono
appoggiarsi per costruire
tutte insieme l’edificio spirituale
(cfr 1 Pt 2,5)…
Dal Messaggio del Santo Padre

Disprezzato nella sua patria

Il Vangelo di oggi è chiuso tra due parentesi di stupore. Inizia con la sorpresa della gente di Nazaret: Da dove viene a Gesù tutta questa sapienza e questi prodigi? E termina con la meraviglia di Gesù: E si meravigliava della loro incredulità. La gente passa in fretta dalla fascinazione alla diffidenza e al rifiuto. Gesù è a Nazareth tra i suoi compaesani, di sabato si reca nella sinagoga e comincia a insegnare. Annuncia che il Regno di Dio è presente e che tutti possono farne parte. I suoi compaesani reagiscono in modo positivo: riconoscono che Gesù parla con sapienza, riconoscono che le sue mani compiono prodigi, riconoscono che le sue parole e azioni non sono semplicemente umane, ma gli sono state date da qualcun altro, da Dio. Di qui la conclusione: Dio agisce attraverso Gesù, attraverso il carpentiere, il figlio di Maria. Ma, a questo punto, lo stupore positivo diventa scandalo ed essi rifiutano di riconoscere in Gesù il Messia: Ed era per loro motivo di scandalo.
Questo episodio negativo contiene anche un messaggio positivo: la verità dell’incarnazione. Il Figlio di Dio si è fatto veramente uomo, ha condiviso la vita degli uomini: apparteneva a una famiglia, svolgeva un lavoro, aveva dei parenti. Gesù ha assunto la condizione umana in tutto, e proprio per questo viene rifiutato da chi conosceva bene l’umiltà delle sue origini e l’ordinarietà della sua vita, per considerarlo anche solo un profeta, se non il Messia. Il profeta è sempre un personaggio scomodo proprio perché precorre i tempi, porta un nuovo progetto di vita che preso sul serio mette in crisi false sicurezze, scomoda troppo. Provoca dunque facilmente il rifiuto: rifiuto del messaggio e del messaggero. È la storia di sempre che si è attuata anche con Gesù.
La reazione di Gesù al rifiuto dei compaesani non si esprime però con una reazione dura, con recriminazioni o condanne. Come non si esalta per i successi, così Gesù non si deprime mai per un fallimento. A conclusione del brano, l’evangelista annota che Gesù non poté operare nessun prodigio, ma subito si corregge: solo impose le mani a pochi malati e li guarì. Il Dio rifiutato si fa ancora guarigione, anche di pochi, anche di uno solo. L’amante respinto continua ad amare anche pochi, anche uno solo. L’amore non è stanco, è solo stupito. Così è il nostro Dio: non nutre mai rancori, continua ad amare anche se rifiutato.

d.G.


XIII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XIII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

30 giugno 2024

GESU’ IN MEZZO A NOI

Ci è caro questo Vangelo, con Gesù tirato qua e là dalla gente, toccato e quasi strattonato, e poi chiamato in una casa a salvare una ragazzina…
E’ un’immagine vera e concreta della fede: Gesù in mezzo a noi, una presenza che ci accompagna a vivere ogni giorno. Impariamo a riconoscerlo, pas-sando attraverso i sacramenti, la parola, l’eucaristia. Lui ci chiama a collaborare con la sua azione, come fa con Pietro Giacomo e Giovanni. La salvezza inizia già dal riconoscerlo e dalla nostra unità con Lui.

Domenica 30 giugno 2024

Giornata per la Carità
del Papa

Aiutiamo il Papa ad aiutare in
ogni momento con un piccolo
gesto.

Martedì 2 luglio
convocazione
Consiglio Pastorale
alle ore 18.30 dopo la Messa.
Ordine de giorno:
* festa di San Bartolomeo e
* breve introduzione alla festa
della Patrona di ottobre.

MONASTERO CUORE IMMACOLATO di MARIA
I Giovedì di santa Chiara dell’anno 2024

1° Giovedì di santa Chiara
4 Luglio alle ore 21
Vita di S. Chiara
alternando brani letti e musicali
con la Banda Musicale Cittadina

Altri appuntamenti nei Giovedì

11 Luglio
Chiara e il Crocefisso
18 Luglio
Come Chiara pregava
25 Luglio
Preghiera di lode in Chiara e Francesco
1 Agosto
Va’, ripara la mia casa…
8 Agosto
Poni la tua mente nello specchio dell’eternità

Gesù ci prende per mano e ci dice: alzati! 


Il vangelo presenta due miracoli: la risurrezione di una ragazzina e la guarigione di una donna. Non è la loro straordinarietà che deve attirare l’attenzione, ma «chi» essi vogliono rivelare e «che cosa» essi vogliono indicare. Essi manifestano la fragilità della condizione umana soggetta alle malattie e alla inesorabilità della morte e, allo stesso tempo, parlano della potenza di Dio posta in Gesù a servizio della liberazione e guarigione dell’uomo. Lo scopo dei miracoli è svelare «chi» si nasconde dietro la persona che li compie.
Gesù cammina verso la casa di Giairo dove la figlia di dodici anni è agli estremi, cammina accanto al dolore del padre. Ed ecco una donna si avvicina a Gesù e sceglie come strumento di guarigione un gesto commovente: un tocco della mano. L’emorroissa scardina la regola che gli imponeva di non avvicinarsi e toccare nessuno con il gesto più tenero e umano per dire: ci sono anch’io! Gesù approva il gesto trasgressivo della donna e le rivolge parole che valgono anche per ciascuno di noi: Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male. Gesù le dona non solo guarigione fisica ma anche salvezza e la tenerezza di sentirsi amata. Mentre stanno per giungere alla casa del capo della sinagoga, vengono a riferire che la ragazzina è morta. Gesù invita però Giairo ad aver fede, e alla gente che piangeva dice: Perché piangete? Questa ragazzina non è morta, ma dorme. Lo deridono con la stessa derisione con cui talvolta dicono anche a noi: Tu credi nella vita dopo la morte? Sei un illuso: Finito io, finito tutto. E Gesù a ripetere: Tu abbi fede, Dio è il Dio dei vivi e non dei morti. Gesù caccia fuori tutti, prende per mano la ragazza e le dice: Talità kum, ragazzina alzati! E la ragazzina si alza e si mette a camminare.
Chi è dunque Gesù? È colui che intreccia la sua vita con la nostra vita, il suo respiro con il nostro, le sue forze con le nostre. È una mano che ci prende per mano. A ciascuno di noi qualunque siano i problemi, le sofferenze o il dolore che portiamo dentro, Gesù rivolge quelle stesse antiche parole: Talità kum, cioè alzati, riprendi la forza, la lotta, la vita, torna a ricevere e a restituire amore.

d.G.


XII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

23 giugno 2024

UN MARE GRANDE

Sullo sfondo del libro di Giobbe vediamo la grande opera della Creazione, che nel tempo dell’estate abbiamo più occasione di scoprire e contemplare. Percorriamo il mare della vita, con i problemi e le fatiche personali, con la gioia dell’amicizia e il conforto della fede. In un mondo complesso e difficile, sappiamo che Gesù ci accompagna nella traversata della vita. Egli si rende concreto nella compagnia della Chiesa, che è sempre da ricercare e costruire attraverso le amicizie cristiane. Il senso della Provvidenza ci sostenga in ogni occasione.

Martedì 25 giugno
Ore 21 Santa Messa solenne
presieduta dal nostro
Vescovo Giampaolo
in Santuario, nel giorno della
Madonna della Navicella

Pranzo comunitario
Domenica 30 giugno
la Pro Loco di Contarina,
la cui sede si trova nei locali della
Parrocchia di Ca’Cappellino,
propone ai parrocchiani della frazione
e alle persone dell’Unità parrocchiale
che lo desiderano,
un pranzo comunitario.
Ottima occasione, da non perdere!!!
E’ necessario iscriversi

San Luigi Gonzaga (21 giugno)
I Santi pensano prima di tutto ad amare!

“È pazzo! È pazzo!” gridava l’inserviente del piccolo ospedaletto. Vedeva quel giovane minuto, Luigi Gonzaga, con la sua tonaca nera, mentre trasportava in braccio un povero appestato. “Se la prenderà pure lui quella malattia!” continuava a gridare. Si affacciò un vecchio gesuita che stava amministrando sacramenti ai moribondi. Fece tacere l’inserviente dicendogli: “Amico mio sai cos’è la santità? Ecco cos’è. Ce l’hai davanti ai tuoi occhi” disse indicando Luigi. “La santità è anche sapersi sporcare le mani quando c’è bisogno. La santità è saper morire per qualcuno che non vale nulla agli occhi del mondo. Ma per un puro di cuore, come quel ragazzo, quel povero appestato è come il Sacramento. Non lo vedi come se l’abbraccia?”. “Ma si ammalerà anche lui così?” disse quasi piagnucolando l’inserviente. “Che ci vuoi fare, i santi sono così, non hanno misura, non si sanno regolare perché pensano prima di tutto ad amare” rispose il vecchio gesuita sorridendo. “Che spreco, il figlio primogenito dei Gonzaga ridotto a far questo” proseguì l’inserviente. “Non bestemmiare” gli intimò il vecchio gesuita, “quel ragazzo vede più lontano di tutti. È più ambizioso di tutti. Ha capito fino in fondo quello che ci ha insegnato Nostro Signore: ‘Chi vuole essere il primo si faccia servo di tutti’. I Gonzaga con il tempo se li dimenticheranno tutti. Que-sto ragazzo no, perché si è scelta la parte migliore che non gli sarà tolta.

Signore salvaci!

Il vangelo presenta il miracolo della tempesta sedata che, nel vangelo di Marco, da’ inizio a una serie di azioni prodigiose che hanno lo scopo di sottolineare la potenza di Gesù che domina le forze del male nell’uomo e nella natura. Colpisce in questa pagina evangelica il fatto che, nel bel mezzo di una tempesta, Gesù dorma tranquillo nella barca. Questa presentazione di Gesù è immagine e simbolo di un’esperienza che non raramente si prova nella vita: di fronte alla malattia, al dolore, alla sofferenza, ai problemi di ogni giorno ci sta il «silenzio di Dio», abbiamo quasi l’impressione che Dio dorma, che non ci sia. È lo scandalo che sta sempre in agguato nella vita di ogni uomo. Gesù, come per i discepoli, fa appello alla nostra fede: dobbiamo prendere atto che Dio, anche quando sembra dormire, è lì con noi; che egli, anche se sembra tacere, ha parlato e vuole ancora parlarci. Ogni situazione di male, di dolore, di prova è sempre ambivalente: è aperta a una straordinaria purificazione e rafforzamento della fede, ma è anche aperta alla disperazione, alla maledizione o all’indifferenza. Il grande comandamento, dopo averci detto di amare Dio con tutto il cuore, ci esorta anche ad amarci gli uni gli altri come fratelli. Se la comunità cristiana saprà vivere la propria fede in un clima di amore e sostegno reciproco, le persone che stanno attraversando momenti difficili, anche grazie alla nostra vicinanza e al nostro sostegno, saranno aiutate a essere più certe dell’amore di Dio e della sua costante presenza nel cammino della vita.
Fin dai tempi più antichi, la barca sul mare in tempesta è stata vista come una immagine della chiesa nel mondo, assalita dalle persecuzioni e sconvolta da dubbi, ma protetta dal suo Signore che può salvarla da tutti i pericoli. La comunità cristiana non è abbandonata a sé stessa e non ha motivo di lasciarsi andare alla poca fede, perché il Signore è sempre al fianco dei suoi e, dietro loro richiesta, li aiuterà a uscire dalle difficoltà. Ai discepoli di ogni luogo e tempo, questo brano evangelico dice che la vita cristiana non è una crociera in un mare piatto e tranquillo, le difficoltà e le burrasche fanno parte della vita e quando sopraggiungono non bisogna avere paura ma confidare nel Signore, e avere la certezza che egli è presente e pronto ad aiutare.

d.G.


XI^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XI^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

16 giugno 2024

IL SEME CHE CRESCE

Questo Vangelo ci sorprende, perché dice una verità alla quale non badiamo: l’opera che Dio svolge nel mondo. E’ la vita nostra e degli altri, è il Battesimo e la vita della Chiesa: un gran campo, con tante piante che crescono, a nostra disposizione. Prima di domandarci che cosa possiamo fare noi, impariamo a riconoscere quello che Dio realizza, nella natura, nelle persone, nei santi e in tanti che fanno del bene. Siamo collaboratori dell’opera di Dio senza ostacolarla o sostituirla con le nostre invenzioni.

Pranzo comunitario
Domenica 30 giugno
la Pro Loco di Contarina,
la cui sede si trova nei locali della
Parrocchia di Ca’Cappellino,
propone ai parrocchiani della frazione
e alle persone dell’Unità parrocchiale
che lo desiderano,
un pranzo comunitario.
Ottima occasione, da non perdere!!!
E’ necessario iscriversi

La Confraternita della SS.ma
Trinità di Loreo
ospita
dal 16 al 23 giugno
l’icona di
Maria Madre della
Speranza e delle Confraternite.
Giovedì 20 giugno
le parrocchie del Vicariato
di Loreo sono invitate
alle ore 21,00
per la Messa per le vocazioni

Il regno di Dio è come un seme

Il vangelo presenta la parabola del seme che cresce da solo e la parabola del granello di senape. La prima parabola pone l’accento sul contrasto tra l’inerzia del contadino e il misterioso germogliare del seme. Il seme germoglia e cresce grazie all’azione misteriosa di Dio, così anche il Regno annunciato da Gesù cresce grazie all’azione incessante e misteriosa di Dio. Avviato il cammino del Regno con l’annuncio, esso giungerà sicuramente a compimento per la forza di Dio che lo sostiene. La parabola, tuttavia, non è un invito al quietismo o alla pigrizia, ma un invito alla speranza che si fonda sulla promessa di Dio. Se il seme è gettato, il raccolto è garantito. Il regno di Dio non è una realtà da «forzare», come facevano gli zeloti al tempo di Gesù o come sono tentati di fare i tanti malati di attivismo e/o protagonismo di ogni tempo. Il regno di Dio non è questione di organizzazione e neppure di efficienza, ma semplicemente di accoglienza.
Nella parabola del granello di senape l’aspetto su cui verte la comparazione è il rapporto tra la piccolezza iniziale del seme e la grandezza finale della pianta, rapporto che è, al tempo stesso, di assoluto contrasto e indissolubile continuità. Non è il confronto statico tra la piccolezza di una cosa e la grandezza di un’altra, ma fra la piccolezza e la grandezza della medesima cosa nel momento iniziale e nel momento finale del suo divenire. Il grande arbusto viene fuori dal piccolo seme; il piccolo seme si trasforma in un grande arbusto. Con questa parabola Gesù vuol comunicare la certezza che negli umili inizi si può già scorgere e intravedere il Regno di Dio che viene.
Entrambe le parabole sono un invito alla pazienza e all’attesa fiduciosa. Il seme del vangelo deve germogliare e crescere anche in ciascuno di noi, quindi pazienza anche con noi stessi. Diventare dei buoni cristiani è impegnativo. Ci saranno progressi seguiti talvolta da cedimenti e cadute ma non bisogna perdersi d’animo. Dio non abbandona mai e premia sempre la buona volontà: «Là dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia» (cfr. Rm 5,20).

d.G.

PELLEGRINAGGIO MACERATA-LORETO

Il pellegrinaggio come metafora della vita.
Oltre sessantamila persone in cammino

Assieme ad un bel gruppo di persone della diocesi di Chioggia ho partecipato al 46° Pellegrinaggio Macerata-Loreto. Nella notte tra sabato 8 e domenica 9 giugno durante il pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto ho pregato per la nostra diocesi e l’ho affidata alla Madonna di Loreto. Abbiamo camminato assieme a 60.000 persone (adulti, ragazzi ed anziani) per tutta la notte. Ho partecipato altre volte a questo pellegrinaggio e mi colpisce sempre questo popolo che si muove in preghiera verso l’unica meta che dona sollievo al cuore: l’affetto della Madonna che si prende cura di noi. La fatica è niente rispetto alle grazie che si ottengono da Lei. Prima di partire, sabato sera, abbiamo celebrato la messa, presieduta dal Vescovo Rino Fisichella insieme con altri vescovi e sacerdoti e durante il cammino abbiamo pregato i quattro rosari, fatto l’adorazione eucaristica, il rinnovo delle promesse battesimali, l’accensione delle fiaccole, insieme con tanti canti e testimonianze… una fatica che è stata ben sostenuta ed accompagnata: 28 km di cammino senza neanche sentirli! Partiti verso le 22 da Macerata, siamo arrivati verso le 7 a Loreto. Ad ogni passo una preghiera. Questo mi educa perché è proprio vero che il pellegrinaggio è una metafora della vita. Camminando avevo nel cuore la pace per il mondo, il bene della mia famiglia, il bene della nostra diocesi e di tutta la Chiesa. L’unità della Chiesa, non per un dovere ma per Amore verso Colui che


X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Domenica X del tempo ordinario

9 giugno 2024

Chiunque fa la volontà di Dio, questi è per me fratello, sorella e madre

Il vangelo presenta tre momenti: nel primo i parenti di Gesù vogliono condurlo a una vita più «normale»; il secondo riferisce le calunnie degli scribi contro Gesù; il terzo indica chi sono i veri parenti di Gesù. Il giudizio della gente su Gesù: È fuori di sé, è motivato dal suo modo di comportarsi che esce dagli schemi comuni. I parenti temono che questo modo di fare di Gesù comprometta il buon nome del clan familiare, per questo decidono di intervenire e portarlo via. Se i parenti cercano di neutralizzare l’azione di Gesù in nome della normalità, gli scribi, più raffinati, lo accusano di essere «posseduto da Beelzebul» e di cacciare i demoni con l’aiuto di Satana. La risposta di Gesù alle loro accuse è precisa. Con le immagini del regno diviso e della casa divisa, mostra che non può essere un agente di Satana, perché sarebbe autolesivo scacciare i demoni in nome del principe dei demoni. Se Gesù caccia i demoni è perché lo Spirito di Dio opera in lui. Gli scribi, rifiutando di accettare il potere dello Spirito di Dio che agisce in Gesù, si macchiano di un peccato imperdonabile: Chiunque bestemmierà contro lo Spirito Santo non otterrà mai il perdono. Dire che Gesù è posseduto da un demonio è bestemmiare contro lo Spirito Santo. Il peccato contro lo Spirito consiste, quindi, nel rifiutare l’azione salvifica di Dio, nell’escludere volontariamente se stessi dalla salvezza, nell’ostinarsi a combattere contro l’inviato di Dio e contro lo Spirito che opera in lui.
Dopo che Gesù ha risposto all’accusa di agire per conto di Beelzebul, l’evangelista presenta il giusto modo di rapportarsi a Gesù. La madre e i «fratelli» di Gesù vengono a fargli visita. Gesù si era allontanato da loro per eseguire la missione che il Padre gli aveva affidato. Ora mostra di essersi separato da loro anche interiormente, non per disprezzo dei legami familiari, ma per appartenere completamente a Dio. Gesù si è scelto una famiglia «spirituale» e volgendo lo sguardo sulle persone sedute accanto e attorno a lui dice: Chiunque fa la volontà di Dio, questi è per me fratello, sorella e madre. Gesù insegna che l’amore a Dio e a Gesù Cristo è il valore assoluto. La vera famiglia di Gesù è costituita da coloro che fanno la volontà di Dio e ascoltano la sua parola. Chi ascolta e compie la volontà di Dio fa crescere e approfondisce la sua amicizia con Dio e diviene suo familiare.

Giovedì 13 giugno

Festa di S. Antonin da Po

ore 20,30 S.Messa
presieduta dal nostro Vescovo
Mons. Giampaolo Dianin
segue la processione

Frazione Mea
Domenica 9 giugno
la frazione Mea celebra la festa dei
Santi Patroni Felice e Fortunato
alle ore 18,00 Mons. Vescovo
celebra la Messa nella
piazzetta antistante la Chiesa.
Nella Chiesa di San Bartolomeo
viene sospesa la Messa delle 18,00
e tutti siamo invitati ad unirci a questo
momento di fede e di festa.

Il Vescovo ha inviato a tutte le
parrocchie della Diocesi una
nota pastorale sulla
Celebrazione delle Esequie.
Avremo modo di leggerla e di
applicarla.

Il pellegrinaggio
MACERATA – LORETO

Il Gesto

Il Pellegrinaggio è un gesto di fede popolare a cui partecipano ogni anno migliaia di persone, soprattutto giovani. Il cammino notturno verso la Santa Casa di Loreto si snoda per 28 chilometri tra le colline marchigiane: la Santa Messa, le testimonianze, i flambeaux per illuminare la notte, la benedizione eucaristica, i fuochi d’artificio, i canti, la recita del Rosario accompagnano il cammino
aiutando tutti a domandare e ringraziare.

Il cammino è occasione di incontro e di conoscenza, di aiuto reciproco, di condivisione, e la preghiera diventa il tessuto connettivo di un popolo, che si scopre mendicante e, dando voce al bisogno che vive in ogni uomo, chiede aiuto e sostegno alla Vergine per sé e per tutto il mondo.

Il Pellegrinaggio è nato e tenuto vivo dal carisma di don Giussani che nel 2000 scriveva: “Tra i meriti grandi della vostra amicizia semplice e fedele c’è quello di avere reinventato per tutto il popolo il Pellegrinaggio come esempio della vita cristiana, un cammino come di notte verso l’alba della soddisfazione finale, che vive nei passi di ogni ora l’anticipo sicuro della meta”.

Carlo Acutis sarà proclamato santo

Questa la decisione presa da Papa Francesco che ha riconosciuto un miracolo attribuito al giovanissimo beato nato a Monza e che ora riposa in pace ad Assisi, terra cara alla famiglia Acutis e al beato
patrono di Internet.
Dire che Carlo Acutis era un adolescente come tanti sarebbe corretto: amava il calcio, i Pokemon, i film d’azione e gli animali, ma il suo amore più grande era il Eucaristia.
È nato a Londra nel 1991 da genitori italiani, con la famiglia poi si è trasferito a Milano, in Italia, dove è cresciuto. Carlo è stato un esempio di santità e continua a ispirare i giovani di tutto il mondo. Durante la sua breve vita, Carlo ha amato e venerato profondamente l’Eucaristia. Diceva spesso: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Paradiso”, e “Se stiamo davanti al sole, diventiamo marroni, ma quando stiamo davanti a Gesù nell’Eucaristia, diventiamo santi”.


CORPUS DOMINI

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO - CORPUS DOMINI

2 giugno 2024

L’EUCARISTIA CENTRO DI VITA

Nella festa del Corpus Domini si concentra tutto il mistero cristiano, tutto quello che Gesù è e quello fa per noi: Figlio di Dio fatto uomo, donato per noi in sacrificio sulla croce, centro di unità della Chiesa e di ogni comunità, alimento di vita nel pane e nel vino. Attorno a Gesù presente nell’Eucaristia si edifica e cresce la Chiesa: anche la nostra comunità, anche le nostre persone. Ricominciamo a vivere ripartendo dall’Eucaristia celebrata insieme e adorata personalmente. E’ un cammino di vita.

Giovedì 13 giugno

Festa di S. Antonin da Po

ore 20,30 S.Messa
presieduta dal nostro Vescovo
Mons. Giampaolo Dianin
segue la processione

Corpus Domini
Il 2 giugno
celebreremo la
Solennità del Corpus Domini
con il seguente programma:
Ore 9,30 unica celebrazione del
mattino in San Bartolomeo
viene sospesa la Messa anche a Mea e
Ca’Cappellino segue la processione
fino alla Chiesa delle Clarisse
I bambini potranno spargere lungo il
cammino petali di fiori.

Frazione Mea
Domenica prossima, 9 giugno
la frazione Mea celebra la festa dei
Santi Patroni Felice e Fortunato
alle ore 18,00 Mons. Vescovo
celebra la Messa nella
piazzetta antistante la Chiesa.
Nella Chiesa di San Bartolomeo
viene sospesa la Messa delle 18,00
e tutti siamo invitati ad unirci a questo
momento di fede e di festa.

Giovedì 6 giugno,
In occasione della giornata
mondiale di santificazione sacerdotale,
tutti i sacerdoti della
diocesi trascorrono la giornata
assieme al Vescovo.
Per questo motivo nelle parrocchie
non si celebra la S. Messa.

* * *

Il Vescovo ha inviato a tutte le
parrocchie della Diocesi una
nota pastorale sulla
Celebrazione delle Esequie.
Avremo modo di leggerla e di
applicarla.

Carlo Acutis sarà proclamato santo

Questa la decisione presa da Papa Francesco che ha riconosciuto un miracolo attribuito al giovanissimo beato nato a Monza e che ora riposa in pace ad Assisi, terra cara alla famiglia Acutis e al beato
patrono di Internet.
Dire che Carlo Acutis era un adolescente come tanti sarebbe corretto: amava il calcio, i Pokemon, i film d’azione e gli animali, ma il suo amore più grande era il Eucaristia.
È nato a Londra nel 1991 da genitori italiani, con la famiglia poi si è trasferito a Milano, in Italia, dove è cresciuto. Carlo è stato un esempio di santità e continua a ispirare i giovani di tutto il mondo. Durante la sua breve vita, Carlo ha amato e venerato profondamente l’Eucaristia. Diceva spesso: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Paradiso”, e “Se stiamo davanti al sole, diventiamo marroni, ma quando stiamo davanti a Gesù nell’Eucaristia, diventiamo santi”.

Pane spezzato per un mondo nuovo

L’istituzione dell’Eucarestia viene celebrata il Giovedì Santo, nel cuore della Settimana Santa, ma la Chiesa la ricorda nuovamente dopo la domenica della Santissima Trinità, perché il mistero eucaristico è un invito a fare memoria di tutti i prodigi di Dio, culminati nel dono del Figlio, Verbo fatto carne, morto in croce e risorto per la nostra salvezza, per renderci partecipi della vita eterna, della vita d’amore trinitaria.
Gesù, accompagnando il dono del pane ai discepoli con le parole: Prendete, questo è il mio corpo, vuol dirci: questo sono io, questo è un segno vivo della mia persona, è un segno efficace della mia presenza. Donando sé stesso nel segno del pane, Gesù entra nella vita dell’uomo come sostegno, aiuto del corpo e dello spirito, compagno di viaggio nel cammino della vita. Ricevendolo come cibo nell’Eucaristia, il cristiano riceve la forza e la capacità per vivere non una vita chiusa in sé stessa ma aperta a tutti, una vita che cerca di testimoniare Gesù Cristo in tutti gli ambienti, anche in quelli che sembrano più lontani e ostili a lui e al vangelo. Con il calice del vino e con le parole che pronuncia su di esso: Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza, versato per molti, Gesù parla della sua vita donata fino alla fine. Le parole di Gesù interpretano la sua morte in croce come sangue versato per tutta l’umanità, egli è morto per tutti, si è fatto vittima di espiazione per i peccati dell’intera umanità, rinnovando il vincolo di amore fra Dio e l’uomo.
Il cristiano, da Gesù che si dona nell’Eucaristia, riceve l’invito a imitare la sua stessa «vita donata». Vita donata è la vita offerta a Dio nella fedeltà alla sua parola e nell’obbedienza alla sua volontà. Vita donata è una vita capace di accogliere tutti, una vita che supera le barriere di razza, cultura e religione e, anzi, le trasforma in elementi di arricchimento e completamento reciproco. Cristo ha versato il suo sangue per tutti, è morto per salvare tutti, è risorto per dare inizio a una umanità nuova. Questo dovrebbe essere anche il frutto di ogni partecipazione all’Eucaristia, affinché ogni cristiano sia come Cristo pane spezzato per un mondo nuovo.

d.G.


SANTISSIMA TRINITA’

SANTISSIMA TRINITA’

26 maggio 2024

SEGNATI DALLA TRINITA

Dopo il percorso da Natale a Pasqua e Pentecoste, apriamo lo sguardo a riconoscere Dio Uno e Trino che realizza l’opera di salvezza. La Trinità ci svela Dio Padre Creatore, il Figlio Gesù Redentore, lo Spirito Santo Santificatore, un solo Dio in Tre Persone, Potenza, Sapienza e Amore. Guardiamo Gesù che ci manifesta il Padre e ci dona il suo Spirito. La nostra storia con il Dio Trinità si realizza nella Chiesa che vive nel mondo perché tutti si riconoscano come figli e fratelli e sorelle.

HAI UN PO’ DI TEMPO ??

Cerchiamo uomini, donne, giovani, anziani… disponibili a fare del bene, dedicando 2 ore alla settimana,
nella distribuzione di vestiti e alimenti,per aiutare i più poveri e i più bisognosi.
Presso il centro Caritas di Porto Viro, dietro la chiesa di Scalon.
Contatti: 0426.631394 – 339.2460614

Pellegrinaggio diocesano al Santo
Mercoledì 12 giugno partenza dalla piazza della Chiesa alle 14,30; è necessario prenotarsi.

Macerata – Loreto
46° pellegrinaggio a piedi sabato 8 giugno 2024
prenotazione:
Giancarlo 3400612042
Nicola 3357378850

Il Fioretto del mese di Maggio
Il mese di Maggio ci mette insieme
a pregare con il Rosario
per chiedere a Maria il dono della pace.
Si recita il Rosario ogni sera:
 – in Chiesa, alle 17,30, prima della Messa
– Sant’Antunin da Po ogni sera ore 20,30
– In Parrocchia dal lunedì al venerdì

alle ore 20,45

Mercoledì 29 ore 20,45
facciamo la conclusione
del mese di maggio…
con sorpresa!!

Corpus Domini
Il 2 giugno
celebreremo la
Solennità del Corpus Domini
con il seguente programma:
Ore 9,30 unica celebrazione del
mattino in San Bartolomeo
viene sospesa la Messa anche a Mea e
Ca’Cappellino segue la processione
fino alla Chiesa delle Clarisse
I bambini potranno spargere lungo il
cammino petali di fiori.

La Confraternita dei Flagellanti della Ss. Trinità di Loreo

La confraternita, istituita nel 1608, in breve crebbe talmente di numero, erano 10mila gli iscritti durante l’800 e sono 2mila attualmente, che ben presto i fradèi ebbero necessità di un proprio oratorio, quello attuale a fianco della chiesa parrocchiale, che si iniziò a costruire nel 1613, in seguito ampliato e restaurato varie volte. Ai confratelli si imponevano l’obbedienza al priore e al padre guardiano, il dovere della penitenza, dell’assistenza e dell’elemosina, l’osservanza di una condotta moralmente retta.
“Fratelli, che dimandate?”, chiede il priore. “La misericordia di Dio e la pace di questa compagnia?”, rispondono i novizi che, presentati da un fratello anziano, chiedono di essere iscritti alla confraternita. E così, dopo il canto del Miserere, ormai da quasi cinque secoli ha inizio la cerimonia che si celebra la notte della SS. Trinità. Da 496 anni, alla data prescritta, gli aderenti alla Confraternita dei flagellanti o dei battuti della SS. Trinità, con i loro suggestivo saio e cappuccio rossi, convengono a Loreo. La cerimonia inizia verso la mezzanotte nell’oratorio della Scuola, con la vestizione dei nuovi fratelli. Dopo questa prima parte pubblica alla presenza anche delle sorelle, inizia la parte segreta del rito cui possono assistere solo gli iscritti: “Avvertiti tutti i fratelli d’un perfetto silenzio, chiuse tutte le porte e conoscendo il priore essere i tutti fratelli al loro posto e bene pre-parati.” Alle tre di notte circa, i fradèi escono e si recano processionalmente alla chiesa del Pilastro per la veglia cimiteriale. All’alba tutto è concluso ed ognuno ritorna al suo paese. Da precisare soltanto che il lungo tragitto verso il Pilastro è innovazione ottocentesca, quando cioè i cimiteri vennero spostati fuori dai luoghi abitati; prima di allora, la processione si esauriva attorno alla parrocchiale, accanto alla quale come ovunque si tumulavano i defunti. La fantasia popolare si è da sempre sbizzarrita sui fradèi dla Scuola d’ Loré. Tante cose si dicevano e si dicono ancora: che è assai difficile essere ammessi e che si deve subire una ispezione fisica per dimostrare di essere maschi, dal momento che le donne non sono am-messe al rito segreto; che al momento della morte, si deve porre un mattone sotto il capo e provvedere subito alla cancellazione dall’elenco altrimenti il fratello non troverà pace e apparirà di notte; che durante la parte segreta, se estraneo si nascondesse in chiesa, la cerimonia sarebbe impossibilitata a proseguire. E via di-cendo. In realtà niente di negromantico o di strane iniziazioni, nessun occultismo o formule esoteriche. Tutto si svolge nel segno della più rigorosa ortodossia.

Un Dio, tre Persone

La solennità della SS.ma Trinità è un invito a prendere atto dell’atteggiamento che Dio Padre, Figlio e Spirito Santo hanno sempre avuto nei confronti dell’uomo. È un invito a riflettere sulla storia della salvezza, la storia di un Dio che ama l’uomo e che, nonostante le sue continue e ripetute infedeltà, non lo abbandona. Dio, spinto dall’amore, crea l’uomo, ma l’uomo si allontana da lui. Spinto nuovamente dall’amore chiama Abramo, scegliendo nella sua persona un popolo che avrebbe dovuto farlo conoscere in tutta la terra, ma i suoi discendenti si allontanano ripetutamente da lui. Dio li richiama alla fedeltà con i profeti e da ultimo con l’invio del Figlio, Gesù Cristo. La storia della salvezza è scandita da questo ritornello: Dio fa la sua proposta, l’uomo la accetta, ma poi si mostra infedele; Dio però non lo abbandona, continua a essergli vicino, sempre pronto e disposto a riprendere il dialogo con lui. Questo è il ritmo che ha caratterizzato la storia del popolo di Israele ed è anche il ritmo che scandisce la nostra storia personale.
La nostra vita è profondamente legata a questo Dio trinitario. Nessuna persona è radicata in noi come le tre persone divine. Tutta la nostra vita, dalla culla alla tomba, si svolge in dialogo con la Trinità. All’inizio della nostra vita siamo stati battezzati «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo», al tramonto di essa partiremo da questo mondo «nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo». Tutte le volte che ci segniamo con il «segno della croce», dichiariamo la nostra appartenenza alla Trinità. Celebrare la festa della Trinità, quindi, significa far festa a un Dio che ha intrecciato la sua vita con l’uomo per prepararlo alla comunione eterna con lui. Il Dio trinitario che ha intessuto questa storia d’amore con l’uomo, che ha mandato nel mondo il suo unico Figlio e che continua a essere presente nel mondo con il suo Spirito, ci attende accanto a sé. La Trinità è «l’oceano di pace verso cui sta scorrendo il piccolo ruscello della nostra vita» (S. Agostino). L’uomo è fatto per l’incontro con Dio, si tratta di una speranza che non può andare delusa perché fondata sulla parola e sull’amore di Dio (cfr. Rm 5,5).

d.G.


ASCENSIONE DEL SIGNORE

ASCENSIONE DEL SIGNORE

12 maggio 2024

IL COMPIMENTO E LA MISSIONE

Vediamo l’ascensione come il compimento della vita terrena e della missione di Gesù. Così la descrivono gli Atti degli Apostoli.
Vediamo l’ascensione come la promessa di un destino buono per noi e per tutta l’umanità, nel mistero universale di salvezza. Così la delinea Paolo nella lettera agli Efesini.
Vediamo l’ascensione come l’affidamento della missione di Gesù ai discepoli, alla Chiesa, ad ogni cristiano, avendo come orizzonte tutta l’umanità. Così la racconta il Vangelo.
Il protagonista resta Gesù, Signore del tempo e dello spazio, che continua ad agire nel mondo attraverso il suo santo Spirito.

Pellegrinaggio diocesano a Sant’Antonio di Padova
Mercoledì 12 giugno
partenza dalla piazza della Chiesa alle 14,30
è necessario prenotarsi

Si svolgerà dal 16 al 19 maggio

Festival Biblico

Giovedì 16 maggio ore 20,45 Sala Eracle

Il corpo tra eros e agàpe

con Maria Grazia Crepaldi (Università di Padova) Giorgio Bonaccorso (Ist. Lit. Pst. Padova)
Moderatore il nostro Vescovo Mons. Giampaolo Dianin

Sabato 18 maggio ore 15.00
Parco dell’Amicizia Borgo Mimose
Festa dell ’ Amicizia dall’io al noi: il cuore dei bambini cambierà il mondo.

Il Fioretto del mese
di
Maggio
Il mese di Maggio ci mette insieme
a pregare con il Rosario
per chiedere a Maria il dono della pace.
Si recita il Rosario ogni sera:
 – in Chiesa, alle 17,30, prima della Messa
– Sant’Antunin da Po ogni sera ore 20,30
– In Parrocchia dal lunedì al venerdì

alle ore 20,45

Macerata – Loreto
46° pellegrinaggio a piedi
sabato 8 giugno 2024
prenotazione:
Giancarlo 3400612042
Nicola 3357378850

“Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà?
Che cosa ti è successo, Europa
terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati?
Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e
dare la vita per la dignità dei loro fratelli?”,
è la provocazione lanciata da Papa Francesco durante il discorso pronunciato nel 2016 in occasione del conferimento del “Premio Carlo Magno”, onorificenza assegnata a chi si distingue per impegno in favore della pace e dell’integrazione in Europa.
Sulla scia di queste domande sull’umanesimo che era stato messo a principio dai fondatori dell’Europa
l’Associazione “L’Umana Avventura” di Porto Viro
propone per un incontro-dialogo con il
prof. Andrea Pin
ordinario di Diritto pubblico comparato presso l’Università di Padova dal titolo:

“PER LA PACE, UN ORIZZONTE IDEALE”

venerdì 17 maggio alle ore 21,15, presso la Sala Maggiore della
Parrocchia San Bartolomeo apostolo a Porto Viro (Ro)

Fu elevato in alto sotto i loro occhi

L’ascensione, che conclude il cammino di Gesù e da’ inizio al cammino della chiesa, è descritta come una salita e una partenza. È una salita perché è il completamento della risurrezione, non è un ritorno alla vita di prima (come fu, ad esempio, la risurrezione di Lazzaro o la risurrezione del figlio della vedova di Naim), ma un cammino in avanti, l’entrata in una nuova vita accanto al Padre. È una partenza perché Gesù ritira la sua presenza visibile, terrena. Questo non significa che ora è assente, ma che sono cambiate le modalità della sua presenza, sono cambiati i modi di incontrarlo: è presente nel dono dello Spirito, nella parola degli apostoli, nella comunità radunata, nel servizio ai fratelli. L’ascensione viene raccontata in una sola riga, il racconto si dilunga invece sul prima e sul dopo, attirando l’attenzione sugli atteggiamenti che i discepoli hanno assunto. Due atteggiamenti sbagliati: prima della partenza di Gesù vogliono conoscere i tempi e i momenti del regno di Dio; dopo la sua scomparsa stanno a guardare il cielo. Il primo atteggiamento è rimproverato da Gesù e il secondo dagli angeli.
La risposta di Gesù alla domanda dei discepoli: È questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele? È allo stesso tempo un rimprovero e il programma da attuare. Rimprovero, perché l’importante non è indagare sul “quando”, ma chiedersi in che direzione muoversi, quali compiti assumere nel frattempo. Il programma è la missione aperta alle dimensioni del mondo, una missione che si muove in senso centrifugo: non sono i popoli che arrivano a Gerusalemme, ma è la comunità che da Gerusalemme va verso i popoli. Si tratta di un compito impegnativo ed è per questo che Gesù lo accompagna con una promessa: avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi.
Partito Gesù, i discepoli restano a guardare il cielo, e questo atteggiamento è rimproverato dagli angeli che distolgono i discepoli da un equivoco, quello di limitarsi a guardare in alto. Il discepolo che ha visto Gesù salire in cielo possiede una certezza: Gesù tornerà. L’attesa del Signore e la certezza del suo ritorno vanno vissuti immergendosi nel mondo e divenendo sale della terra e luce del mondo.

d.G.