Solennità di Pentecoste

Solennità di Pentecoste

28 maggio 2023

LO SPIRITO SANTO: UN’OPERA CHE CONTINUA

Pentecoste: continua l’azione di Dio nel cammino della storia e nel cuore degli uomini;
come agli inizi della creazione, come nella prima Pentecoste.
Lo Spirito entra nel cuore delle persone e lo ridesta e rilancia:
nella vita familiare, nella società, attraverso la te-stimonianza della fede e l’azione della carità.
Ne abbiamo un segno anche attraverso la voce di tanti fratelli colpiti dall’alluvione.
Addestriamo il cuore e gli occhi a riconoscere l’opera dello Spirito Santo nel mondo e la sua presenza efficace nella Chiesa.

Domenica 11 giugno ricorre anche la festa dei Santi Felice e Fortunato
Patroni della nostra Diocesi. Sono anche i Patroni di Mea.
 nel pomeriggio in località Mea alle ore 18,00
ci sarà la S.Messa e una breve processione

Corpus Domini

Domenica 11 giugno ore 9,30
Solennità del Corpus Domini
unica celebrazione in San Bartolomeo
(sospese le Messe a Mea e Ca’Cappellino)
segue la processione fino
alla Chiesa delle Clarisse.
I bambini potranno spargere
lungo il cammino petali di fiori.

Conclusione del Fioretto
del mese di Maggio
Martedì 30 ore 20,45
Con sorpresa per tutti i ragazzi

* * *

31 maggio
festa della
Visita di Maria a S. Elisabetta
è il titolo della Parrocchia di Donada.
Sospendiamo la Messa delle 18,
per partecipare insieme
a Donada, alla Messa delle 18,30

* * *

Giugno mese dedicato al
Sacro Cuore di Gesù
Domenica 4 giugno:
Festa della SS. Trinità

Il vento e il fuoco dello Spirito

Lo Spirito Santo è il gigante invisibile, la forza che tutto sostiene, l’architetto che tutto progetta e crea. Il libro degli Atti descrive la venuta dello Spirito utilizzando le immagini del vento e del fuoco. La scelta del «vento» e del fuoco come immagini dello Spirito sono molto indovinate. Il vento non si può imbrigliare, inscatolare, soffia dove come e quando vuole. Così anche lo Spirito di Dio: agisce dove vuole, quando vuole, come vuole. Lo Spirito non è proprietà dei cristiani, può trovarsi e operare in tutti gli uomini, il bene può provenire anche da dove meno ce l’aspettiamo. Il vento impedisce all’acqua di stagnare.
Anche lo Spirito smuove, impedisce di stagnare. Spesso siamo attaccati alle nostre abitudini, alle nostre sicurezze e certezze, così come l’ostrica è attaccata allo scoglio. L’idea della novità ci terrorizza, di qui la ripetitività, il calo della fantasia. Il vento modella le montagne. Allo stesso modo lo Spirito tocca un pagano, Abramo, e ne fa nostro padre nella fede; tocca un ragazzino, Davide, e ne fa un re; tocca il persecutore Saulo e lo trasforma nell’apostolo delle genti; tocca un peccatore, Agostino, e ne fa un dottore della Chiesa. Il vento è creativo. Quando soffia il vento nel deserto o sulle dune della spiaggia, il paesaggio cambia. Anche lo Spirito è creativo, ci dice: «Sii te stesso». Lo Spirito è fantasia, novità, suscitatore di futuro. Quando il suo soffio incontra una vela disposta a lasciarsi portare, avvengono miracoli.
Il «fuoco» è la seconda immagine dello Spirito. Il fuoco illumina. Lo Spirito Santo è luce, e la luce è vita, senza luce tutto morirebbe. Anche lo Spirito è vita: ha dato vita alla prima comunità cristiana, dà vita anche a noi e alle nostre comunità se gli permettiamo di lavorare dentro di noi. Il fuoco fonde insieme elementi diversi. Lo Spirito ci dice che non basta stare l’uno accanto all’altro, è necessario camminare insieme, avere un cuore e un’anima sola. Il fuoco riscalda. Lo Spirito accende e ravviva l’amore per Dio, l’impegno a vivere la parola di Dio. È lui che lavora i cuori e li trasforma.

d.G.

Ave Maria, nostra Signora del fango.
Tu hai sperimentato la precarietà quando, nella stalla di Betlemme, hai dato alla luce il tuo Figlio Primogenito. Tu sai cosa significa scappare nel bel mezzo della notte e lasciare tutto, perché hai affrontato il viaggio in Egitto con Giuseppe e Gesù, per sottrarvi all’ira di Erode. Svariate volte tu e Giuseppe avete dovuto ricominciare da zero, per continuare a custodire il Figlio di Dio che vi era stato affidato. Solo tu sai cosa ha significato la vita in Egitto e il ritorno a Nazareth; solo tu puoi dire come è stato accompagnare Gesù fino alla croce e lì, tra le lacrime, ricevere come figlio il discepolo amato e, in lui, tutti i discepoli del tuo Figlio. Guarda te ne preghiamo – la nostra terra e il nostro popolo, che sperimenta la precarietà e la voglia di ricominciare; che si rimbocca le maniche e, con il badile in mano, canta in mezzo al fango; che accoglie l’aiuto generoso di quanti si fanno compagni di strada per alleviare, anche solo per un attimo, le ferite di questa immane tragedia. Maria, nostra Signora del fango, ottieni per noi, e per tutti i tuoi figli, quella stessa forza che ti ha sostenuta durante tutta la tua vita: consola le lacrime di chi ha perso tutto e intercedi perché abbiamo sempre la forza di ricominciare e di costruire un mondo sempre più giusto e solidale. Amen.

Perle nel fango

Paolo Cevoli è conosciuto come comico di Zelig, ma nella vita privata è un imprenditore riminese nel settore della ristorazione. In questi giorni ha visitato la zona di Faenza travolta dal fiume Lamone. In un’intervista ha raccontato gli incontri che lo hanno colpito: «Lisa, una ragazza di Brisighella, aveva un vivaio e l’alluvione ha distrutto tutte le piante. “Però la struttura del vivaio è rimasta intatta”, mi ha detto. Una nonna aveva 80 galline, ne è rimasta viva una sola. Lei sorrideva e mi ha detto: “Però una si è salvata”. Alla scuola di musica l’acqua ha inghiottito un pianoforte che valeva 50mila euro. “Ma siamo riusciti a salvare un clavicembalo antico”, mi hanno detto tutti contenti. C’è dolore, ma non c’è lamentela e soprattutto non c’è disperazione. C’è sempre una chiusura positiva. E c’è una solidarietà mostruosa. Poi ho ricevuto questo messaggio da un amico: “Mio padre compirà tra poco 93 anni e ha perso tutto. Ma è forte. E quando io e mio fratello gli abbiamo detto che la sua casa e il vecchio mulino non c’erano più, lui ha tirato un sospiro, ha voluto guardare il video della rotta dell’argine e della casa distrutta, poi ha detto: “No, non ho perso tutto. Sono qui con voi. E questo è tutto”. Io ho pianto molte volte, in questi giorni».


VI domenica di Pasqua

VI domenica di Pasqua

14 maggio 2023

UNA SPERANZA CERTA

Sempre nell’ultima cena Gesù promette la continuazione della sua presenza e della sua opera attraverso il dono dello Spirito Santo che fa vivere la Chiesa.
Egli ci affida il comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo, come inizio del mondo nuovo.
Nella prima e seconda lettura vediamo come si espande la fede, ad opera degli apostoli, dei diaconi, dei semplici cristiani: un popolo nuovo, un corpo vivo, una speranza certa per il mondo.

FESTIVAL BIBLICO

CHIOGGIA 19 – 21 maggio

Sarà il libro biblico della Genesi – e in particolare i capitoli dall’1 all’11 – il filone tematico attorno al quale si articolerà la proposta culturale della 19° edizione del Festival Biblico, il festival promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo per stimolare una riflessione sulla contemporaneità alla luce delle Sacre Scritture ebraico-cristiane. Al progetto aderiscono le Diocesi di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia – quest’ultima alla sua prima edizione.

Vi invitiamo a seguire il ricco programma proposto nel volantino

Il Fioretto
del mese di Maggio

Il mese di Maggio ci mette
insieme
a pregare con
il Rosario
per chiedere alla
Madonna di Fatima
il dono della pace.

Si recita il Rosario ogni sera

in Chiesa
alle 17,30, prima della Messa.

A Sant’Antunin da Po
ogni sera alle ore 20,30

In Parrocchia
dal lunedì al venerdì
alle ore 20,45

Con i ragazzi e i genitori il Fioretto si terrà
al mercoledì alle ore 20,45, in Chiesa

Gesù risorto testimoniato dall’amore

Il vangelo si apre e chiude con un invito di Gesù ad amarlo e a dimostrare questo amore mettendo in pratica i suoi comandamenti. Gesù afferma che ciò che verifica la realtà dell’amore verso di lui è l’obbedienza alla sua parola, l’osservanza concreta dei comandamenti che si riassumono in quello dell’amore. Per quanto riguarda il comandamento l’amore viene sottolineata la concretezza: non parole ma fatti. È nella concretezza della carità, del dono di sé, che si incontra la presenza del Signore risorto: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Gesù sa che questo comandamento non è facile da vivere e per questo promette il dono dello Spirito, il “Paraclito” (= consolatore), che continuerà il compito svolto da lui e che accompagnerà l’uomo nel cammino verso la casa del Padre.
Dio mantiene le sue promesse e continua a donare alla Chiesa il suo Spirito. Dio non ci promette un mondo o una Chiesa libera da problemi. Non ci promette nemmeno dei fratelli sempre con la bontà nel cuore e il sorriso sulle labbra. Non ci promette neppure una vita libera da difficoltà e persecuzioni. Ci promette il suo Spirito. Forse a noi sembra poco, invece è tutto. Lo Spirito ci dona la forza di tradurre in pratica il messaggio del vangelo, ci fa dono della capacità di camminare incontro a lui pur in mezzo alle difficoltà e ai problemi della vita.
Oggi come e dove avvertiamo la presenza dello Spirito “consolatore”? La avvertiamo nell’essere arrivati alla fede, nell’accogliere i comandamenti del Signore e nel cercare di viverli. La sperimentiamo nella luce di verità che spesso intuiamo nell’ascolto attento e aperto della Parola di Dio, che ci raggiunge, ci interroga, a volte ci mette in crisi e giudica la nostra vita per farla crescere e maturare. La sperimentiamo nella gioia e nello stupore che viviamo quando siamo capaci di amare in modo autentico e disinteressato, quando la vediamo operare nei fratelli, alcuni dei quali ancora oggi donano la loro vita per Cristo. È esperienza viva nei Sacramenti, segni di Dio nei quali egli opera in noi e nel mondo. La ritroviamo nella Chiesa animata sorretta e guidata dallo Spirito perché sia sposa fedele del suo Signore.

d.G.

Il racconto di Papa Francesco

Il Pontefice è intervenuto durante la terza edizione degli Stati Generali della Natalità, l’evento che mira a raccogliere idee e proposte per combattere il trend demografico negativo in atto nel nostro Paese.

Durante il suo intervento, avvenuto dal palco dell’Auditorium della Conciliazione, Papa Francesco ha raccontato di come, circa una quindicina di giorni fa, durante l’udienza del mercoledì, mentre salutava i fedeli si trova davanti a una signora, che gli chiede “Me lo benedice il mio bambino?”.

Fin qui tutto normale, se non fosse che il “bambino” era in realtà, come raccontato dal Papa, “un cagnolino. Lì non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora: ‘Signora, tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino’.”.

Le paure del Pontefice per il futuro

“Queste sono scene del presente, ma se le cose vanno così sarà l’abitudine del futuro, stiamo attenti” ha poi continuato Papa Francesco, rimarcando la paura per un futuro nel quale vede probabilmente più animali che bambini.

E guardando indietro possiamo trovare altre occasioni nelle quali il Papa ha espresso preoccupazione verso le persone che hanno animali e non bambini, per quella che a volte viene vista, forse con un po’ di superficialità, quasi come una preferenza.

Lo scorso 26 agosto ad esempio (neanche a farlo apposta, giornata mondiale del cane), il Pontefice aveva espresso preoccupazione per “l’inverno demografico”, puntando il dito contro le persone che “preferiscono avere cani, gatti, che è un po’ l’affetto programmato: io programmo l’affetto, mi danno l’affetto senza problemi. E se c’è dolore? Beh, c’è il medico veterinario che interviene, punto. E questa è una cosa brutta. Per favore, aiutate le famiglie ad avere dei figli. È un problema umano, e anche un problema patriottico”.


V domenica di Pasqua

V domenica di Pasqua

7 maggio 2023

L’OPERA DI DIO  E LA  NOSTRA

Anche noi come gli apostoli nel cenacolo, riceviamo le confidenze di Gesù e con l’apostolo Filippo gli domandiamo:
Mostraci Dio, mostraci il Padre.
Ritroviamo Dio nel segno concreto di Gesù, Figlio mandato dal Padre a compiere la sua opera di salvezza.
Quali altre strade cercare, quali altre strade percorrere?
Gesù è via, verità e vita.
Stringendoci a Lui, pietra viva, nella comunità della Chiesa, la nostra vita e la nostra opera non vanno perdute, ma servano per la costruzione di un mondo nuovo.

FESTIVAL BIBLICO

CHIOGGIA 19 – 21 maggio

Sarà il libro biblico della Genesi – e in particolare i capitoli dall’1 all’11 – il filone tematico attorno al quale si articolerà la proposta culturale della 19° edizione del Festival Biblico, il festival promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo per stimolare una riflessione sulla contemporaneità alla luce delle Sacre Scritture ebraico-cristiane. Al progetto aderiscono le Diocesi di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia – quest’ultima alla sua prima edizione.

Vi invitiamo a seguire il ricco programma proposto nel volantino

Il Fioretto
del mese di Maggio

Il mese di Maggio ci mette
insieme
a pregare con
il Rosario
per chiedere alla
Madonna di Fatima
il dono della pace.

Si recita il Rosario ogni sera

in Chiesa
alle 17,30, prima della Messa.

A Sant’Antunin da Po
ogni sera alle ore 20,30

In Parrocchia
dal lunedì al venerdì
alle ore 20,45

Con i ragazzi e i genitori il Fioretto si terrà
al mercoledì alle ore 20,45, in Chiesa

Gesù via, verità e vita

Il vangelo di questa domenica segna l’inizio dei «discorsi di addio» (Giovanni cc. 14-17). L’«ora» di Gesù si avvicina e nelle sue parole domina la preoccupazione di consolare i discepoli per la sua imminente partenza. Queste pagine sono il testamento spirituale di Gesù preoccupato per il bene dei suoi che sta per lasciare. Egli intende rassicurare i discepoli sul proprio e loro destino. La sua partenza non è da considerare la conclusione della loro bella avventura insieme. Gesù parte per andare a preparare un posto nella casa del Padre e per potersi poi ricongiungere tutti: Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi.
Gesù si presenta ai discepoli come colui che apre l’accesso alla «casa» del Padre, colui che apre agli uomini la possibilità dell’incontro con Dio. Gli interrogativi posti da Tommaso e da Filippo consentono a Gesù di chiarire la sua funzione e la sua missione. Tommaso desidera conoscere la via per arrivare al luogo dove Gesù sta per andare. Gesù gli risponde: Io sono la via, la verità e la vita. Gesù propone sé stesso, la sua persona e il suo messaggio come colui che dà autenticità ai desideri più profondi dell’uomo, come colui che dona significato alla vita e la riempie di speranza. Gesù è la via che porta alla vera vita e alla verità della vita, proprio perché lui stesso è la Verità. La richiesta di Filippo – Mostraci il Padre e ci basta – esprime invece la tentazione frequente di prendere scorciatoie per arrivare a Dio e alla verità di sé. Gesù ribadisce di essere l’immagine del Padre, di essere colui che consente l’accesso a Dio. Egli afferma che la salvezza è davanti a loro, è la sua stessa persona, è la relazione con lui che dona la vera vita.
La parola di Gesù ci pone alcune domande e sollecita da noi le risposte. Vogliamo conoscere la «via»? Guardiamo a Cristo: tra i tanti maestri dell’umanità è l’unico in grado di insegnarci la via giusta. Vogliamo conoscere la «verità»? Guardiamo a Cristo: ascoltiamo la sua Parola, unica verità che rischiara il nostro cuore. Vogliamo possedere la pienezza della «vita»? Guardiamo a Cristo: l’unico che sa dare un significato e un fine nuovo al nostro vivere ed è via sicura verso una vita autentica che non finirà mai.

d.G.

Una firma che fa bene

“Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farne migliaia”.

Questo il claim della nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo di un semplice gesto che permette ogni anno la realizzazione di migliaia di progetti in Italia e nei Paesi in via di sviluppo
Ecco, quindi, che attraverso una semplice firma, quella per l’8xmille, è possibile moltiplicare la sensazione di benessere che si prova quando si fa un gesto d’amore. Come fa la Chiesa ogni giorno con i suoi interventi arrivando capillarmente sul territorio a sostenere e aiutare chi ne ha più bisogno: poveri, senzatetto, immigrati, ma anche italiani che attraversano momenti di difficoltà. “L’obiettivo della campagna 2023 è far comprendere il valore di un gesto molto semplice come una firma, abbinandolo a momenti della vita di tutti i giorni.
Nella campagna 2023 la Chiesa si racconta attraverso otto storie di speranza e di coraggio.
Dalla Casa della Carità che, a Seregno, offre ospitalità ai più fragili senza fissa dimora, alla mensa delle Parrocchie solidali di Brindisi, una mano tesa rivolta a quanti sono a rischio di esclusione sociale. Dalla Casa Santa Elisabetta, un condominio solidale nel cuore di Verona per donne sole con minori ad Opera Seme Farm, una filiera etica che, nel Salento, promuove i prodotti del territorio generando valore ed occupazione, passando per il Centro di ascolto diocesano di Albano, un luogo accogliente e familiare per chi ha bisogno di assistenza alimentare e non solo. Farsi prossimo con l’accoglienza è la mission del progetto Un popolo per tutti che, a Roccella Jonica, rappresenta un nuovo inizio per i migranti in fuga in cerca di un futuro migliore.