SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

31 dicembre 2023

IN FAMIGLIA

Nati in una famiglia, cresciuti nella fede cristiana; accolti e accompagnati dai sacramenti della Chiesa – Battesimo, Cresima, Eucaristia, Matrimonio… – in una comunità cristiana: questo è il grande dono di Dio per noi. Per molte persone questo non è accaduto oppure questo dono è andato disperso. Occorre sempre ritornare all’origine, alla fonte: la fede, accompagnata dall’amicizia cristiana. Ripartiamo come Abramo dalla promessa di Dio e dalla vocazione con la quale il Signore ci chiama a svolgere il nostro compito nel mondo.

Domenica 31 dicembre 2023
SS.. Messe
San Bartolomeo ore: 8,30 –  10,30
18.00 S. Messa di ringraziamento
con il canto del Te Deum
Mea ore 9.00 – Ca’ Cappellino ore 11.00

LUNEDì 1 gennaio 2024
Maria SS.ma Madre di Dio
SS.. Messe
San Bartolomeo ore: 10,30
18.00 con il canto del Veni Creator
Mea ore 9.00 – Ca’ Cappellino ore 11.00

SABATO 6 GENNAIO
EPIFANIA DEL SIGNORE
S.S. Messe
San Bartolomeo ore: 8,30; 10,30; 18.00
Mea ore 9.00 – Ca’ Cappellino ore 11.00

Domenica 7 gennaio
nel pomeriggio, nella Chiesa di Scalon,
premiazione dei presepi costruiti dai ragazzi.

Nella Chiesa delle Clarisse
Domenica 31 dicembre
ore 22,30 Adorazione
ore 23,15 Ufficio delle letture

Lunedì 1 gennaio
ore 7,25 Recita delle Lodi
ore 8 S. Messa
ore 17,30 Secondi Vesperi

La Giornata Mondiale della Pace 2024 sarà celebrata come ogni anno il 1° Gennaio, quella del 2024 sarà la 57.ma edizione, la ricorrenza è stata istituita da Paolo VI nel 1967 e sarà l’11.ma celebrata da Papa Francesco. Scopo della Giornata è dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione ed alla preghiera per la pace. Nei suoi messaggi, Papa Francesco ha sempre invitato ad agire concretamente per creare una cultura di pace. Il tema di quest’anno è “Intelligenze artificiali e pace”, risulta estremamente interessante l’attenzione di Papa Francesco ad un tema attualissimo e di grandissimo impatto sulle società contemporanee quale le intelligenze artificiali. La prospettiva indicata, si inserisce infatti nel dibattito che ha trovato largo spazio sui media negli ultimi tempi: sia per gli aspetti legati più direttamente all’impiego dell’intelligenza artificiale negli scenari di guerra, lo constatiamo ad esempio nel conflitto russo-ucraino, sia per le ricadute che potrebbero avere un grande impatto sulla vita delle nostre società.

Luce per illuminare le genti

Il vangelo della prima domenica dopo Natale, festa della Santa Famiglia, presenta la purificazione di Maria e la presentazione di Gesù al tempio. I genitori di Gesù compiono un atto di obbedienza e sottomissione alla Legge. Maria e Giuseppe educano alla fede il bambino Gesù con l’esempio e lo coinvolgono nella propria vita di fede. Secondo la Legge la partoriente doveva offrire un agnello per l’olocausto e un colombo o una tortora per il sacrificio espiatorio. Se non avesse avuto la possibilità di offrire un agnello, per il duplice sacrificio avrebbe dovuto offrire due tortore o due colombi. L’offerta di Maria e Giuseppe (una coppia di tortore) dice che sono poveri, ma fedeli nel portare Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Gesù appartiene a Dio, e Maria e Giuseppe lo offrono a lui. La presentazione di Gesù, il suo essere offerto, preannuncia l’offerta della sua vita in sacrificio sulla croce.
Segue l’incontro con Simeone e Anna. Entrambi, con la loro vecchiaia, simboleggiano che la lunga attesa del Messia è giunta a termine. Simeone presenta Gesù come il centro della storia della salvezza, come punto di arrivo delle promesse veterotestamentarie e punto di partenza di una salvezza che è destinata a tutte le nazioni, chiamate a formare l’unico popolo di Dio: Luce per illuminare le genti. Le sue ultime parole però non lasciano presagire nulla di buono: Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima. L’evangelista Luca presenta allora un altro personaggio, Anna, e annuncia che il rifiuto di Israele non sarà totale, che ci sono fin da subito persone che riconoscono Gesù e lodano Dio per averlo incontrato. La profetessa Anna, illuminata dallo Spirito, riconosce in quel bambino il Messia e subito rivolge la buona notizia al gruppo ristretto di coloro che aspettano la liberazione di Israele, al quale ella stessa, così come Simeone, appartiene. Il testo evangelico si chiude annotando la crescita umana e spirituale di Gesù.

d.G.


4^ DOMENICA DI AVVENTO

Santo Natale

25 dicembre 2023

LA NOSTRA VITA: UNA TERRA ABITATA

Può la terra accogliere il Figlio di Dio Padre che viene ad abitare tra noi?
Non basta il tempio progettato da Davide e costruito da Salomone.
Dio prepara il cuore e il grembo di una donna e viene a vivere nella sua vita e nella sua casa.
Da questo punto di accoglienza, la Sua presenza si dilata nel mondo e arriva alla soglia del cuore di ogni uomo.
Come? Attraverso la mia e la tua accoglienza, il mio e tuo annuncio, la mia e tua vita, attraverso i santi e nell’opera dei missionari.
Viviamo un Natale cristiano nella liturgia, nella confessione, nella carità.

Preghiera per la pace
A Betlemme, Signore,
ci hai regalato la pace,
cantata dagli angeli ai
pastori.
Sulle strade della Galilea,
lungo le rive del lago,
sui monti e nei villaggi,
hai proclamato beati gli
operatori di pace.
Alla vista di Gerusalemme
hai pianto, perché la città
non aveva accolto la pace.
La tua pace, Signore,
è esigente, perché non
è la pace che il mondo vuole;
non è la semplice tregua
dai combattimenti,
non è la sottomissione
compiacente ai dittatori
di turno, non è il silenzio
dell’indifferenza egoistica.
Tu non dai la pace come
la dà il mondo, ma dai la
“tua” pace, che è impegno
per la giustizia, vicinanza ai
fragili, profezia del regno,
semplicità di vita, umiltà del cuore.
I bambini, Signore, sanno che
cos’è la tua pace, la sognano,
la implorano, la attendono;
sono loro le prime vittime delle
guerre degli adulti e i primi testimoni
di pace. Gesù, bambino di Betlemme,
vinci l’ostilità dei potenti di questo mondo,
regalaci la tua pace, perché da
soli non riusciamo a costruirla.
Amen

IL CUSTODE DI BETLEMME

racconto

I grossi grani di legno d’olivo del suo rosario gli scivolavano fra le dita e li sentiva più freddi del solito, mentre percorreva la navata deserta, guardando in alto le figure di angeli che sembravano correre insieme a lui verso il luogo della grotta. Era appena rientrato da un giro nella città vecchia di Betlemme, deserta e silenziosa, attonita nella paura e nell’angoscia di quello che accadeva non lontano da lì. Si avvicinava un Natale strano: dove prima tutto era festa, luce, colore e gioia, ora c’era solo silenzio, terrore, impotenza e povertà. La gente, che abitualmente animava i vicoli in festa, stava ora rintanata nelle case ed il silenzio era denso, senza il chiacchiericcio lieto dei pellegrini stranieri. Mentre scendeva gli scalini che portavano al luogo della natività, come faceva tutti i giorni prima di chiudere la basilica, il frate custode sentì un pianto leggero
rompere il silenzio che da giorni ormai gli faceva compagnia dentro e fuori la chiesa. Si arrestò un attimo per ascoltare meglio e gli fu chiaro che nella grotta c’era qualcuno. Scese gli ultimi gradini e guardò sulla sinistra, verso la piccola cripta che custodiva una grande stella d’argento che segnava il luogo assegnato alla nascita di Gesù. A pochi passi c’era un’altra nicchia dedicata alla mangiatoia, dove si diceva il bambino fosse stato deposto dopo la nascita, illuminata appena dalle fioche luci delle antiche lampade. Nella penombra, il vecchio frate riuscì a vedere una bambina che singhiozzava sommessamente, inginocchiata e appoggiata di lato al muro della cripta, come sopraffatta da un dolore indicibile. La bambina sentì il frate avvicinarsi e si voltò verso di lui senza paura, così che finalmente egli potesse vederle il viso. “Basma, che ci fai qui a quest’ora?”
La piccola lo guardò con gli occhi gonfi di lacrime ma non gli rispose. “Piccola mia, non dovresti essere a casa?” Allora lei rispose in modo deciso: “Devo sapere…” “Che cosa devi sapere?”
“Mi hanno sempre detto che Gesù è nato proprio qui, e che è venuto per noi, a portare la pace…” “Quello che ti hanno detto è vero, mia cara…” “Ma se è vero, perché succede quello che succede?” Aveva la voce in pianto, come se tutto il male che stava accadendo non lontano da lei ricadesse come la frana di una montagna sul suo piccolo cuore.

Il frate fu preso alla sprovvista da quelle parole, pronunciate da una bimba di 7 anni, proprio lì, proprio a lui e, dopo un attimo di imbarazzo, riuscì a balbettare: “E’ proprio perché lui sa come siamo che è venuto, perché da soli combiniamo solo grossi guai…” La bambina sembrò riflettere su quelle parole ma replicò poco convinta: “Dov’è ora la pace annunciata dagli angeli?” “Vedi Basma, è difficile da spiegare ma tu prova ad immaginare che cosa sarebbe di noi se Lui non fosse nato, se il suo piccolo corpo non fosse stato posato proprio lì dove sei inginocchiata tu… Solo facendoci prendere per mano da quel bambino può cambiare qualcosa, a cominciare dal nostro cuore, anche da tuo piccolo cuore che soffre…” Consapevole che quelle parole erano più grandi lei, si avvicinò alla fanciulla e le porse la mano. Lei esitò ma poi l’afferrò e si lasciò sollevare dal frate che la strinse, come si fa con i figli che si sono fatti male e hanno solo bisogno di quell’abbraccio e di quell’amore affinché la ferita bruci di meno. Sentiva il cuoricino della bimba rimbombare forte contro il suo stesso petto e, piano piano, lei si calmò e smise di piangere. “Ora ti accompagno dalla tua mamma e dal tuo papà che saranno preoccupati per te.” Quando il frate stava per salire le scale, la bimba gli intimò: “Aspetta! Fammi scendere!”
Lui obbedì, sorpreso da quell’ordine inatteso e perentorio. Lei fece i pochi passi che la separavano dalla grotta, si genuflesse e accarezzò delicatamente il metallo freddo della stella argentata, come se fosse la cosa più
cara che aveva in quel momento. Poi fece il segno della croce e tornò dal frate che la riprese in braccio. “Dimmi Basma, che cosa hai chiesto a Gesù Bambino?” “Che domani nessuno muoia”. Il frate la sollevò per accompagnarla fino a casa. Mentre saliva gli antichi scalini ripensava alla preghiera della bimba: sapeva bene che era una richiesta quasi impossibile da esaudire ma quel desiderio di bene, che era anche il suo, gli sembrava rappresentasse un nuovo inizio. Ripercorse la navata e, sollevando ancora lo sguardo verso gli angeli dipinti rivolti alla grotta, gli parve che il senso di vuoto che aveva sentito pochi istanti prima cominciasse a colmarsi di speranza.


2^ DOMENICA DI AVVENTO

2^ DOMENICA DI AVVENTO

10 dicembre 2023

SPERANZA E PRESENZA

Nel nostro mondo confuso e disperato, il Vangelo lancia una nuova speranza.
Il Signore pone in mezzo a noi la sua presenza di Salvatore.
Come la gente che va dal Battista, anche noi domandiamo misericordia per il nostri peccati e le nostre debolezze.
Domandiamo di poter riconoscere e accogliere il Signore che viene, come principe di pace, suscitatore di nuova energia e speranza.
Non possiamo rassegnarci a un mondo cattivo e disperato.
Da dove ci verrà l’aiuto?
Solo accogliendo Lui la vita personale e sociale prende una svolta di bene e di pace.

AVVENTO

…ma c’è una strada
per la nostra vita?

Per aiutarci in questo
cammino vi proponiamo
alcuni incontri significativi:

Lunedì 11 dicembre
Il nostro Vescovo
ci introduce nel tema:
Maschio e femmina li creò

Domenica 17 dicembre
Visita a Chioggia alla mostra:
The Mystery Man
Il mistero dell’Uomo della Sindone.
Partenza dal piazzale della
Chiesa alle ore 14,30.
Chiediamo di iscriversi
in parrocchia

Caritas
Per la Colletta di Avvento fissata
per domenica 17 dicembre, la
Diocesi propone di appoggiare il
progetto della costruzione di una
scuola in Burundi dove ci sono le
Suore Serve di Maria Addolorata
di Chioggia.

Presepio Vivente
Ca’Cappellino 24 dicembre ore 16

Raddrizzate le vie del Signore

La seconda domenica di Avvento propone la figura di Giovanni Battista come modello. Anche se Gesù non si è ancora rivelato pubblicamente, il precursore ha già posto la sua vita a servizio di Gesù. Il suo attendere, vigilare, mettere in guardia le folle che venivano a lui, gli daranno la possibilità di intuire i segni di Dio e riconoscere Gesù quando si presenterà nelle acque del Giordano per essere battezzato. Il Battista riconosce Gesù confuso tra i peccatori perché di fatto desiderava vederlo. Il forte desiderio sviluppò in lui la capacità di discernimento, seppe distinguere tra i peccatori colui che è il Santo di Dio, il Figlio prediletto in cui Dio si compiace perché venuto a salvare i peccatori.
L’evangelista Marco ci dice che si presentò a battezzare nel deserto. La scelta del “deserto” come luogo di predicazione si innesta nella tradizione profetica che descrive il deserto come luogo di ritrovata intimità tra Dio e il suo popolo, è un richiamo all’Esodo, all’alleanza sinaitica. Perciò la venuta della gente nel deserto per farsi battezzare indica un nuovo esodo a cui tutti siamo chiamati verso quella terra promessa che è Cristo, Figlio di Dio in cui si compie la nuova e definitiva alleanza. Preparare la strada del Signore, raddrizzare i suoi sentieri è mettersi in profonda sintonia con lui incamminandosi nella strada della conversione, rimuovendo il vero ostacolo che è il male, il peccato.
In questa logica di conversione e in vista della venuta del Signore, anche l’abbigliamento e la dieta del Battista, eccessivamente rigorose per la nostra cultura (vestiva con peli di cammello, si cibava di locuste e miele selvatico), diventano provocazione a scelte di vita meno condizionate dal consumismo, per dire di chi veramente ci fidiamo e che si può vivere sereni anche con poche cose, condividendo con i fratelli quello che abbiamo.

d.G.


1^ DOMENICA DI AVVENTO

1^ DOMENICA DI AVVENTO

3 dicembre 2023

RICOMINCIARE

E’ una grazia la voglia di ricominciare, attratti da una nuova speranza che ridesta le energie.
Da dove viene la risposta al nostro bisogno di vita, di pace, di fraternità?
Domandiamo una ripresa della fede, uno sguardo nuovo per riconoscere l’azione di Dio nel nostro cuore e nel mondo.
Quando il Signore Gesù, con la sua vita e la sua parola, viene riconosciuto e accolto, noi ci rinnoviamo e il mondo cambia attorno a noi.
Desideriamo vivere l’Avvento cristiano:
attesa e domanda di Gesù, riscoprendo i segni della sua presenza.

Natale 1223 Natale 2023

Il Presepio ha 800 anni
Per questo ottavo centenario dall’8 Dicembre 2023 al 2 Febbraio 2024
è offerta una particolare Indulgenza Plenaria pregando
davanti al presepe nelle chiese francescane.

AVVENTO

…ma c’è una strada
per la nostra vita?

Per aiutarci in questo
cammino vi proponiamo
alcuni incontri significativi:

Giovedì 7 dicembre
in Chiesa, alle ore 21
Concerto dalla Banda
Cittadina di Porto Viro
in preparazione alla
Festa dell’Immacolata

Domenica 10 dicembre
Partecipiamo tutti ad
un’opera di carità
preparando o acquistando
delle torte proposte al
termine delle SS. Messe.

Lunedì 11 dicembre
Il nostro Vescovo
ci introduce nel tema:
Maschio e femmina li creò

Domenica 17 dicembre
Visita a Chioggia alla mostra:
The Mystery Man
Il mistero dell’Uomo della Sindone.
Partenza dal piazzale della
Chiesa alle ore 14,30.
Chiediamo di iscriversi
in parrocchia

VENERDI’ 8 DICEMBRE
Solennità
dell’ IMMACOLATA
L’orario delle S.S. Messe è quello festivo

Villaregia di Porto Viro
Sosta di Avvento

“Giustizia e pace si baceranno”
Sabato 9 dicembre 15,30 – 18,00

Caritas

Per la Colletta di Avvento fissata per domenica 17 dicembre,
la Diocesi propone di appoggiare il progetto della costruzione di una scuola in Burundi dove ci sono le Suore Serve di Maria Addolorata di Chioggia.

 

Presepio Vivente

Ca’ Cappellino
24 dicembre dalle ore 16

Lo dico a tutti: vegliate!

 

Il vangelo di questa prima domenica di Avvento è una forte esortazione alla vigilanza, perché il passare del tempo può farci cadere in una sorta di immobilismo, come se fossimo padroni del tempo. Viviamo nel tempo, ma non possiamo delimitarne i confini a piacimento. Il cristiano sa che oltre il tempo non c’è il vuoto, ma l’eterno, dove Cristo già si trova e dove anche la vita dell’uomo sarà portata a piena maturità. Il tempo di Avvento è sì preparazione a fare memoria della venuta storica di Gesù in mezzo a noi (= il Natale), ma è anche un invito a vivere la nostra esistenza con lo sguardo rivolto a Cristo che certamente tornerà.
Quando tornerà? Nessuno lo sa e Gesù mette in guardia: Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. Cosa fare nel tempo dell’attesa? La risposta si trova nella breve parabola del portiere. In assenza del padrone partito per un viaggio, compito del portiere, e insieme con lui dei servi, è quello di gestire con serietà la casa, secondo il compito affidato a ciascuno e vigilare. Vigilare non è facile. Non a caso Marco, parlando del ritorno del Signore e del rischio di essere sorpresi all’improvviso, usa l’immagine della notte quando si è appesantiti dal sonno. Non si sa bene quando il Signore verrà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino. L’immagine della notte ha lo scopo di far capire che c’è sempre il pericolo di essere appesantiti dalle mille occupazioni e preoccupazioni di ogni giorno e cadere in un torpore capace di distogliere dall’impegno nella vita cristiana.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate! Il rischio di essere sorpresi e colti impreparati dal Signore può essere una triste realtà. Ricordando la prima venuta di Cristo, la chiesa, mentre si prepara a celebrare il mistero del Natale, vuole anche e soprattutto prepararci all’appuntamento della sua venuta finale nella gloria, perché ogni giorno ci alleniamo con amore ad attenderlo, e ci invita a pregare: Vieni, Signore Gesù! (Ap 22,20).

d.G.