N.S. GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
N.S. GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
26 novembre 2023

RE CHE ACCOGLIE E SALVA
l Vangelo di questa domenica ci mette di fronte a un punto decisivo:
la nostra persona, e tutta la nostra vita davanti al Signore Dio, nel momento finale.
Che cosa gli presenteremo?
Il tempo, le energie, le azioni.
Soprattutto il rapporto con le persone:
familiari, amici, colleghi, compaesani, estranei…
Come li abbiamo guardati e trattati?
Come li abbiamo amati e serviti?
Ogni persona diventa amabile se la vediamo come segno e riflesso di Gesù, nostro Re e Signore, che ci ama e desidera abbracciarci.
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre alle 18,00 recita del Vespro e
S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Partirono senza indugio”
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa del mercoledì.
AVVENTO
…ma c’è una strada
per la nostra vita?
Per aiutarci in questo
cammino vi proponiamo
alcuni incontri significativi:
Giovedì 30 novembre
Don Gastone
ci ripropone i primi capitoli della Genesi:
La creazione del mondo e dell’uomo
Giovedì 7 dicembre
in Chiesa, alle ore 21
Concerto dalla Banda
Cittadina di Porto Viro
in preparazione alla
Festa dell’Immacolata
Lunedì 11 dicembre
Il nostro Vescovo
ci introduce nel tema:
Maschio e femmina li creò
Venite, benedetti del Padre mio
Il vangelo presenta il grande affresco del «giudizio universale». Il criterio sulla base del quale verrà formulato il giudizio è il comportamento avuto nei confronti dei «più piccoli», vale a dire nei confronti di chi si trova nel bisogno e consiste in sei atti elementari di misericordia: «nutrire l’affamato, dar da bere all’assetato, accogliere lo straniero, vestire colui che è nudo, visitare il malato e il carcerato». Questi sei gesti hanno due caratteristiche che li accomunano. Da una parte portano il segno dell’«evidenza»: dinanzi a un affamato o a un assetato … non è necessario aver frequentato un maestro o aver fatto studi particolari per capire ciò a cui si è chiamati. Dall’altra, questi sei gesti si impongono per la loro «urgenza»: le situazioni di bisogno richiedono un intervento immediato altrimenti diventano irrimediabili. Questi sei atti sono il prolungamento e l’illustrazione del comandamento dell’amore.
Gesù pone un rapporto molto stretto tra questi gesti di misericordia e la sua persona: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». Questa solidarietà tra Gesù e coloro che si trovano nel bisogno suscita la sorpresa di coloro che vengono giudicati. Sia gli «eletti» che gli «altri» non avrebbero mai immaginato che stessero amando o odiando il Signore nel momento in cui dimostravano misericordia o indifferenza verso i «più piccoli». Insistendo su questo stupore e rivelando la solidarietà di Gesù con i bisognosi, il testo lascia capire ciò di cui vuole convincere il lettore e/o ascoltatore. Nell’attenzione ai bisogni del prossimo si manifesta il rapporto tra il credente e il suo Signore. Se ogni decisione presa a favore del prossimo in stato di necessità è una decisione presa a favore di Cristo, se ogni rifiuto opposto al misero è rifiuto di Cristo, questo significa che il comportamento concreto dimostra la serietà del discepolo, la verità della sua fede.
Questa pagina evangelica indica qual è il «luogo della fede»: Cristo è creduto e confessato là dove i discepoli sono impegnati nella fedeltà all’amore. Solo l’aiuto concreto nei confronti degli altri testimonia l’autentico rapporto con Cristo. L’appartenenza alla chiesa non conferisce alcuna sicurezza, tutti, e in particolare i credenti, sono in marcia verso il giudizio. Non c’è fede vera e rapporto vivo e autentico con Gesù Cristo senza l’impegno concreto a vantaggio di chi si trova in stato di bisogno e necessità. Solo se faremo questo risuonerà anche per noi al termine del nostro cammino terreno: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo».
d.G.
Venga il tuo regno di verità e di pace
Nel 1925, a seguito degli eventi della prima guerra mondiale, papa Pio XI indisse un “Giubileo della pace”; l’11 dicembre dello stesso anno, con l’enciclica “Quas primas”, istituiva la Solennità di Gesù Cristo Re, a coronamento del Giubileo. Originariamente la ricorrenza era collocata nell’ultima domenica di ottobre, ma con il Concilio Vaticano II è stata spostata all’ultima domenica dell’anno liturgico ed è stata adottata anche dalle Confessioni luterana e anglicana. Parlare di regalità di Cristo oggi ha ancora un senso e se sì, come farla vivere nella nostra società post-cristiana sempre più autonoma da ogni riferimento a Dio e a Cristo? Il prefazio della Messa definisce, quello di Cristo, regno eterno e universale, di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace. Le ragioni che spinsero Pio XI, su richiesta di pastori e fedeli, a istituire la ricorrenza valgono ancora? Nella citata enciclica, il Papa chiedeva ai cattolici un maggiore impegno nella società per accelerare il ritorno alla regalità sociale di Cristo, per opporre «un rimedio efficacissimo a quella peste che pervade l’umana società», cioè il laicismo con tutti i suoi errori. Lo scopo del richiamo di Pio XI è proprio contrastare la nascita e la crescita di una società atea e secolarizzata, per l’avere i cristiani allontanato Cristo «e la sua santa legge» dalla pratica della vita quotidiana, dalla famiglia e dalla società. Continuando a negare e rigettare «l’impero di Cristo Salvatore» diviene, così, impossibile una speranza di pace duratura fra i popoli. Da qui la necessità di «instaurare il Regno di Cristo e proclamarlo Re dell’Universo». Dopo quasi cento anni, resta attuale l’analisi di Pio XI, la quale ci aiuta a constatare che anche oggi, l’umanità, quasi idolatrando il principio di autodeterminazione, sceglie di fare a meno di Dio. «Se comandiamo che Cristo Re venga venerato da tutti i cattolici del mondo – afferma il Papa –, con ciò Noi provvederemo alle necessità dei tempi presenti, apportando un rimedio efficacissimo a quella peste che pervade l’umana società».
+ mons. Giovanni D’Ercole, vescovo
Domenica XXXIII^ del Tempo Ordinario
Domenica XXXIII^ del Tempo Ordinario
19 novembre 2023
VIVERE INTENSAMENTE LA VITA

Verso la conclusione dell’anno liturgico percepiamo che tutta la vita è dono:
noi siamo dono, con tutti i doni che ci sono affidati perché crescano e portino frutto.
Questo ci apre alla responsabilità, cioè alla risposta verso il Donatore.
Interroghiamoci sull’uso del tempo, intelligenza, doti affettive, e quindi anche di casa, denaro, oggetti.
Sono orientati al nostro vero Bene, al nostro Destino?
La vera soddisfazione sta nel “crescere davanti a Qualcuno”,
donandoci per il bene di tutti.
Con l’esempio dei santi e di tanti cristiani.
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre alle 18,00 recita del Vespro e
S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Partirono senza indugio”
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa del mercoledì.
Uno solo è la vostra Guida, il Cristo
Il c. 23 del vangelo di Matteo è una denuncia del comportamento di scribi e farisei, e nello stesso tempo un ammonimento per la comunità cristiana. Gesù si scaglia contro la distorsione tra il dire e il fare, tra l’apparire e l’essere. Gli scribi e farisei descritti in questo tratto del vangelo, più che personaggi del passato, sono caricature delle deviazioni che minacciano la coscienza religiosa in tutte le epoche. Gesù intende smascherare atteggiamenti che possono essere presenti anche all’interno delle comunità cristiane dei nostri giorni. Egli esige dai suoi discepoli un comportamento del tutto diverso: condanna la vanagloria, i titoli onorifici, mette in guardia quanti nella comunità hanno un ruolo di guida dal pericolo di rivendicare per sé trattamenti di particolare riguardo e deferenza. L’unico vero maestro è Cristo e l’unico vero Padre è Dio. I cristiani sono fratelli tra loro, figli dello stesso Padre. Di fronte a questa fondamentale uguaglianza tutti i ruoli passano in secondo piano, e devono essere svolti come servizio ai fratelli. Nessuna funzione e nessun ministero nella chiesa ha significato se non è immagine e segno di Cristo servo: Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo. All’interno della comunità cristiana chi ha compiti di guida è chiamato a conformarsi a Cristo, che ha scelto la strada di un messianismo povero e umile, un messianismo di vicinanza e compassione per gli ultimi. Farsi piccoli di fronte a Dio, rinnegando ogni atteggiamento di orgoglio e superbia, è la condizione indispensabile per poter entrare nel regno di Dio. L’umiltà è necessaria per dar vita a una comunità di fratelli, caratterizzata dal servizio, libera da espressioni di dominio dei forti sui deboli.
Gesù presenta sé stesso come il solo maestro da imitare e seguire: Uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Contrariamente a quanto avveniva per scribi e farisei, in Gesù non c’è stato squilibrio tra pensiero e azione, non ha camminato ai margini delle sue idee, ma dentro le sue idee e ha versato il sangue per le sue idee. Gesù è stato un uomo coerente, forte e deciso, e così deve essere il vero discepolo. Il c. 23 di Matteo non è solo una dura requisitoria contro il giudaismo farisaico del tempo di Gesù, è anche un monito alla comunità cristiana di ogni tempo che si trova sempre nel pericolo di cadere in quegli stessi errori.
d.G.
Consiglio
Pastorale Parrocchiale
Si raduna venerdì 24 alle ore 21,
in canonica, con il seguente
o.d.g:
– uno sguardo sulla vita
della nostra Comunità;
-tempo di Avvento e di Natale.
Martedì 21 novembre
nel giorno in cui si celebra la festa
della Presentazione al Tempio di
Maria SS.ma, nel Veneto si celebra
la festa della
Madonna della Salute
a cui è intitolata la
Casa di Cura di Porto Viro.
In tale circostanza
alle ore 15,30
il Vescovo Giampaolo
celebrerà la Messa.
In Parrocchia viene sospesa la
Messa delle ore 18,00.
GIORNATA DEL
RINGRAZIAMENTO
Domenica prossima 26 novembre
in occasione della solennità di
Cristo Re dell’Universo
celebriamo nelle parrocchie di
Mea, Ca’Cappellino
e San Bartolomeo,
la festa del
Ringraziamento
per i frutti della terra, del mare
e del lavoro dell’uomo.
Quanto sarà portato all’altare
sarà devoluto in opere di carità.
Al termine della Messa sul
piazzale delle rispettive Chiese sarà
impartita la benedizione alle macchine,
agli automezzi e ai mezzi di lavoro.
Domenica XXXII^ del Tempo Ordinario
Domenica XXXII^ del Tempo Ordinario
12 novembre 2023

L’OLIO DELL’ATTESA
In questo ultimo mese dell’anno liturgico siamo richiamati a volgere
lo sguardo a Cristo che tutti ci invita alla festa con Lui nel suo
Regno. Occorre che la nostra speranza e il nostro desiderio siano rivolti
verso di Lui in modo attivo e attento: questo significa l’olio nelle lampade.
Una fede viva per poterlo riconoscere quando viene; una carità attiva verso
il prossimo, in famiglia nel lavoro, nella società. Il dono della sapienza ci
fa riconoscere il bene della vita vissuta come anticipo e preparazione
all’incontro con Lui.
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre alle 18,00 recita del Vespro e
S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Partirono senza indugio”
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa del mercoledì.
Colletta Alimentare
Quest’anno la Giornata Nazionale
della Colletta Alimentare sarà sabato,
18 novembre 2023. Partecipa anche
tu: recati in uno dei 14.000
supermercati d’Italia …
Che cos’è
L’iniziativa prevede la presenza di
volontari presso i Punti Vendita
aderenti della Grande Distribuzione
Organizzata che invitano centinaia
di migliaia di persone che
vanno a fare la spesa a donare
una parte della propria spesa per
le persone in difficoltà.
L’obiettivo di questo evento
è sensibilizzare la società
civile sul problema
della povertà, richiamando
ai concetti di condivisione,
gratuità e carità e raccogliere
alimenti attraverso le donazioni
delle persone che vi partecipano
secondo il principio educativo
“Condividere i bisogni
per condividere il senso
della vita”.
SMS
Grazie per l’incontro di
ieri sera (10 nov.) sul libro
“Cento ripartenze”.
Abbiamo bisogno di
imparare a ripartire anche noi !!
In alcuni momenti mi sono
commosso!! Grazie, non stancarti
di riproporci testimonianze
come quella di ieri sera!!
Vegliate, perché non sapete
né il giorno né l’ora
La «parabola delle dieci vergini» presenta tre scene: nella prima le vergini vengono suddivise in due gruppi, cinque vengono definite «stolte» (sbadate) perché non prendono con sé una riserva di olio per le lampade, e cinque vengono dette «sagge» (prudenti) perché portano con sé una scorta di olio. La seconda scena presenta l’improvvisa venuta dello sposo. Le stolte si rendono conto troppo tardi della loro poca avvedutezza e chiedono alle sagge di dividere con loro l’olio. Nella terza e ultima scena giunge lo sposo, le vergini pronte entrano alle nozze e la porta viene chiusa. Il versetto finale presenta la morale: bisogna essere vigilanti, perché non si conosce né il giorno né l’ora in cui il Figlio dell’uomo tornerà.
Per ogni singolo elemento della parabola si potrebbero trovare dei significati, ma la cosa importante è non perdere di vista i termini iniziali della similitudine: Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che … uscirono incontro allo sposo. È questa dinamica d’incontro, caratterizzata dalla prontezza che è importante. Tutta l’azione trova unità nella persona dello «sposo» che è determinante in tutti e tre i momenti della parabola: la prima lo definisce «colui che è atteso», la seconda «colui che sta arrivando», la terza «colui che è arrivato». La comunità cristiana (= le vergini) deve vivere il tempo presente come tempo di attesa del ritorno del Signore (= lo sposo) e poiché nessuno conosce il momento del suo ritorno bisogna essere vigilanti. L’olio delle lampade è simbolo del fare la volontà di Dio, delle opere buone, e proprio per questo le sagge non possono passare il proprio olio alle stolte.
La parabola è stata inserita da Matteo all’interno del discorso escatologico per rispondere a una precisa domanda posta dai discepoli: «Quando verrà la parusìa? (= il ritorno finale di Gesù)». Gesù non dice quando verrà, ma invita a prepararsi a questo evento. Il tempo dell’attesa deve essere tempo operoso, perché l’incontro finale con il Signore, che viene per invitarci a fare festa con lui, potrà trasformarsi in condanna non per la sua severità ma per la poca vigilanza e/o preparazione che avremo dimostrato. Alla venuta del Signore bisogna prepararsi già da ora, perché quando verrà sarà troppo tardi. Le vergini stolte sapevano della venuta dello sposo e l’aspettavano, ma nonostante questo non si erano preparate nel modo conveniente.
d.G.
INDI GREGORY E IL PARADISO
Il papà di Indi, Dean Gregory esprime gratitudine all’Italia. Ma commuove immensamente che lui, che non è religioso, né battezzato, di fronte al dolore della sua bambina, all’ingiustizia della malattia e all’incomprensione del mondo intuisca che c’è una felicità che nessuno può togliergli e la individui nel Battesimo. La felicità, con coloro che amiamo, che Dio dona per sempre. La Sua risposta di amore al dolore degli innocenti e all’ingiustizia.
“Non sono religioso e non sono battezzato.
Ma quando ero in tribunale mi sembrava di essere stato trascinato all’inferno.
Ho pensato che se l’inferno esiste, allora deve esistere anche il paradiso.
Era come se il diavolo fosse lì. Ho pensato che se esiste il diavolo allora deve esistere Dio.
Una volontaria cristiana visitava ogni giorno il reparto di terapia intensiva e mi ha detto che il battesimo ti protegge e ti apre la porta del paradiso.
Mi hanno colpito molto anche i miei avvocati del del Cristian Legal Centre, Louis Browne, Bruno Quintavalle, e Pavel Strollov, il modo in cui mi hanno sostenuto e la loro dedizione.
E’ stato come se il battesimo di Indi fosse anche un modo per riconoscere il loro lavoro. Ho visto com’è l’inferno e voglio che Indi vada in paradiso.
Anzi, ho deciso che anche io e mia figlia dovremmo battezzarci.
Vogliamo essere protetti in questa vita e andare in paradiso”.
Domenica XXXI^ del Tempo Ordinario
Domenica XXXI^ del Tempo Ordinario
5 novembre 2023

PADRI E MAESTRI
Ci sono ancora padri e maestri al mondo?
E noi, abbiamo ancora bisogno di padri e maestri?
Persone capaci di amare senza possedere, riflessi di Dio Padre e di Gesù Maestro?
Rischiamo di navigare a vuoto, senza sapere la direzione e incapaci di tenere la barca, attratti dalle sirene che ci attirano da mille canali tv e strumenti social.
Cerchiamo invece Gesù Maestro!
Il suo Vangelo, i suoi ministri, persone che riflettono nella parola e nella vita l’immagine di Dio Padre, di Gesù Maestro, dello Spirito Santo Amore.
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre alle 18,00 recita del Vespro e
S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Partirono senza indugio”
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa del mercoledì.
Venerdì 10 novembre
alle ore 21
presso la sala
delle opere parrocchiali
ci sarà la presentazione del libro:
“Cento ripartenze
quando la vita ricomincia”
Con la presenza dell’autore:
Giorgio Paolucci e
Youlsa Tangara
uno dei cento
protagonisti del libro.
Sostengono l’iniziativa:
Centro di solidarietà
“Madre Teresa di Calcutta”,
la Parrocchia di San Bartolomeo,
il Centro Culturale L’Umana Avventura,
con il patrocinio della
Città di Porto Viro

Monastero Cuore Immacolato di Maria
ADORAZIONE EUCARISTICA
MENSILE
Giovedì 9 novembre ore 20,45
La nostra comunità parrocchiale
è invitata speciale a questo
incontro di preghiera
“si avvicinò e camminava con loro”

Uno solo è la vostra Guida, il Cristo
Il c. 23 del vangelo di Matteo è una denuncia del comportamento di scribi e farisei, e nello stesso tempo un ammonimento per la comunità cristiana. Gesù si scaglia contro la distorsione tra il dire e il fare, tra l’apparire e l’essere. Gli scribi e farisei descritti in questo tratto del vangelo, più che personaggi del passato, sono caricature delle deviazioni che minacciano la coscienza religiosa in tutte le epoche. Gesù intende smascherare atteggiamenti che possono essere presenti anche all’interno delle comunità cristiane dei nostri giorni. Egli esige dai suoi discepoli un comportamento del tutto diverso: condanna la vanagloria, i titoli onorifici, mette in guardia quanti nella comunità hanno un ruolo di guida dal pericolo di rivendicare per sé trattamenti di particolare riguardo e deferenza. L’unico vero maestro è Cristo e l’unico vero Padre è Dio. I cristiani sono fratelli tra loro, figli dello stesso Padre. Di fronte a questa fondamentale uguaglianza tutti i ruoli passano in secondo piano, e devono essere svolti come servizio ai fratelli. Nessuna funzione e nessun ministero nella chiesa ha significato se non è immagine e segno di Cristo servo: Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo. All’interno della comunità cristiana chi ha compiti di guida è chiamato a conformarsi a Cristo, che ha scelto la strada di un messianismo povero e umile, un messianismo di vicinanza e compassione per gli ultimi. Farsi piccoli di fronte a Dio, rinnegando ogni atteggiamento di orgoglio e superbia, è la condizione indispensabile per poter entrare nel regno di Dio. L’umiltà è necessaria per dar vita a una comunità di fratelli, caratterizzata dal servizio, libera da espressioni di dominio dei forti sui deboli.
Gesù presenta sé stesso come il solo maestro da imitare e seguire: Uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Contrariamente a quanto avveniva per scribi e farisei, in Gesù non c’è stato squilibrio tra pensiero e azione, non ha camminato ai margini delle sue idee, ma dentro le sue idee e ha versato il sangue per le sue idee. Gesù è stato un uomo coerente, forte e deciso, e così deve essere il vero discepolo. Il c. 23 di Matteo non è solo una dura requisitoria contro il giudaismo farisaico del tempo di Gesù, è anche un monito alla comunità cristiana di ogni tempo che si trova sempre nel pericolo di cadere in quegli stessi errori.
d.G.
L’Associazione Pro Loco di Donada
con le parrocchie di Porto Viro
organizza la
10^ edizione Mostra – Concorso Presepi
A catechismo verrà consegnato ai ragazzi il Modulo di Iscrizione
Si segnale inoltre:

Domenica XXX^ del Tempo Ordinario
Domenica XXX^ del Tempo Ordinario
29 ottobre 2023

DOVE RINASCE LA FEDE
Fermiamoci a considerare la nostra chiesa, costruita da noi o consegnataci dai nostri padri.
La Chiesa in paese, in quartiere, è segno e strumento di unità per i cristiani e tante altre persone.
Non chiudiamoci nel nostro individualismo, nell’egoismo e nell’orgoglio.
Non fermiamoci ai social. Siamo chiamati insieme e abbiamo bisogno della fede e della carità degli altri.
Questa sorgente di misericordia ci rende partecipi del sacrificio del Corpo e Sangue di Cristo.
Nel luogo del battesimo nostro e dei figli, sempre rinasciamo nella fede.

Mercoledì festa di tutti i Santi
I Santi sono i cristiani che hanno amato Dio con tutto il cuore e hanno amato
il prossimo come se stessi. Si può?
Si può vivere così! E’una strada aperta, da percorrere
guardando coloro che ci camminano avanti nell’amore di Dio e del prossimo.
Ss. Messe orario festivo: 8,30 – 10,30 – 18,00
Giovedì 2 novembre
nella commemorazione di tutti i fedeli defunti,
SS: Messe in Chiesa San Bartolomeo ore 8,30 e 15,00
Oggi, in tutta la Diocesi
Festa della Dedicazione
della propria Chiesa
La nostra Chiesa divenne
sede parrocchiale
il 7 settembre 1665.
La chiesa parrocchiale
venne ricostruita nel 1726
in stile neoclassico
e fu consacrata
l’8 settembre 1845
dal Vescovo di Chioggia
Mons. Jacopo De Foretti.

CAMBIO DELL’ORA
Nella notte fra sabato 28
e domenica 29 ottobre
le lancette dell’orologio
vengono portate
indietro di un’ora.
L’orario delle messe
resta invariato
Venerdì 10 novembre
alle ore 21
presso la sala
delle opere parrocchiali
ci sarà la presentazione del libro:
Cento ripartenze
quando la vita ricomincia
Con la presenza dell’autore:
Giorgio Paolucci e
Youlsa Tangara
uno dei cento
protagonisti del libro.
Sostengono l’iniziativa:
Centro di solidarietà
“Madre Teresa di Calcutta”,
la Parrocchia di San Bartolomeo,
il Centro Culturale L’Umana Avventura,
con il patrocinio della
Città di Porto Viro
I fiori della preghiera
e della carità
In tutti i mercoledì di novembre
Alle 18,00 recita del Vespro e
S. Messa con Catechesi sulla
lettera del Vescovo:
“Partirono senza indugio”.
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa,
possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare
nella S. Messa del mercoledì.
Il comandamento più grande
Un dottore della Legge, si avvicina a Gesù e chiede: Qual è il più grande comandamento della legge? A questa domanda è sottesa una questione molto dibattuta nel mondo rabbinico del tempo di Gesù, che si domandava quale fosse il comandamento da porre al di sopra di tutti gli altri. Gesù risponde citando Dt 6,5: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo comandamento ricordava all’israelita l’esclusività di Dio, nel suo cuore non ci dovevano essere altre divinità. Con la citazione di questo comandamento, Gesù ricorda che il primato spetta a Dio, è Dio che deve stare in cima alla scala dei valori.
Gesù però si spinge oltre e afferma che l’amore verso Dio va unito all’amore verso il prossimo. Questo secondo comandamento viene ripreso dal libro del Levitico (19,18). Le interpretazioni rabbiniche di questo passo non erano però concordi e nella prassi concreta “prossimo” era solo il compatriota israelita che osservava la Legge. Gesù unisce i due comandamenti e dall’insieme del suo insegnamento emerge che “prossimo” non è solo il fratello di religione o di razza ma ogni uomo e, in particolare, ogni uomo che si trova in stato di necessità (cfr. Mt 25,31-46). Gesù aggiunge che il prossimo va amato come se stessi, cioè senza mezze misure, bisogna amare il prossimo con lo stesso amore che si nutre verso sé stessi.
L’annuncio di questa pagina evangelica è chiaro: l’amore verso il fratello è il termometro che misura la verità del nostro amore per Dio. Sono due comandamenti strettamente legati l’uno all’altro. Nella prima lettera di Giovanni si legge: Se uno dicesse: “Io amo Dio”, e odiasse suo fratello, è un mentitore. Chi, infatti, non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il fratello (1Gv 4,19-21).
d.G.
Maestra, perché nella nostra scuola
non ci sono zucche, fantasmi e zombi?
Cari genitori,
Crediamo che Halloween sia una festa che non appartiene alla nostra tradizione e che, mascherata sotto una veste carnevalesca, esalti la morte e la paura.
Al suo posto noi, scegliamo di presentare ai bambini la festa dei Santi: durante la preghiera mattutina parleremo del Paradiso, dei nostri cari che sono defunti, che ci hanno amati e che vivono eternamente con Dio. Scegliamo di parlare della Vita.
Le Maestre
Domenica XXIX^ del Tempo Ordinario
Domenica XXIX^ del Tempo Ordinario
22 OTTOBRE 2023

IL BENE DELLA CHIESA,
IL BENE DI TUTTI
Conviene a “Cesare”, cioè al potere umano, rispettare e fare vivere
chi professa una fede:
è questione di libertà ed è vantaggio per tutti.
Quando “Cesare”, cioè il potere, ostacola o abolisce la presenza della Chiesa e l’azione dei cristiani, fa del male a tutti, particolarmente nelle zone di missione.
L’azione del potere statale non basta a salvarci.
La Chiesa lascia ai cittadini e allo stato la regolazione della vita pubblica, purché non si impongano scelte contro la coscienza.
Tutti possano godere della libertà e della pace, come figli di Dio e fratelli.
“LAMPADA DELLA PACE”
Itinerario della Lampada della Pace programmato nel nostro Vicariato:
mese di ottobre
3-7 Monastero delle Clarisse; 8-12 Unità pastorale di Scalon; 12-17 Unità pastorale di Loreo;
18-21 Unità pastorale di Donada; 22-28 Unità pastorale di Rosolina;
mese di novembre
29 ottobre 5 novembre Unità pastorale. di Taglio di Po; 5-12 novembre Unità pastorale di Contarina.
In questa domenica iniziamo
l’Anno Catechistico
Alla Messa delle ore 10,30
attendiamo ragazzi,
genitori e catechisti.
Dopo la Messa ci sarà
un momento comune di
accoglienza in cui spiegheremo le
modalità e il percorso
del cammino catechistico
di quest’anno, con un gioco.

Domenica 29 ottobre
dalle ore 15,30 alle ore 18,30
Seminario a Chioggia
sarà presente
Mons. Valentino Bulgarelli
responsabile dell’
Ufficio Catechistico nazionale
che metterà a tema
l’iniziazione cristiana.
Il Vescovo invita all’incontro
i sacerdoti, i catechisti e
gli operatori pastorali
della Diocesi.
I diritti di Dio e di Cesare
Farisei ed erodiani inviano a Gesù una delegazione con una domanda trabocchetto messa insieme con grande abilità: È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare? Qualunque sia la risposta, Gesù è perduto: se si pronuncia contro il versamento del tributo sarà subito denunciato come un pericoloso agitatore del popolo e sovvertitore delle leggi di Roma; se invece si dichiara favorevole al pagamento, cesserà di apparire agli occhi del popolo come il messia atteso. La domanda è preceduta da una introduzione accattivante: Gesù è definito un maestro «veritiero», che insegna la via di Dio «secondo verità» e che non «guarda in faccia nessuno». Insomma, è un uomo franco, lineare, tutto d’un pezzo. Non dice ciò che gli è utile, non è condizionato dal consenso e dalla popolarità: dice ciò che è vero. Gesù però sa che la loro domanda non nasce dal desiderio di sapere e che non sono interessati alla verità. Si parla di «malizia» e «ipocrisia». Gesù si fa’ mostrare una moneta e sposta la questione dal piano ideologico a quello pratico. La moneta mostra in modo inequivocabile che i giudei sono sudditi di Roma, godono i vantaggi dell’amministrazione romana e quindi devono dare il loro contributo. Questo è quanto Gesù afferma nella prima parte della risposta: Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare.
La seconda parte della risposta chiarisce che il pagare il tributo a Cesare non è in contrasto con il rendere a Dio quello che gli è dovuto. Se la moneta deve essere restituita a Cesare perché porta la sua immagine, anche l’uomo deve essere restituito a Dio, perché creato a immagine di Dio (Gen 1,26). Nella risposta di Gesù, però, l’enfasi cade sulla seconda parte: ma a Dio quello che è di Dio. Cesare (lo Stato) svolge un suo ruolo importante e quindi ci sono dei doveri nei confronti dello Stato che non vanno misconosciuti, ma il valore assoluto è Dio. Lo Stato non può erigersi a valore assoluto, non può assorbire tutto il cuore dell’uomo e non può sostituirsi alla sua coscienza. Il problema se sia possibile tracciare una linea di demarcazione fra le legittime richieste dello Stato e le richieste di fedeltà a Dio si è presentato e si ripresenterà sempre. La soluzione indicata da Gesù invita a soppesare di volta in volta le richieste dello Stato tenendo presente che il valore assoluto rimane sempre e comunque Dio.
d.G.
22 OTTOBRE 2023
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
Messaggio del Santo Padre Francesco

Cari fratelli e sorelle!
Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho scelto un tema che prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca (cfr 24,13-35): «Cuori ardenti, piedi in cammino». Quei due discepoli erano confusi e delusi, ma l’incontro con Cristo nella Parola e nel Pane spezzato accese in loro l’entusiasmo per rimettersi in cammino verso Gerusalemme e annunciare che il Signore era veramente risorto. Nel racconto evangelico, cogliamo la trasformazione dei discepoli da alcune immagini suggestive: cuori ardenti per le Scritture spiegate da Gesù, occhi aperti nel riconoscerlo e, come culmine, piedi in cammino. Meditando su questi tre aspetti, che delineano l’itinerario dei discepoli missionari, possiamo rinnovare il nostro zelo per l’evangelizzazione nel mondo odierno.
Domenica XXVIII^ del Tempo Ordinario
Domenica XXVIII^ del Tempo Ordinario
15 ottobre 2023

INVITO A NOZZE
Questo Vangelo ci sorprende:
Dio Padre ci invita alle nozze del suo Figlio, mandato sulla terra
per fare festa con noi.
Gesù va a nozze a Cana, e tante volte lo troviamo in casa a pranzo con le persone, fino all’Ultima Cena, ardentemente desiderata.
E gli invitati? E noi? Abbiamo altro da fare.
Cerchiamo la felicità da un’altra parte, e il nostro cuore inaridisce.
Possiamo ripensarci?
Possiamo riprendere in mano l’invito ricevuto?
Quali occasioni abbiamo? Quali tracce assecondiamo?
Il banchetto è pronto, e la compagnia dei fratelli ci attende.
Giorno di digiuno e astinenza, e di preghiera per la pace
Noi sacerdoti lunedì e martedì saremo assenti per un corso di aggiornamento con il Vescovo,
perciò la proposta di preghiera e di digiuno viene spostata a mercoledì 18
con il seguente programma a livello vicariale:
Chiesa di Taglio di Donada ore 9 S. Messa con l’accoglienza della lampada della pace,
esposizione del SS.mo Sacramento con adorazione guidata alle 11 e alle 16.
Ore 18 canto del Vespro e Benedizione Eucaristica.
A Chioggia il Vescovo alle 21, in Cattedrale, guida un incontro di preghiera
per la stessa intenzione. Ognuno può scegliere il luogo e l’ora che gli è più comoda.
Domenica 22 ottobre
Giornata Missionaria Mondiale
iniziamo l’Anno Catechistico
Alla Messa delle ore 10,30
attendiamo ragazzi e genitori e
catechisti a cui affideremo il mandato

Nei giorni di
lunedì 16 e martedì 17 ottobre
tutti i sacerdoti sono assenti per un
corso di aggiornamento con il Vescovo
In parrocchia viene sospesa
a Messa di martedì 17.
Si può partecipare alla messa
dalle Clarisse alle ore 7,00
o al rosario per la pace alle 20,45.
L’APPELLO “Perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace”
(1 Cor 14,33)
Fratelli e sorelle carissimi, che il Signore davvero ci doni la sua pace.
Il dolore e lo sgomento per quanto sta accadendo sono grandi. Ancora una volta ci ritroviamo nel mezzo di una crisi politica e militare. Siamo stati improvvisa-mente catapultati in un mare di violenza inaudita. L’odio, che purtroppo già sperimentiamo da troppo tempo, aumenterà ancora di più, e la spirale di violenza che ne consegue e creerà altra distruzione. Tutto sembra parlare di morte. Ma in questo momento di dolore e di sgomento, non vogliamo restare inermi. E non possiamo lasciare che la morte e i suoi pungiglioni (1Cor 15,55) siano la sola parola da udire.
Per questo sentiamo il bisogno di pregare, di rivolgere il nostro cuore a Dio Pa-dre. Solo così potremo attingere la forza e la serenità di vivere questo tempo, rivolgendoci a Lui, nella preghiera di intercessione, di implorazione, e anche di grido. A nome di tutti gli Ordinari di Terra Santa, invito tutte le parrocchie e comunità religiose ad una giornata di digiuno e di preghiera per la pace e la riconciliazione. Chiediamo che nel giorno di martedì, 17 ottobre, tutti facciano un giorno di digiuno e astinenza, e di preghiera. Si organizzino momenti di preghiera con adorazione eucaristica e con il rosario alla Vergine Santissima. Probabilmente in molte parti delle nostre diocesi le circostanze non permetteran-no la riunione di grandi assemblee. Nelle parrocchie, nelle comunità religiose, nelle famiglie, sarà comunque possibile organizzarsi per avere semplici e sobri momenti comuni di preghiera. È questo il modo in cui ci ritroviamo tutti riuniti, nonostante tutto, e incontraci nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giu-stizia e di riconciliazione.
Assicurando il ricordo nella preghiera,
L’APPELLO “Perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace” (1 Cor 14,33)
+Pierbattista Card. Pizzaballa Patriarca di Gerusalemme dei Latini
Tutto è pronto, venite alle nozze
Il vangelo presenta la «parabola del banchetto nuziale». Il primo quadro della parabola è una sintesi della storia della salvezza e del suo apparente fallimento. Dio (il re) per mezzo dei profeti (i servi) ha invitato più volte il suo popolo (gli invitati) a prendere parte all’alleanza (il banchetto), ma non ha ricevuto che rifiuti. Ha ritentato con altri profeti, ma la si-tuazione non è cambiata, anzi è peggiorata. Con l’incendio della città e la morte degli invitati, la fase del popolo di Israele si chiude, ma il banchetto non viene cancellato, il piano di Dio non viene bloccato dal rifiuto umano. Il secondo quadro della parabola presenta il proseguimento della storia della salvezza. Poiché i primi invitati non erano degni di sedersi a banchetto, l’invito viene esteso a tutti. Si tratta di gente raccolta per le strade, vengono addirittura raccolti «buoni e cattivi»: la comunità cristiana è la casa di tutti (anche dei peccatori), una casa dalla quale nessuno può essere escluso.
Il racconto potrebbe finire a questo punto, invece continua con un ultimo colpo di scena: il re entra nella sala e scorge un uomo senza la «veste nuzia-le», lo rimprovera e lo condanna. Il comportamento di questo re non può non meravigliare: come si può pretendere che una persona invitata all’ultimo momento, e mentre si trovava per strada, abbia con sé l’abito nuziale Qual è il significato di questo particolare? La chiamata a entrare nel regno di Dio è un dono ed è rivolta a tutti, però al dono di Dio bisogna rispondere con una scelta di vita corrispondente. A chi vuole partecipare al banchetto è richiesto un nuovo modo di essere, pena l’esclusione dal banchetto stesso. La parabola racchiude un severo e pressante avvertimento anche per noi cristiani di oggi: la chiesa non è una comunità di arrivati e di già santi, ma di persone in cammino che hanno lasciato un passato sempre minaccioso e influente, e camminano verso un futuro definitivo atteso e sperato. L’appartenenza alla chiesa non è un’ipoteca sulla salvezza, non spalanca automaticamente le porte del paradiso; per entrare nel Regno bisogna mettersi in riga con i valori che Gesù ha presentato nel vangelo.
L’espressione conclusiva: Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti, sembra in contrasto con quanto precede. Con questa espressione non si intende fornire dati statistici sul numero di coloro che si salvano, né si vuole scoraggiare e far cadere nella rassegnazione. Questa espressione intende in-vece essere un serio avvertimento a non cullarsi nella sicurezza, a impiegare tutte le proprie forze per corrispondere alla chiamata di Dio.
d.G.
Domenica XXVII^ del Tempo Ordinario
Domenica XXVII^ del Tempo Ordinario
8 OTTOBRE 2023

IL CAMPO DA COLTIVARE
Gesù descrive la storia del popolo ebreo, e la nostra storia personale.
Non solo una vigna, ma la vita, le persone, la fede e tanti beni in questo mondo.
Riconosciamo tutto come dono di Dio, non come nostra proprietà, ma come terreno da coltivare per il bene di tutti.
Ripartiamo dal Vangelo, dalla vita della comunità cristiana alla quale apparteniamo, da una presenza viva e attenta nella società, nel lavoro, nella scuola.
Il Signore ci chiama ad essere suoi collaboratori, non come servi, ma come figli amati.
Ottobre mese del Rosario
siccome tra l’11 settembre e l’11 ottobre ricorre l’anniversario
delle principali vittorie cristiane, il mese di ottobre, in cui cade la
festa della Madonna del Rosario, (7 ottobre, anniversario di Lepanto 1571),
oltre ad essere il mese missionario è un mese, insieme a maggio, dedicato al culto mariano.
Mercoledì 11 ottobre
Festa della Patrona di Porto Viro
“Maria SS.ma Madre della Chiesa”
ore 18,30
concelebrazione eucaristica
presieduta dal Vescovo con
i parroci della città,
nella Chiesa di Scalon
seguirà la benedizione
solenne della città
sul sagrato della Chiesa
nella nostra parrocchia
mercoledì 11 ottobre
non si celebra la Messa
delle ore 18,00

Giovedì 12 ottobre
dalle ore 18,45 alle ore 19,30
incontro con tutti i genitori
del catechismo, in Chiesa.
PORTARE FRUTTO
La parabola dei vignaioli omicidi è una lettura simbolica della storia del popolo di Israele. Nell’azione del padrone (= Dio) che pianta la vigna (= il popolo di Israele), la circonda di una siepe, vi scava un frantoio, vi costruisce una torre, possiamo vedere tutta la sollecitudine di questo padrone nel fare in modo che la vigna possa godere delle situazioni ottimali per poter portare frutto. L’ultima azione è affidarla a dei vignaioli (= i capi del popolo). Questi, però, anziché essere fedeli al loro compito di custodi chiamati a consegnare i frutti della vigna al legittimo proprietario, pensano di impossessarsene, uccidendo parte dei servi inviati per il raccolto e il figlio stesso del padrone. A questo punto il racconto della parabola si ferma, Gesù interpella direttamente i suoi interlocutori perché siano loro stessi a continuare la parabola e a proporne la finale. La risposta dei sacerdoti e degli anziani viene quindi ripresa da Gesù e concretizzata: Vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Questo è un duro giudizio su Israele e, nello stesso tempo, un avvertimento per la comunità cristiana. Con la morte di Gesù, pietra che i costruttori hanno scartato ma diventata pietra d’angolo, si è verificata una svolta nella storia del popolo di Israele: i privilegi che gli spettavano in
quanto popolo eletto sono passati al nuovo Israele, la comunità cristiana. Dio ha affidato alla Chiesa le sue promesse, le sue esigenze di giustizia e si attende che porti frutto. Nella conclusione della parabola è importante il riferimento al futuro (sarà tolto … sarà dato …): la parabola dei vignaioli omicidi è per noi un monito che ci impedisce di sentirci persone che hanno già posto un’ipoteca sulla salvezza. Se non siamo disponibili a restituire a Dio i frutti, corriamo il rischio di essere cacciati e di vederci tolto questo grande dono. Le promesse di Dio sono per coloro che si impegnano a portare frutto e aderiscono alla volontà del Padre, solo questa è la condizione che potrà consentire alla comunità cristiana di essere legittima amministratrice dell’eredità che ha ricevuto.
d.G.
Cuori ardenti, piedi in cammino
Il tema scelto dal Papa per la giornata missionaria mondiale prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus nel vangelo di Luca “Cuori ardenti, piedi in cammino” e coincide anche con il tema scelto dall’Ufficio per la cooperazione missionaria fra le Chiese.
Papa Francesco fa notare tre immagini chiave di questo racconto: cuori ardenti dei discepoli, mentre Gesù spiega loro le Scritture,occhiaperti quando lo riconoscono nello spezzare del pane e infine piedi in cammino come nuovo inizio di una relazione e missione con Gesù.

DAL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO
PER IL MESE MISSIONARIO
Contemplare la testimonianza dei missionari ci sprona ad essere coraggiosi e a pregare con insistenza «il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe» (Lc 10,2); infatti siamo consapevoli che la vocazione alla missione non è una cosa del passato o un ricordo romantico di altri tempi. Oggi, Gesù ha bisogno di cuori che siano ca-paci di vivere la vocazione come una vera storia d’amore…
Domenica XXVI^ del Tempo Ordinario
Domenica XXVI^ del Tempo Ordinario
1 ottobre 2023

IL SI’ DELLA SALVEZZA
Guardando la parabola di questi due figli, ciascuno può ricordare quante volte il suo Sì è diventato No, e magari anche quante volte il No è diventato Sì, volgendo in bene le scelte della vita.
Abbiamo sotto gli occhi Gesù, che ‘si è fatto obbediente fino alla morte di Croce’; abbiamo sotto gli occhi tanti fratelli e sorelle che si sono convertiti, nel passato e nel presente:
un incontro, una presenza, un avvenimento diventano una grazia che salva.
Guardiamo, domandiamo, decidiamo.
Mercoledì 11 ottobre Porto Viro celebra
la Festa della Patrona
“Maria SS.ma Madre della Chiesa”
Ore 18,30 solenne concelebrazione eucaristica
presieduta dal Vescovo con i parroci della città,
nella Chiesa di Scalon
seguirà
la benedizione solenne della città
sul sagrato della Chiesa
Mercoledì 11 ottobre
Festa della Patrona di Porto Viro
“Maria SS.ma Madre della Chiesa”
In preparazione alla festa
venerdì 6 ottobre
il Vescovo incontra nella Chiesa
di Taglio di Donada
le comunità parrocchiali di Porto Viro
e tratta il tema:
“Partirono senza indugio”
per costruire comunità cristiane.

martedì 3 ottobre alle ore 18,30
si incontrano i catechisti
mercoledì 11 ottobre alle ore 19
incontro con i genitori
I Santi della settimana
Domenica 1° ottobre
Santa Teresa di Lisieux
Lunedì 2 ottobre
Santi Angeli Custodi
Mercoledì 4 ottobre
San Francesco d’Assisi
patrono d’Italia
Giovedì 5 ottobre
S. Maria Faustina Kowalska
Sabato 7 ottobre
Beata Vergine Maria
del Rosario
Due fratelli, due risposte.
La «parabola dei due figli» contrappone tra loro due diversi comportamenti: due figli reagiscono in maniera diversa alla richiesta del padre che li invita ad andare a lavorare nella vigna. Il primo figlio si dichiara
subito pronto, ma poi non si reca al lavoro; il secondo rifiuta l’invito, ma poi ci ripensa e va a lavorare nella vigna. Questo diverso comportamento consente di ricavare una prima indicazione: non conta «il dire» è necessario «il fare». Non è importante l’obbedienza apparente, l’entusiasmo facile e inconcludente, è importante «il fare». Questo tema non è nuovo nel vangelo di Matteo: l’immagine che conclude il «discorso della montagna» aveva già messo in luce questo importante principio. La stessa idea viene ripresa anche nelle invettive contro scribi e farisei; la loro condanna, infatti, si basa proprio su questa dichiarazione: Essi dicono e non fanno (23,3). Gesù intende dire a quanti si scandalizzavano per il fatto che lui si rivolgeva e frequentava pubblicani e peccatori che, se questi ultimi cambiano vita, sono più vicini alla salvezza dei sedicenti «giusti» che parlano bene ma razzolano male, dicono e non fanno. Un altro insegnamento si ricava dal «ripensamento» del secondo figlio. C’è sempre la possibilità di trasformare il «no» in un «sì», ed è questo che
conta, è questo che è importante. Dio è paziente, l’ultima parola non è mai detta, c’è sempre tempo per cambiare. Anche se si imboccano strade che portano lontano dal Signore, c’è sempre la possibilità di ritornare sulla retta via. Il Signore non chiude mai la porta in faccia a nessuno, anzi lascia sempre un pertugio aperto perché: Dio non gode della morte del malvagio, ma vuole che il malvagio si converta e viva (Ez 33,11). Anche noi – come il primo figlio della parabola – possiamo dire “sì” e poi adagiarci su quanto abbiamo fatto, ritenendoci a posto, pensando che non abbiamo più nulla da fare. Siamo invece invitati da questa pagina evangelica a rinnovare sempre il nostro “sì” fattivo e concreto alla volontà del Padre, un “sì” che va riconfermato ogni giorno della nostra vita.
d.G.
Diocesi di Chioggia
Vicariato di Loreo
Percorso Catechisti 2023
“VOCAZIONE”
Lunedì 2 ottobre
Celebrazione con il rito del Mandato da parte del Vescovo Giampaolo ai catechisti e animatori; chiesa parrocchiale di
Maria della Visitazione a Donada ore 18.30.
Gli incontri si terranno presso il Centro Pastorale della parrocchia
di San Bartolomeo a Contarina dalle ore 18.30 alle ore 20.00.
Domenica XXV^ del Tempo Ordinario
Domenica XXV^ del Tempo Ordinario
24 settembre 2023

CON LA LIBERTA’ E LA RESPONSABILITA’ DEI FIGLI
E’ bello vivere la vita come vocazione. È una chiamata ad amare e lavorare con responsabilità e dedizione. La vita è una missione: otteniamo il bene nostro mentre facciamo il bene degli altri. Rinnoviamo lo sguardo e il cuore, nella ripresa delle normali attività: lavoro, scuola, impegno in comunità, responsabilità verso il mondo. Domandiamo la grazia di eliminare ogni pretesa sull’esito, su risultati, gratificazioni, ricompense. Il campo è del Signore e la ricompensa è la sua amicizia: Egli non ci tratta da operai, ma da amici.
24 settembre Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
La Chiesa celebra questa giornata dal 1914. È sempre un’occasione per esprimere la sua
preoccupazione per le varie persone vulnerabili che devono lasciare la loro casa per un motivo
o per l’altro; è anche un’opportunità per pregare per loro mentre affrontano molte sfide.
* * *
sabato 30 settembre alle ore 9.00
a Verona la fase regionale del convegno ecclesiale triveneto sulla liturgia dal titolo:
“Ritrovare forza dall’Eucaristia”.
Promosso dalla commissione regionale per la liturgia.
Mercoledì 11 ottobre
Festa della Patrona di Porto Viro
“Maria SS.ma Madre della Chiesa”
In preparazione alla festa
venerdì 6 ottobre
il Vescovo incontra nella Chiesa
di Taglio di Donada
le comunità parrocchiali di Porto Viro
e tratta il tema:
“Partirono senza indugio”
per costruire comunità cristiane.
I Santi della settimana
Mercoledì 27
S. Vincenzo De Paoli
«La carità quando dimora in un’anima
occupa interamente tutte le sue
potenze; nessun riposo; è un fuoco
che agita continuamente: tiene sempre
in esercizio, sempre in moto la
persona una volta che ne è infiammata»
Venerdì 29
Ss. Michele, Gabriele
e Raffaele arcangeli
Il Martirologio commemora insieme
i santi arcangeli Michele, Gabriele e
Raffaele. La Bibbia li ricorda con
specifiche missioni:
Michele avversario di Satana,
Gabriele annuncia il potere divino;
Raffaele il soccorritore.
Sabato 30
San Girolamo
Gerolamo, è stato un biblista, traduttore,
teologo e monaco . Tradusse in
latino parte dell’Antico Testamento
greco e, successivamente, l’intera
Scrittura Ebraica.
Un Dio contestato
Il vangelo presenta la parabola dei servi mandati a lavorare nella vigna. Questa parabola pone una serie infinita di domande: Che senso ha chiamare operai alla sera? Perché il padrone impartisce l’ordine di dare
a tutti lo stesso salario? È giusto che gli ultimi, per il lavoro di un’ora, ricevano la stessa paga dei primi che hanno faticato tutta la giornata? È veramente il desiderio di giustizia a ispirare la reazione dei primi operai? Gesù intende presentare un caso di bontà imprevedibile. Il padrone diventa simbolo di Dio, che è sovranamente libero e misericordioso, e che nell’elargire i suoi doni non si lascia condizionare dalle opere compiute, ma solo dall’amore. La cosa che maggiormente colpisce è la bontà del padrone (= Dio), la sua ricerca degli operai, il suo darsi premura di quanti che se ne stavano senza far niente perché nessuno li aveva presi a giornata.
L’imprevedibilità di Dio, che nasce dall’amore, non viene capita dagli operai della prima ora, ma riesce difficile anche a noi, perché fa parte di una logica diversa dalla nostra. Si tratta di una giustizia basata non sul «tanto mi dai, tanto ti do», ma di un modo di giudicare che legge nel fondo delle persone e delle situazioni, che si fonda sul diritto di ogni uomo ad avere ciò che è indispensabile per vivere e realizzarsi. Questo modo di pensare va contro la mentalità di quanti sono sempre alla ricerca dei primi posti, dei privilegi, del successo a ogni costo, della meritocrazia e della selezione. Dio chiama a ogni ora. Il momento in cui arriva la chiamata
non ha importanza, la cosa importante è essere pronti, afferrare l’occasione. Se Dio agisce con bontà verso gli ultimi chiamati, non è perché trascura chi ha faticato e lavorato di più, ma perché ama anche gli ultimi, non solo i primi. L’interrogativo rivolto al portavoce dei primi operai: È forse il tuo occhio cattivo perché io sono buono? [traduzione letterale del greco] (v. 15), è rivolto anche a noi oggi. Forse siamo anche noi tra coloro che mugugnano e condannano la bontà di Dio verso quelli dell’ultima ora. L’agire di Dio è, e sarà sempre, sorprendente, non corrisponde alle nostre anguste vedute. L’uomo deve imparare ad aprirsi a questa logica di Dio caratterizzata da una infinita bontà.
d.G.
Diocesi di Chioggia
Vicariato di Loreo
Percorso Catechisti 2023
“VOCAZIONE”
Lunedì 25 settembre
“Eccomi manda me “… la risposta alla chiamata,
nella Scrittura e nella storia della Chiesa.
Suor Barbara Danesi
Suora Francescana Elisabettina animatrice vocazionale – Padova
Lunedì 2 ottobre
Celebrazione con il rito del Mandato da parte del Vescovo Giampaolo ai catechisti e animatori; chiesa parrocchiale di
Maria della Visitazione a Donada ore 18.30.
Gli incontri si terranno presso il Centro Pastorale della parrocchia
di San Bartolomeo a Contarina dalle ore 18.30 alle ore 20.00.