DOMENICA III^ DI AVVENTO
Domenica III^ di Avvento
11 dicembre 2022

Sei tu colui che deve venire?
Una domanda che ci prende “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”
E’ Gesù il Salvatore che attendiamo?
E’ di Lui che abbiamo bisogno, mentre desideriamo la pace, la stabilità della speranza, la bellezza e la felicità della vita?
Nel dramma e nel deserto del mondo, Gesù è venuto, Gesù viene.
Scrutiamo ogni giorno i segni della sua presenza e della salvezza che egli opera.
Domandiamo l’umiltà di riconoscerlo.
Partecipiamo al cammino di Avvento nella preghiera, nella parola di Dio, nella carità, nella fedeltà alla nostra vocazione, con la compagnia della Chiesa.
Novena di Natale
Venerdì 16 iniziamo la Novena di Natale.
Sono i nove giorni che aiutano, attraverso il canto e le letture, a preparare il Natale del Signore.
Ci diamo appuntamento alla messa delle 18 per vivere insieme questo grande momento.
Il cammino dell’Avvento
“E il Verbo si è fatto carne”
Incontro del Vangelo
Ogni venerdì
alle ore 20,45,
in canonica,
Perché la Parola del Signore
diventi carne anche nella nostra vita.
* * *
Nella Chiesa del Monastero
Domenica 18 Dicembre
ore 20,30
viviamo nell’Avvento
un tempo in adorazione
Domenica 18 dicembre
Pranzo con i ragazzi
e i genitori del catechismo
ore 10,30
S. Messa
ore 12,30
pranzo presso la
Corte S.S. Angeli – Ca’Cappello
* * *
Ringraziamento
Ringraziamo tutte le persone che collaborano
in diversi modi alle necessità
della nostra Chiesa
Dio viene a salvarci
Il vangelo ripropone – anche questa domenica – la figura di Giovanni Battista. I profeti e lo stesso Giovanni Battista avevano descritto i tempi messianici come giorni d’ira e giudizio. Gesù si presenta invece come portatore di bontà e perdono, pieno di misericordia verso tutti. Di fronte a questo comportamento sorgono delle perplessità. Giovanni Battista, che è in prigione, sente parlare dell’attività di Gesù e si domanda se sia lui il Messia atteso. Gli invia quindi i discepoli a chiedergli: Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro? I discepoli non devono rispondere con un sì o un no, ma raccontare al loro maestro le parole e azioni di Gesù. Giovanni sarà allora in grado di trarre le sue conclusioni. Le opere che Gesù compie sono le opere che Dio aveva annunciato per mezzo dei profeti. Esse testimoniano che Gesù è il Messia e che non occorre aspettarne un altro.
Il comportamento di Gesù, caratterizzato da bontà e misericordia, sembrava – almeno in apparenza – non accordarsi con la predicazione austera del Battista, che aveva presentato il Messia come colui che avrebbe tagliato gli alberi infruttuosi e bruciato la pula con il fuoco della collera divina. Di fronte all’agire di Gesù, Giovanni deve riconoscere che il disegno di Dio è diverso da quello che aveva immaginato. L’agire di Dio sorprende e va oltre gli schemi dentro i quali si tenta di fissarlo e rinchiuderlo. La Parola di Dio è dinamica, ha sempre qualcosa di nuovo da dire. Beato, quindi, colui che non si scandalizza per l’agire di Dio, anche se va al di là dei nostri schemi.
Dopo aver indicato i termini in base ai quali è possibile dare un giudizio su di lui (i miracoli, le Scritture), Gesù esprime il suo giudizio sul Battista. La grandezza di Giovanni sta nell’aver accettato il compito di rendere testimonianza a Gesù. Sta qui tutto il significato dell’eccezionale grandezza di Giovanni, ma questo è anche il compito di ogni credente, di ciascuno di noi: rendere testimonianza a Gesù con la nostra vita.
d.G.
Catechisti: formarsi per formare
Il Corso di formazione per i catechisti è stato un’occasione proficua sia dal punto di vista della riflessione personale che da quello del servizio che siamo chiamati a svolgere come catechisti e come cristiani. Il porci di fronte al tema della vita spirituale e in particolare della preghiera, ci ha fatto molto riflettere, tanto da far mettere in discussione il nostro modo di concepire questo dialogo con Dio. Infatti, presi dai molti impegni, ci troviamo spesso a pregare frettolosamente, senza dare il giusto peso a questo rapporto col Signore. Per quanto concerne il servizio ai nostri ragazzi siamo invitati a trasmettere loro la bellezza di rivolgersi a Dio sempre: nei momenti belli, in quelli tristi, per ringraziare e per chiedere perdono. In altre parole, usando un’espressione di papa Francesco, “la preghiera è il respiro della vita” senza la quale non saremmo in grado di far nulla e che amplifica la propria forza se condivisa con la comunità intera. A conclusione del cammino di formazione, abbiamo celebrato il rito del mandato, presieduto dal nostro vescovo Giampaolo, che ci ha fatto gustare la preghiera del Padre Nostro sotto una luce intensa; le sue parole ci hanno fatto comprendere la profondità di questa preghiera insegnataci da Gesù. Mi sento di rivolgere un grazie di cuore al nostro Pastore e ai nostri sacerdoti per l’opportunità che ci hanno donato. Ora tocca a noi catechisti far tesoro di quello che abbiamo ricevuto e far fiorire nei nostri bambini e ragazzi la gioia di pregare.
DOMENICA II^ DI AVVENTO
Domenica II^ di Avvento
4 dicembre 2022

UN NUOVO GERMOGLIO
Veniamo richiamati e stimolati da un ‘profeta’ come Giovanni Battista, con decisione e asprezza, per raddrizzare il nostro desiderio e la nostra domanda.
Che cosa possiamo desiderare e domandare se non Cristo e la sua presenza nella nostra vita?
Senza farci vincere dalla presunzione di essere cristiani già a posto (Abbiamo Abramo per padre…); e senza rassegnarci a vivere al ribasso.
La nostra fede può rifiorire con un nuovo germoglio nella preghiera, nella familiarità con la parola di Dio, nella compagnia cristiana della Chiesa, nella carità e nella missione.
Mercatino di Natale
È allestito in Chiesa, è opera delle catechiste dei ragazzi e di diverse mamme
che sono state coinvolte, è il desiderio di compiere un atto di carità.
Le ringraziamo per la testimonianza, mentre rivolgiamo alle loro opere tutta la nostra attenzione.
Giovedì 8 dicembre
Solennità
dell’ IMMACOLATA
L’orario delle S.S. Messe
è quello festivo
Il cammino dell’Avvento
“E il Verbo si è fatto carne”
Incontro del Vangelo
Ogni venerdì
alle ore 20,45,
in canonica,
Perché la Parola del Signore
diventi carne anche nella nostra vita.
* * *
Nella Chiesa del Monastero
Sabato 10 dicembre
ore 20,30
serata in ascolto
di testi e brani musicali
Convertitevi, il regno dei cieli è vicino
Il forte appello di Giovanni Battista alla conversione caratterizza questa seconda domenica di Avvento: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino! Il Messia promesso e annunciato dai profeti è vicino ma, perché la sua venuta sia fonte di salvezza, occorre convertirsi, ritornare al Signore. Un esempio di conversione, prima ancora che dalle sue parole, viene dalla persona stessa del Battista. Egli insegna a trasformare la propria vita in un «deserto», cioè in un luogo libero e disponibile nel quale Dio possa incontrarsi con noi. Nel deserto, il Battista predica e battezza; nel deserto, le folle accorrono confessando i propri peccati e ricevendo il suo battesimo, segno di penitenza e conversione. Il deserto, durante il cammino dell’esodo, è stato per Israele il luogo della fatica, della tentazione, dell’infedeltà, ma anche il luogo della scoperta di Dio, del dono dell’alleanza.
Il Battista, inoltre, insegna a «vivere con sobrietà», a mantenere un certo distacco dalle cose. Per lui, questo voleva dire vestire pelli di cammello e nutrirsi di cavallette e miele selvatico; per noi questo è un invito a compiere scelte di vita un po’ meno condizionate dal consumismo, per dire di chi veramente ci fidiamo, e che si può vivere bene e sereni anche con poche cose, condividendo con i fratelli quello che abbiamo.
Per spingere alla conversione, il Battista insiste sul tema del giudizio, parla di ira imminente e afferma che la scure è già posta alla radice degli alberi. Conversione significa mettersi in linea con il messaggio del vangelo, significa rientrare in noi stessi e verificare, con sincerità e verità, se siamo sulla strada giusta o se dobbiamo portare variazioni di rotta al cammino della nostra vita. Convertirsi significa imparare a fare un po’ di silenzio in noi stessi, mettersi davanti al Signore e offrirgli, ogni giorno, la nostra vita; significa dare un’anima alle cose che facciamo, affinché siano gesti ricchi di vero amore cristiano, tappe significative del cammino verso la pienezza della Vita.
d.G.
Percorso Fidanzati
in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:
di venerdì sera, alle ore 21,
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;
di sabato sera ore 21
14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;
al mercoledì sera ore 21
1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia di Loreo.
Cari presbiteri e diaconi,
oggi inizia li tempo di Avvento, una nuova tappa del nostro santo viaggio alla sequela di Gesù e nel servizio come pastori e servi del gregge che Dio ci ha affidato.
Buon viaggio a ciascuno di voi e a tutto il presbiterio, in particolare ai confratelli anziani e a quelli malati.
Ho pensato che potrebbe essere utile attivare un piccolo collegamento tra noi che chiamo semplicemente “lettera diocesana”.
Vorrei ogni tanto scrivervi per condividere alcune notizie, sottolineare aspetti della vita pastorale che sento importanti, rinforzare la comunione tra noi.
Non voglio sostituire le comunicazioni che vi arrivano dal vicario generale dal delegato della pastorale, ma mettere in evidenza alcuni temi che mi stanno a cuore. Mi rendo conto che il Vescovo da solo non può andare da nessuna parte se i preti e i diaconi non sono con lui, o meglio se non andiamo insieme sulla stessa strada.
Ecco quanto oggi vorrei condividere con voi.
1. IL CAMMINO SINODALE.
La prossima settimana ci incontreremo con l’équipe che già loscorsoanno ha accompagnato il cammino sinodale e metteremo insieme alcune indicazioni operative. Nel frattempo ricordo che siamo tutti impegnati nella tappa dell’ascoltoattorno ai quattro “cantieri di Betania” indicati nella mia Lettera pastorale.
In particolare ricordo l’incontro del Vescovo con i Consigli pastorali e gli altri operatori che vorrei fare in ogni unità pastorale (CP e operatori di tutte le parrocchie insieme) e in ogni parrocchia che non fosse parte di una unità pastorale. Le indicazioni e le domande per prepararsi all’incontro sono scritte nella Lettera. Ricordo che quest’anno non ci sono decisioni da prendere, ma siamo chiamati ad attivare un ascolto che aiuti noi e i nostri operatori pastorali a diventare consapevoli delle questioni che sono in gioco e camminare versodelle scelte che siano sinodali.
Benché parte del cammino della Chiesa italiana, i cantieri di Betania sembrano pensati proprio per noi e sono strettamente collegati tra loro: 1) l’ascolto di chi si è allontanato; 2) le relazioni; 3) al formazione e il servizio. Il quarto cantiere sulle “parrocchie sinodali” è la logica conseguenza dei primi tre ed è proprio mettendo a fuoco i primi tre che sorge la domanda sulle strutture pastorali che dovrebbero essere ripensate per realizzare meglio i primi tre cantieri.
Quando siete pronti potete chiedere l’incontro col Vescovo e così lo mettiamo in agenda.
2. IL SACRAMENTODELLA PENITENZA NELLA TERZA FORMA.
Lo scorso 2 novembre ci siamo incontrati a Zelarino con i vescovi del Triveneto. Tutti i vescovi si sono trovati concordi nell’affermare che è terminato quel tempo eccezionale che giustificava la scelta di celebrazioni penitenziali con l’assoluzione generale. Torniamo quindi alla prassi della confessione individuale già da questo Avvento.
Resta in vigore l’attenzione prudenziale di confessare in luoghi spaziosi oppure, nel caso si usasse il confessionale, di usare la mascherina e di tenere aperte le porte per favorire il ricambio dell’aria.
Vorrei raccomandare a tutti voi qualcosa che sono certo già fate: la disponibilità per le confessioni indicando anche degli orari che favoriscano i fedeli soprattutto con l’avvicinarsi delle feste natalizie.
3. INDICAZIONI PER PREVENIRE LI CONTAGIO DA COVID- 19.
Come sapete la Chiesa italiana nei mesi scorsi non ha consegnato decreti ma solo indicazioni prudenziali. Ecco alcune indicazioni condivise anche con gli altri vescovi del Triveneto:
– Le mascherine in chiesa non sono più obbligatorie. Il presbitero e i ministri dell’ Eucaristia si igienizzino le mani e la indossino per la distribuzione dell’Eucaristia;
– Continuiamo a dare la comunione in mano. Coloro che chiedono di riceverla in bocca possono riceverla purché si mettano al termine della fila dopo che tutti gli altri si sono comunicati:
– È bene lasciare ancora alle porte della chiesa i dispenser per igienizzare le mani. Non è più necessario igienizzare i banchi al termine di ogni celebrazione;
– È possibile riprendere a usare le acquasantiere con l’acqua benedetta;
– Per la catechesi e gli incontri formativi possiamo seguire le indicazioni delle scuole. Se, per esempio, in una scuola del paese scatta l’obbligo della mascherina a motivo della crescita dei contagi, è bene che anche in parrocchia ci sia la stessa attenzione.
DOMENICA I^ DI AVVENTO
Domenica I^ di Avvento
27 novembre 2022

UN’ATTESA FIDUCIOSA
Questa prima domenica del nuovo anno liturgico – inizio del triennio, anno A – ci lancia verso l’ultima venuta del Signore, che sarà manifesta e gloriosa e coinvolgerà tutti gli uomini.
Ritroviamo lo scopo della nostra vita e di tutta la storia.
Il mondo in cui viviamo è fragile, così come la nostra vita.
Solo il Signore che viene porta a compimento il nostro destino e quello di tutta la creazione.
L’Avvento rinnova la fiducia: “Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.
Non disperdiamoci in ciò che è vano, ma ogni giorno volgiamo il desiderio e lo sguardo verso Colui che ci viene incontro.
Venerdì 2 dicembre
In occasione del centenario della nascita di don Luigi Giussani presso la sala dell’Eracle
alle ore 21.00
Presentazione del libro
“Il Gius” Una vita appassionante
Nel corso della serata saranno eseguiti
brani della musicali cari a Don Giussani.
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre
Alle 18,00 recita del Vespro e S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Di una cosa sola c’è bisogno”.
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti che desideriamo ricordare nella S. Messa
Consiglio Pastorale Parrocchiale
Si raduna
martedì 29 novembre
alle ore 20,45
presso la Casa Canonica.
All’Odg:
il cammino della nostra
Comunità verso il Natale,
la visita del Vescovo per
rilanciare il lavoro sul Sinodo,
la catechesi,
il riscaldamento degli
ambienti parrocchiali.
Percorso Fidanzati
in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:
di venerdì sera, alle ore 21,
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;
di sabato sera ore 21
14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;
al mercoledì sera ore 21
1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia di Loreo.
Vegliate e tenetevi pronti
Il brano del vangelo è tratto dal discorso escatologico di Matteo, il cui tema centrale è il ritorno glorioso del Signore (cc. 24-25). L’evangelista Matteo – più di Marco e Luca – sente il bisogno di ricordare che la venuta del Signore sarà un momento di giudizio, dunque richiede attesa e vigilanza. Il ritorno del Signore è certo, ma il tempo della sua venuta è imprevedibile, bisogna quindi essere vigilanti e pronti.
L’invito a vegliare è un invito a riflettere sulla provvisorietà e precarietà della vita. La stessa stagione autunnale che stiamo vivendo invita a riflettere sul tempo che passa. Un celebre detto, attribuito al filosofo Eraclito, suona così: «tutto scorre» (panta rei). Nella vita succede come sullo schermo televisivo: i programmi si susseguono rapidamente e ognuno cancella il precedente. Lo schermo resta lo stesso, ma le immagini cambiano. Così è di noi: il mondo rimane, ma noi ce ne andiamo uno dopo l’altro. Dei nomi, volti e notizie che riempiono i giornali e telegiornali di oggi che cosa resterà da qui a qualche anno o decennio? L’uomo è come un disegno creato dall’onda sul bagnasciuga della spiaggia, un disegno che l’onda successiva cancella. Il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno! (1Gv 2,17). Dunque, c’è qualcuno che non passa, Dio, e c’è un modo per non passare del tutto neanche noi: fare la volontà di Dio, credere e aderire a lui, preparare giorno dopo giorno il nostro incontro con lui non rimandando a domani ciò che possiamo fare oggi. Il nostro futuro si gioca tutto nel tempo presente.
Siamo quindi invitati ad attendere la venuta di Gesù vigilando nella speranza, certi che il Figlio dell’Uomo verrà e manifesterà la sua signoria su tutto il creato, la sua vittoria sul male e la morte; vigilando nella fede, perché il Signore verrà all’improvviso non per farci paura ma per darci la nuova vita, promessa a chi lo attende nella fedeltà e nella fiducia; vigilando nella carità, perché Gesù è già presente fra noi, nascosto nelle persone più povere e bisognose, attraverso le quali ci dice: Ogni volta che fai qualcosa di bene a uno di loro, lo fai a me (cfr. Mt 25,40).
Il “colore” dei tempi liturgici
Ci capita più volte, quando con mio marito andiamo a trovare la famiglia di nostro figlio a Milano, di partecipare alla messa domenicale nella loro parrocchia lombarda. Mi scopro sempre un po’ scombinata nei tempi e nei momenti della celebrazione della messa, ancor più se la visita avviene verso metà novembre: l’Avvento lì è già iniziato, mentre le candele della mia “corona d’Avvento” sono ancora spente e non inizieranno a brillare una ad una che a fine mese. E il presepio… mio figlio lo sta già progettando per bene, mentre il mio è ancora imballato nello scatolone. Allora ho cercato di capire. Ho scoperto che a Milano e dintorni seguono il rito ambrosiano, mentre il resto della Chiesa segue il rito romano. E’ la storia che ci spiega le ragioni della diversità, che peraltro è solo formale. Nelle terre in cui si estendeva l’Impero Romano d’Occidente, dall’antichità si è diffusa la così detta Chiesa Latina, che si distingue da quella delle terre dell’Impero Orientale, più variegata nelle tradizioni rituali (bizantina, caldea, copta, maronita, armena). Anche la Chiesa Latina nel tempo ha sviluppato sfaccettature diverse aderendo alla cultura e alle tradizioni dei popoli tra cui si diffondeva. Oggi il rito latino si differenzia in tre rami ufficiali: il rito romano (il più diffuso, discendendo direttamente dalla chiesa romana), il rito ambrosiano (chiesa di Milano e dintorni) e il rito ispano-mozarabico (alcune regioni della Spagna). Durante il Concilio di Trento (1545-63) Da allora il rito ambrosiano è mantenuto nel territorio urbano e rurale della storica arcidiocesi di Milano. Le differenze fra i due riti sono riscontrabili in particolare nel calendario ambrosiano, nel messale e nelle letture. Ci sono poi differenze relative ai paramenti sacri e agli abiti talari per quanto riguarda i colori e gli accessori (ad esempio, per le celebrazioni del Santissimo Sacramento si usa il rosso e non il bianco come nel rito romano). Il rito ambrosiano è fortemente legato alla figura di Cristo ed ha tratti in comune con le liturgie orientali. Veniamo all’Avvento. Il rito romano inizia ai primi vespri dell’ultima domenica di novembre (o della prima di dicembre) e termina prima dei primi vespri di Natale, durando circa 4 settimane. Per la liturgia si usa il colore viola, tranne che per la terza domenica (“Gaudete”) nella quale si usa il rosaceo. Nel rito ambrosiano l’Avvento dura 6 settimane: inizia la prima domenica dopo il giorno di S. Martino e prevede 6 domeniche. Il colore dei paramenti è il morello (viola molto scuro, come le more); solo la sesta domenica si usa il bianco (domenica “dell’Incarnazione”). E’ chiaro che le differenze non sono sostanziali: l’Avvento è sempre l’attesa della venuta di Gesù, ricordando la nascita a Betlemme più di 2000 anni fa, protési alla Sua seconda venuta alla fine dei tempi. Finalmente non mi sento più in ritardo nei preparativi per il Natale.
Laura Zadra
SOLENNITA’ DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo
20 novembre 2022
GUARDANDO CRISTO RE IN CROCE

Gesù sulla croce rivela la potenza del suo amore che si consegna al Padre e ci abbraccia con misericordia.
Come per il buon ladrone, anche per noi il gesto più importante è riconoscere Gesù come Signore della vita, mentre viviamo e mentre invochiamo la sua accoglienza in Paradiso.
Guardando Gesù e seguendolo nella Chiesa, impariamo un modo di vivere più umano, più rispondente alle attese del nostro cuore e più fraterno.
Lasciamoci accompagnare dalla memoria di questo Vangelo nella nostra giornata.
Venerdì 2 dicembre
In occasione del centenario della nascita di don Luigi Giussani presso la sala dell’Eracle
alle ore 21.00
Presentazione del libro
“Il Gius” Una vita appassionante
Nel corso della serata saranno eseguiti
brani della musicali cari a Don Giussani.
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre
Alle 18,00 recita del Vespro e S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Di una cosa sola c’è bisogno”.
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti che desideriamo ricordare nella S. Messa
Lunedì 21 novembre
Nel giorno in cui si celebra la
festa della Presentazione al Tempio
di Maria SS.ma, nel Veneto si celebra la
festa della Madonna della Salute a cui è
intitolata la Casa di Cura di Porto Viro.
in tale circostanza alle ore 16,00
il Vescovo Giampaolo celebrerà la Messa
(saletta al 2° piano)
In parrocchia viene sospesa
la Messa delle ore 18,00

Giornata Nazionale della
Colletta Alimentare
“Davanti ai poveri non si fa retorica, ma ci si rimbocca le maniche, attraverso il coinvolgimento diretto, che non può essere delegato a nessuno. Non è l’attivismo che salva, ma l’attenzione sincera e generosa. Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale”.
(Papa Francesco)
La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare si svolgerà
sabato 26 novembre
in 10 Supermercati del Basso Polesine
È possibile segnalare la propria disponibilità per i turni nei supermercati cittadini direttamente a Sandro Naia 388 8953277
* * * * *
Percorso Fidanzati
in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:
di venerdì sera, alle ore 21,
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;
di sabato sera ore 21
14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;
al mercoledì sera ore 21
1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia di Loreo.
Oggi sarai con me in paradiso
Il vangelo invita a contemplare Gesù crocifisso, ossia l’esatto contrario di quella che è la concezione comune della regalità. La croce, strumento di una condanna infamante, è lo strumento mediante il quale Gesù rivela il senso autentico della sua regalità. Agli occhi dei capi di Israele, dei soldati e di uno dei malfattori appesi alla croce, Gesù dovrebbe salvare sé stesso, scendere dalla croce e rivelare a tutti che è il Messia. Gesù, però, si era presentato come colui che era venuto per servire e dare la vita; aveva speso la sua vita a favore degli altri. Così, anche in questo momento di sofferenza, continua a pensare agli altri e non a sé stesso. In risposta ai crocifissori, Gesù prega: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno; in risposta a coloro che gli dicono di salvare sé stesso scendendo dalla croce, Gesù rimane sulla croce per donare la salvezza a loro e a tutta l’umanità. In particolare, Gesù dona la salvezza al ladrone pentito, che riconosce le proprie colpe e si apre alla fede in lui: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gesù, accogliendo la sua supplica, si rivela come l’unico vero re e salvatore, che chiama a far parte del suo regno quanti confidano in lui, donando loro la salvezza, oggi, subito.
In questa prospettiva, la domanda più importante da porsi nella festa di Cristo Re non è se egli regni nel mondo, ma se regna dentro di me; non se la sua regalità è riconosciuta dagli stati e dai governi, ma se è riconosciuta e vissuta da me. Cristo è Re e Signore della mia vita? Chi regna dentro di me, chi fissa gli scopi, le priorità: Cristo o qualcun altro? Secondo l’apostolo Paolo esistono due possibili modi di vivere: per sé stessi o per il Signore (Rom 14,7-9). Vivere «per sé stessi» significa vivere un’esistenza chiusa in sé stessa, tesa solo alla propria soddisfazione personale e alla propria gloria. Vivere «per il Signore», invece, significa vivere in vista di lui, per la sua gloria, per il suo regno.
Gesù regna dalla croce, rimane sulla croce per donare la salvezza a tutti, e la salvezza consisterà nel sentirsi dire da lui alla fine della vita: «Oggi sarai con me nel paradiso».
d.G.
Viva Cristo Re
Canto composto durante la guerra contro i cristiani in Messico (1926-1929)
Martedì mi fucileranno
Alle sei del mattino
Perché credo in un Dio eterno
e alla Madonna Guadalupana.
Mi hanno trovato un santino
di Gesù nel cappello
Per questo mi hanno condannato
Perché sono un cristiano
E per questo mi fucileranno
Martedì mattina.
Uccideranno il mio inutile corpo
Ma mai e poi mai la mia anima!
Dirò ai miei giustizieri
che voglio che mi crocifiggano
E una volta crocifisso,
allora, che usino i loro fucili
Addio Sierra di Jalisco
Michoacán e Guanajuato.
Dove ho combattuto il Governo
Che è sempre scappato correndo.
Mi hanno preso in ginocchio
mentre adoravo Gesù Cristo.
Sapevano che non c’era difesa
in quel santo luogo.
Sono contadino per tradizione
Jaliscano di nascita
Non ho altro Dio che Cristo
perché mi ha dato la vita.
Addio Sierra di Jalisco
Michoacán e Guanajuato.
Dove ho combattuto il Governo
Che è sempre scappato correndo.
Mi hanno preso in ginocchio
mentre adoravo Gesù Cristo.
Sapevano che non c’era difesa
in quel santo luogo.
Sono contadino per tradizione
Jaliscano di nascita
Non ho altro Dio che Cristo
perché mi ha dato la vita.
Uccidendomi non finisce
la credenza in Dio eterno30
Molti ci restano lottando,
e altri, ne nascono.
E per questo mi fucileranno
Martedì mattina
Plotone! Pronti! Mirate!
Viva Cristo Re! e Fuoco!
XXXIII^ domenica del tempo ordinario C
XXXIII^ domenica del tempo ordinario
13 novembre 2022
Con la perseveranza salverete la vostra vita

L’anno liturgico volge al termine e il vangelo ci propone la parte iniziale del «discorso escatologico» di Luca (c. 21). Questo discorso, e i testi apocalittici in genere, non intendono offrire un’anticipazione filmata degli eventi della fine del mondo. Lo scopo di questa letteratura è far riflettere sulla potenza del male e sul senso della vita; è dare conforto ai credenti mediante la promessa della salvezza; è esortare a vivere seguendo la strada che Dio indica per essere suoi testimoni. Gesù, nella pagina evangelica di questa domenica, preannuncia la persecuzione a causa del suo nome, ma al tempo stesso rassicura e incoraggia: Io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Gesù promette il suo aiuto, ma chiede l’impegno a essere perseveranti nella fede. È una perseveranza che riguarda i momenti difficili, ma anche la normale vita quotidiana, che scorre spesso nell’ordinarietà e nella ripetitività. A indebolire la fede e a spegnere l’entusiasmo può bastare il semplice succedersi dei giorni, la monotonia quotidiana. Essere perseveranti significa vivere ogni momento in modo coerente con la propria fede, intesa come adesione al Signore e alla sua Parola; significa concretizzare il comandamento dell’amore nella disponibilità, nel servizio, nel dono di sé.
Gesù con il discorso escatologico non intende terrorizzare, ma scuotere le coscienze e indicare quale è il fine della storia e del mondo. Diversamente da quanto predicano certe sette apocalittiche, Gesù non si è interessato alla fine del mondo, che resta un mistero nascosto nella mente di Dio, si è invece preoccupato di dirci che Dio è «il porto verso cui dobbiamo veleggiare mentre la nostra nave è agitata dai marosi, mentre le ore della notte sembrano non finire mai e i prepotenti vogliono scaraventarci in mare» (R. Guardini). In mezzo all’oscurità e ai marosi della vita risuonano le parole di Gesù: Nemmeno un capello del vostro capo perirà. Gesù ha promesso di rimanere con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo e ci invita a non perderci d’animo, a non cedere perché con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
Adorazione Eucaristica
E’ ripresa , nella Chiesa di San Bartolomeo,
l’Adorazione Eucaristica settimanale
alla domenica alle ore 17,00.
* * *
Percorso Fidanzati
in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:
di venerdì sera, alle ore 21,
14, 21, 28 ottobre
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;
di sabato sera ore 21
14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;
al mercoledì sera ore 21
1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia
di Loreo.
XXXI^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
XXXI^ Domenica del Tempo Ordinario
6 novembre 2022

IL DIO DELLA VITA
La domanda dei Sadducei sembra furba.
Gesù la scavalca con una bellissima risposta:
il nostro Dio è il Dio che fa vivere, il Dio dei vivi.
Gesù risorto ne è promessa e anticipo.
La morte non è l’ultimo confine, né un abisso nel quale sprofondiamo.
Dio ci fa vivere oltre la morte, per sempre e ci attende per renderci partecipi della sua felicità, fino alla risurrezione dai morti.
Questo orizzonte aperto sostiene la speranza nel cammino di ogni giorno con impegno e dedizione, in comunione con tutti i nostri fratelli e sorelle del tempo e dell’eternità.
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre
Alle 18,00 recita del Vespro e S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Di una cosa sola c’è bisogno”.
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti che desideriamo ricordare nella S. Messa
In questa domenica,
con la messa delle 10,30
inizia l’anno catechistico;
sono invitati tutti i ragazzi
con i loro genitori.
Dopo la Messa, insieme per un momento
di festa e di presentazione.
Mercoledì 9 novembre
dalle 19,00 alle 19,30
incontro con i genitori
presso la sala
delle opere parrocchiali
Adorazione Eucaristica
E’ ripresa , nella Chiesa di San Bartolomeo,
l’Adorazione Eucaristica settimanale
alla domenica alle ore 17,00.
* * *
Percorso Fidanzati
in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:
di venerdì sera, alle ore 21,
14, 21, 28 ottobre
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;
di sabato sera ore 21
14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;
al mercoledì sera ore 21
1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia
di Loreo.
Il Dio dei vivi
La disputa fra i sadducei e Gesù, di cui parla il brano evangelico, riguarda la risurrezione. L’esempio portato dai sadducei – che chiedono a Gesù di chi sarà moglie, nell’aldilà, una donna che sulla terra aveva avuto sette mariti – rivela una mentalità che si può incontrare anche oggi in tante persone, che credono sì in Dio, ma fanno fatica ad accettare la risurrezione e la vita eterna, convinte che tutto si concluda con la morte. Questo è il modo di pensare di chi si affida solo alla luce della ragione e dell’esperienza, trasformandole in sorgenti di norme assolute e indiscutibili. Così, tutto ciò che non va d’accordo o non può essere spiegato con esse, viene considerato assurdo; e chi accetta queste verità «strane» è considerato un credulone, incapace di ragionare con la sua testa.
La fede, però, non è una scelta dell’uomo, non è una costruzione razionale, ma dono di Dio, che nasce da lui e dalla sua Parola. Per questo Gesù invita i sadducei e noi, oggi, a guardare con serietà alla realtà della risurrezione e della vita eterna. Gesù ci assicura che la vita terrena non finisce con la morte, ma si prolunga nella vita eterna, in cui giungeranno a maturazione i semi di bene che abbiamo diffuso in questa vita, che hanno dato valore alle nostre giornate, che hanno reso più bello il mondo in cui viviamo.
Nella disputa con i sadducei, Gesù rinuncia a «descrivere» il mondo futuro e la condizione dei risorti. Egli rimanda alla potenza e fedeltà di Dio che preparano per l’uomo un futuro diverso rispetto alla condizione presente. Ne segue che tutte le parole della Scrittura che parlano della risurrezione o del mondo che verrà non sono «descrizioni» di come sarà l’aldilà. Le parole di Gesù non hanno l’intenzione di «descrivere e informare», ma di «sostenere e animare la speranza». Siamo in attesa di un mondo nuovo in cui Dio non cesserà di sorprenderci e rendere gioiosa la nostra vita. Un mondo che non possiamo descrivere, proprio perché legato all’infinita capacità di Dio di sorprenderci.
d.G.
72a Giornata Nazionale del Ringraziamento
«Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto» (Am 9,14)

È la festa più importante delle nostre campagne. Le sue radici sono antiche. È il capodanno delle campagne. La celebrazione della giornata del ringraziamento è un anello di una storia straordinaria che ha coinvolto una catena di generazioni di agricoltori che hanno preso coscienza non solo della loro dignità, ma anche del peso della loro presenza organizzata. La giornata del ringraziamento è una festa che è rimasta così come gli agricoltori l’hanno voluta, facendola crescere come una pianta che oggi stende i suoi rami su tutto il territorio nazionale. E’ una giornata in cui fare memoria riconoscente dell’opera buona della creazione, dono di Dio all’umanità, per continuare a vegliare su di essa e per amministrarla con saggezza senza stravolgerla. Ci sono voluti millenni per ricamare le nostre campagne e le nostre colline. Tanti passi misurati dei contadini con le spalle piegate sotto il peso del duro lavoro. Ringraziare perché la terra è dono benedetto: gratitudine a Dio e ai contadini per il loro sapiente lavoro.
XXXI^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
XXXI^ Domenica del Tempo Ordinario
30 ottobre 2022

L’ACCOGLIENZA DI ZACCHEO
Zacchèo, sospinto da curiosità e desiderio, viene riconosciuto
e chiamato dal Signore.
Desideriamo seguire la sua vicenda, ospitando il Signore nella nostra casa e nella nostra vita: fede, amore, fedeltà, preghiera, apertura, accoglienza.
Domandiamo di riconoscere il passaggio e la presenza di Gesù sulla strada della nostra vita.
Domandiamo che il Signore ogni giorno ci renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della nostra fede (2 lettura).
ANNIVERSARIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA
Assieme a tutte le Chiese consacrate della nostra Diocesi ricordiamo oggi
la Consacrazione della nostra Chiesa
La nostra Chiesa divenne sede parrocchiale
il 7 settembre 1665.
La chiesa parrocchiale venne ricostruita nel 1726 in stile neoclassico e fu consacrata l’8 settembre 1845
dal vescovo di Chioggia Jacopo De Foretti
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre
Alle 18,00 recita del Vespro e S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Di una cosa sola c’è bisogno”.
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti che desideriamo ricordare nella S. Messa
CAMBIO DELL’ORA
Nella notte fra sabato 29 e
domenica 30 ottobre
le lancette dell’orologio vengono
portate indietro di un’ora.
L’orario delle messe resta invariato
Martedì 1° Novembre
festa di tutti i Santi:
Ss. Messe orario festivo
I Santi sono i cristiani che hanno amato Dio
con tutto il cuore e hanno amato il prossimo come se stessi.
Si può? Si può vivere così!
E’una strada aperta, da percorrere
guardando coloro che ci camminano
avanti nell’amore di Dio e del prossimo.
Mercoledì 2 novembre
nella commemorazione
di tutti i fedeli defunti,
SS. Messe in Chiesa San Bartolomeo
ore 8,30 e 15,00
Percorso Fidanzati
in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:
di venerdì sera, alle ore 21,
14, 21, 28 ottobre
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;
di sabato sera ore 21
14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;
al mercoledì sera ore 21
1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia
di Loreo.
Oggi devo fermarmi a casa tua
Il vangelo presenta l’incontro di Gesù con Zaccheo, il «capo» dei pubblicani di Gerico. Per la sua collaborazione con i romani era odiato da tutti e ritenuto un ladro, un peccatore senza speranza di salvezza. Zaccheo desidera vedere Gesù, forse per curiosità o per un vago desiderio di cambiamento. Piccolo di statura e incurante della sua dignità professionale sale su un sicomoro. Zaccheo pensa di passare inosservato, ma la sua presenza non sfugge a Gesù, che lo invita a scendere in fretta: Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua. Gesù lo chiama per nome, a indicare che è da sempre conosciuto e amato da Dio. Lo sguardo e le parole di Gesù colpiscono nel segno: Zaccheo scende subito e lo accoglie pieno di gioia. All’accoglienza gioiosa di Zaccheo si contrappone però l’atteggiamento scandalizzato dei presenti, che mormorano contro Gesù per il fatto di essere entrato nella casa di un peccatore. Gesù non si scusa né giustifica, la migliore risposta alle mormorazioni è costituita da Zaccheo stesso che promette di dare metà dei suoi beni ai poveri e di restituire il quadruplo di ciò di cui si era appropriato.
L’incontro con Gesù ha cambiato il cuore di Zaccheo, lo ha aperto alla fraternità e alla condivisione. Zaccheo, in fatto di soldi, ora è meno ricco di prima, ma ha conquistato una ricchezza ben più importante e che dà più gioia: ha l’amicizia e il perdono di Dio e l’amicizia e riconoscenza della gente da lui beneficata. Perciò Gesù può concludere: Oggi per questa casa è venuta la salvezza.
Gesù è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. Gesù è venuto duemila anni fa, ma viene continuamente incontro a noi per donarci mediante la sua Parola e i sacramenti salvezza e perdono. Anche per noi, quindi, la gioia dell’incontro con Gesù si può aprire al dono della salvezza; anche il nostro peccato può essere avvolto dalla misericordia di Dio che, non soltanto cancella le colpe, ma infonde novità alla nostra vita, aprendola a una sempre più piena adesione alla sua parola e alla sua volontà.
d.G.

Domenica 6 novembre con la messa della 10,30 inizia l’anno catechistico; sono invitati tutti i ragazzi con i loro genitori.
Dopo la Messa, insieme per un momento di festa e di presentazione.
Mercoledì 9, dalle 19,00 alle 19,30, incontro con i genitori, presso la sala delle opere parrocchiali
ALTRI AVVISI:
Nuova Scintilla
di questa settimana, a pag. 12, invitiamo a leggere il messaggio che il Vescovo ha rivolto ai giovani.
A pag. 9 alcune esperienze di missione.
Adorazione Eucaristica
Riprende, in questa domenica, alle ore 17, nella Chiesa di San Bartolomeo, l’Adorazione Eucaristica settimanale.
Clarisse
* Lunedì 31 ottobre ore 20,30 celebrano l’Ufficio delle Letture nella Solennità di Tutti i Santi.
* Giovedì 3 novembre alle ore 20,30 Adorazione Eucaristica “Torniamo al gusto del pane”.
AVSI
Cena di solidarietà lunedì 7 novembre
dal Kenia sarà presente Antonio Masuri
Responsabile sostegno a distanza
XXX^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
XXX^ Domenica del Tempo Ordinario
23 ottobre 2022
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
COME FIGLI E FRATELLI

Gesù ci insegna a pregare con l’atteggiamento di figli, con umiltà e fiducia.
Ci presentiamo al Signore non con l’orgoglio delle nostre opere buone, ma con la semplicità dei figli:
quando preghiamo insieme nella Messa, dove Cristo prega con noi e offre al Padre se stesso e la nostra vita.
Quando preghiamo in famiglia: spettacolo di grazia e di unità. Quando preghiamo da soli e in silenzio.
Siamo figli e fratelli. Come non desiderare che tutti gli uomini e le donne nel mondo diventino partecipi di questa esperienza?
Preghiamo e doniamo il nostro sostegno.
Domenica prossima
inizia l’ora solare
Mercoledì 26 ottobre
si incontrano i catechisti
Mercoledì 2 novembre
la Messa per tutti i defunti
sarà celebrata in Chiesa alle ore 15,00
Nei mercoledì di novembre
sarà celebrata alle ore 18,00 la
S.Messa in suffragio dei defunti
con l’iniziativa: “I fiori della carità”
Domenica prossima
riprende in parrocchia
l’Adorazione Eucaristica alle ore 17
Percorso Fidanzati
in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:
di venerdì sera, alle ore 21,
14, 21, 28 ottobre
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;
di sabato sera ore 21
14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;
al mercoledì sera ore 21
1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia
di Loreo.
La preghiera del fariseo e del pubblicano
Il vangelo presenta la parabola del fariseo e del pubblicano. Il fariseo, convinto di essere giusto, sta ritto in piedi, esamina la sua vita, e non può fare altro che ringraziare Dio per ciò che di bello e buono trova in essa. In realtà il fariseo, più che ringraziare Dio, elogia sé stesso e si vanta dinanzi a Dio. Il fariseo non prega, non guarda a Dio, non attende nulla da lui, né gli domanda nulla; è così «perfetto» che non ha bisogno di niente, anzi accampa solo diritti, esalta sé stesso e si confronta con gli altri disprezzandoli e criticandoli. In questo suo atteggiamento non c’è nulla della preghiera. Il pubblicano, al contrario, sa di essere peccatore, non ha nulla da vantare, si sente bisognoso di cambiamento e, soprattutto, sa di non poter pretendere nulla, può solo fare affidamento in Dio. Proprio per questo, si ferma in fondo al tempio, si batte il petto e rivolge la sua richiesta di perdono: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Alla fine, il fariseo torna a casa «pieno» di sé stesso e dei suoi meriti, ma «vuoto» di Dio. Al contrario, il pubblicano torna a casa svuotato dei suoi peccati e riempito del perdono e della bontà di Dio, al quale ha aperto il suo cuore con umiltà.
L’insegnamento di Gesù è chiaro: l’unico modo corretto di porsi di fronte al Signore, nella preghiera e nella vita, è quello di sentirsi sempre bisognosi del suo perdono e del suo amore. Bisogna compiere opere buone, ma non si deve vantarle, e non bisogna fare confronti con gli altri.Facendoci un esame di coscienza ci accorgiamo di avere un po’ del fariseo e un po’ del pubblicano, e allora seguiamone gli esempi positivi: come il fariseo, cerchiamo di essere onesti e giusti, di osservare i comandamenti (la parola di Dio); come il pubblicano riconosciamo che quel poco che abbiamo fatto e abbiamo è dono di Dio, e domandiamo per noi e per tutti la sua misericordia.
d.G
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2022
«Di me sarete testimoni» (At 1,8)
Cari fratelli e sorelle!
Queste parole appartengono all’ultimo colloquio di Gesù Risorto con i suoi discepoli, prima di ascendere al Cielo, come descritto negli Atti degli Apostoli: «Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (1,8). E questo è anche il tema della Giornata Missionaria Mondiale 2022, che come sempre ci aiuta a vivere il fatto che la Chiesa è per sua natura missionaria. Quest’anno essa ci offre l’occasione di commemorare alcune ricorrenze rilevanti per la vita e missione della Chiesa: la fondazione, 400 anni fa, della Congregazione de Propaganda Fide – oggi per l’Evangelizzazione dei Popoli – e, 200 anni fa, dell’Opera della Propagazione della Fede, che, insieme all’Opera della Santa Infanzia e all’Opera di San Pietro Apostolo, 100 anni fa hanno ottenuto il riconoscimento di “Pontificie”.
- «Di me sarete testimoni» – La chiamata di tutti i cristiani a testimoniare Cristo
- «Fino ai confini della terra» – L’attualità perenne di una missione di evangelizzazione universale
- 3. «Riceverete la forza dallo Spirito Santo» – Lasciarsi sempre fortificare e guidare dallo Spirito
Cari fratelli e sorelle, continuo a sognare la Chiesa tutta missionaria e una nuova stagione dell’azione missionaria delle comunità cristiane. E ripeto l’auspicio di Mosè per il popolo di Dio in cammino: «Fossero tutti profeti nel popolo del Signore!» (Nm 11,29). Sì, fossimo tutti noi nella Chiesa ciò che già siamo in virtù del battesimo: profeti, testimoni, missionari del Signore! Con la forza dello Spirito Santo e fino agli estremi confini della terra. Maria, Regina delle missioni, prega per noi!
FRANCESCO
XXIX^ Domenica del Tempo Ordinario
XXIX^ Domenica del Tempo Ordinario
16 ottobre 2022
VIVERE E COMUNICARE LA FEDE

“Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.
Ecco il compito della vita:
mantenere, accrescere, trasmettere la fede; condividere con gli altri un rapporto vivo con il Signore Gesù presente.
Paolo dice a Timoteo:
“Rimani saldo in quello che hai imparato… Annuncia la parola”.
La fede si sostiene testimoniandola e comunicandola:
ai figli e alle persone con le quali entriamo in contatto;
non solo con le parole, ma con il senso della vita che possiamo trasmettere.
Pregare senza stancarsi
Gesù invita a pregare senza mai stancarsi e commenta questo invito con la parabola del giudice iniquo e della vedova. Il giudice viene descritto come un uomo senza scrupoli, che pensa solo a sé stesso, al proprio vantaggio e alla propria comodità. Non ha rispetto di Dio e non gli importa di nessuno. La vedova appartiene invece alla categoria di persone che sono considerate deboli dal punto di vista sociale. La sua persona e la sua situazione lasciano il giudice completamente indifferente. Tuttavia, alla fine il giudice accoglie la richiesta e fa avere alla vedova quanto le spetta grazie alla sua insistenza. A smuovere il giudice è stata la volontà di sbarazzarsi del continuo fastidio provocatogli dalla donna ed evitare ulteriori seccature. Gesù conclude: se un uomo iniquo come quel giudice, che non temeva Dio e non si curava di nessuno, si lascia alla fine indurre a fare giustizia dalla preghiera di una povera donna, tanto più Dio esaudirà le preghiere dei suoi figli! L’avere scelto come personaggio di riferimento un giudice senza coscienza e insensibile serve proprio a dare maggiore forza al confronto: se un giudice di questo genere è stato indotto a fare giustizia, tanto più Dio ascolterà le preghiere di coloro che lo invocano. Gesù ci invita a imitare questa vedova e la sua insistenza, e a pregare senza mai stancarsi.
La preghiera non è una delle tante cose che il buon cristiano è chiamato a fare, essa è il cuore della vita cristiana, lo strumento per coltivare le tre virtù che caratterizzano la vita del cristiano: la fede, la speranza e la carità. La preghiera è espressione di fede e fiducia in Dio, manifesta la certezza che le nostre richieste non cadono nel vuoto. La preghiera manifesta la nostra speranza in Dio, come colui che guida la storia di ognuno di noi e che aiuta a superare le prove della vita. La preghiera esprime infine la nostra carità, il nostro amore verso Dio.
Nell’insistenza di questa vedova è racchiuso tutto il disagio di quanti hanno l’impressione che Dio resti indifferente e lontano. Se Dio è giusto, perché l’ingiustizia trionfa nel mondo? Ebbene – risponde la parabola -, continuate a pregare con insistenza e con fiducia, perché l’intervento di Dio è certo. Non solo è certo, ma pronto: Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Il vero problema non è se Dio faccia giustizia sulla terra, perché questo è sicuro. Il vero problema è se il Figlio dell’uomo, quando tornerà, troverà ancora fede. Come a dire: se Dio sembra assente o tardare non siate inquieti né scoraggiati, preoccupatevi piuttosto della vostra fede.
d.G.
Domenica 23 Ottobre
GIORNATA MISSIONARIA
MONDIALE
Siamo invitati ad elevare al Signore
la nostra preghiera e a donare
la nostra offerta per le Missioni
Percorso Fidanzati
in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:
di venerdì sera, alle ore 21,
14, 21, 28 ottobre
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;
di sabato sera ore 21
14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;
al mercoledì sera ore 21
1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia
di Loreo.
Fate arrivare la proposta
nelle vostre famiglie,
ai giovani, alle coppie,
a chi magari già convive
e crede che la vocazione
al Sacramento del Matrimonio
possa essere una cosa bella,
importante e da valutare seriamente.
XXVIII^ Domenica del Tempo Ordinario
XXVIII^ Domenica del Tempo Ordinario
9 ottobre 2022
UN’ESPERIENZA DI SALVEZZA

Dieci persone vengono liberate dalla lebbra, ma una sola viene realmente salvata, perché accoglie non solo il miracolo compiuto da Gesù, ma la sua persona:
‘La tua fede ti ha salvato’.
Il Battesimo, evocato dal gesto di Naaman che si lava nel fiume, ci introduce nel fiume della Chiesa.
Non più estranei e ‘tenuti fuori’ come i lebbrosi, ma veniamo introdotti nella Chiesa, per diventare comunicatori della fede e della speranza cristiana, nella garanzia che viene dal rapporto con l’autorità, Papa con vescovi e sacerdoti uniti con lui. (‘Presentatevi ai sacerdoti’).
Monastero delle Clarisse
Adorazione Eucaristica
giovedì 13 ottobre ore 20,30
“Torniamo al gusto del pane…”
Diocesi di Chioggia
Vicariato di Loreo
Mercoledì 12 ottobre,
alle ore 18.30
nella nostra Chiesa
il Vescovo compie la
Celebrazione del mandato
ai catechisti del nostro Vicariato
Percorso Fidanzati
in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:
di venerdì sera, alle ore 21,
14, 21, 28 ottobre
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;
di sabato sera ore 21
14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;
al mercoledì sera ore 21
1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia
di Loreo.
Fate arrivare la proposta
nelle vostre famiglie,
ai giovani, alle coppie,
a chi magari già convive
e crede che la vocazione
al Sacramento del Matrimonio
possa essere una cosa bella,
importante e da valutare seriamente.
La tua fede ti ha salvato
Dieci lebbrosi si avvicinano a Gesù e implorano la guarigione. Gesù mette alla prova la loro fede inviandoli ancora prima di guarirli ai sacerdoti e, lungo la strada, si accorgono improvvisamente che la lebbra è scomparsa, ma uno solo – uno straniero, un samaritano – ritorna sui suoi passi per ringraziare il Signore e rendere gloria a Dio, e solo a questo straniero Gesù dice: La tua fede ti ha salvato. Tutti sono stati guariti, ma uno solo è dichiarato «salvato». La salvezza giunge solo quando il cuore si apre alla fede in Gesù. Il punto centrale di questo episodio sta proprio nell’atteggiamento riconoscente del samaritano, che non è solo un gesto di cortesia, le sue parole e i suoi gesti mostrano che è maturata in lui una nuova e più piena conoscenza di Gesù: si prostra infatti con la faccia a terra in gesto di adorazione, e da gloria a Dio che in Gesù si è reso presente per salvare. Ringraziarlo non è tanto pronunciare la parola «grazie», quanto riconoscerlo per quello che lui è per noi.
All’uomo torna sempre difficile dire «grazie», anche quando il dono ricevuto è grande; l’uomo preferisce dimenticare, è così diventa un ingrato. Per questo Gesù mostra di gradire il gesto del samaritano che torna a dare gloria a Dio, mentre gli reca dispiacere l’ingratitudine dei suoi connazionali. La riconoscenza testimoniata dal samaritano diventa una «ri-conoscenza», ossia una «nuova conoscenza» che lo porta a vedere non solo il miracolo di guarigione che è stato compiuto, ma anche a riconoscere in colui che lo ha compiuto il Salvatore, l’inviato di Dio.
Anche noi dobbiamo imparare a dire «grazie». Dire «grazie» a Dio per il nuovo giorno che ci offre ogni mattina; dire «grazie» in famiglia per i tanti gesti di attenzione e di premura nei nostri confronti; dire «grazie» a chi, nelle varie realtà sociali, si impegna a promuovere il bene comune in modo autentico e disinteressato. Dire «grazie» con la nostra persona, facendo della nostra vita un «rendimento di grazie».
d.G.
Festa della Patrona
Santa Maria Madre della Chiesa
