V^ domenica di Pasqua

V^ domenica di Pasqua

28 aprile 2024

UNA VITE VIVA

Cristo vive. Come una vite rigogliosa estende i suoi rami nel tempo e nello spazio.
Si diventa cristiani perché Egli ci unisce a sé nel Battesimo e negli altri sacramenti.
Partecipiamo alla vita della Chiesa con la famiglia, gli amici, la comunità. Qui scorre la linfa della Grazia, chiarita dalla Parola e alimentata dalla fede dei fratelli.
Qui siamo uniti a Cristo come i tralci alla vite.
Il cristianesimo è stare attaccati a Lui nella vita della Chiesa, come hanno fatto Paolo e tanti fratelli cristiani.

Oggi il Papa è a Venezia:
un cuore che guarda e ama

Il Fioretto del mese
di
Maggio
Il mese di Maggio ci mette insieme
a pregare con il Rosario
per chiedere a Maria il dono della pace.
Si recita il Rosario ogni sera:
 – in Chiesa, alle 17,30, prima della Messa
– Sant’Antunin da Po ogni sera ore 20,30
– In Parrocchia dal lunedì al venerdì

alle ore 20,45

I SANTI
DELLA SETTIMANA
Domenica 28 aprile:
Santa Gianna Beretta Molla
la santità quotidiana
di una madre martire
Lunedì 29 aprile:
Santa Caterina da Siena
Patrona d’Italia e d’Europa
Mercoledì 1 maggio
San Giuseppe lavoratore
e San Riccardo Pampuri
Giovedì 2 maggio:
Beata Sandra Sabbattini
la santa fidanzata
Venerdì 3 maggio
Ss. Filippo e Giacomo apostoli

Io sono la vera vite

Gesù, dopo aver lavato i piedi ai discepoli e dopo aver richiamato la necessità di essere gli uni servitori degli altri, utilizza l’immagine della vite e dei tralci per esortarli a «rimanere» uniti a lui, perché solo scegliendo di stare con lui si può portare frutto nell’annuncio del vangelo. Il verbo «rimanere» è ripetuto sette volte proprio per far capire ai discepoli quanto sia essenziale stabilire un rapporto profondo e duraturo con lui.
Io sono la vite vera. Il Quarto evangelista usa il termine «vite» e non «vigna» perché non c’è una pluralità di ceppi (come nel caso di una vigna) ma si tratta di un’unica pianta, di un unico ceppo, al quale sono collegati tutti i tralci, e questo ceppo è Gesù. Di questa vite si dice che è quella «vera», e Gesù è la «vera vite» perché è la piena rivelazione di Dio, è la Parola incarnata. Gesù è la «vera vite» perché uniti a lui le persone possono produrre frutto, il frutto di una vita vera, autentica, lontana da ogni falsità. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto: il «rimanere» in Gesù si attua nell’ascolto e nella messa in pratica delle sue parole che sono la linfa che passa dal tronco della vite nei tralci e fa nascere il frutto. Le sue parole sono vive e portatrici di vita. «Rimanere» in Gesù vuol dire lasciare agire in sé stessi le sue parole, perché queste hanno il potere di plasmare un modo di pensare e sentire la vita secondo il disegno di Dio.
Il discepolato nel Quarto vangelo era partito da una domanda: Maestro, dove dimori? (Gv 1,38). Ora Gesù invita i discepoli a dimorare in lui, lo dice con un imperativo: «rimanete», perché in questa casa (= l’adesione alla persona di Gesù) bisogna volerci entrare e stare con la fede, scegliendo di non rimanere fuori della porta, ma di riconoscere questa dimora come la propria. Le parole di Gesù alla fine assumono anche un tono di minaccia: chi non sta dentro diventa «secco» come il tralcio che staccato dalla vite è destinato ad essere gettato nel fuoco e bruciato.

d.G.

Intelligenza artificiale e mondo del lavoro:
luci ed ombre

Mai come oggi la festa del lavoro (san Giuseppe lavoratore per la Chiesa) viene commemorata in un momento cruciale della storia umana. È ormai sotto gli occhi di tutti come l’avvento dell’Intelligenza arti-ficiale (IA) impatterà sul mondo del lavoro forse anche più della prima rivo-luzione industriale. La stessa ChatGPT (una chatbot, cioè un software che simula la conversazione umana) alla domanda su come l’IA influenzerà il mondo del lavoro così risponde: «Automatizzando compiti ripetitivi e noiosi, consentirebbe alle persone di concentrarsi su mansioni più creative e significative. Inoltre, potrebbe migliorare l’efficienza e la precisione nelle attività quotidiane, aumentando la produttività complessiva». Quanto sopra ci riporta perciò alla domanda fondamentale: Cos’è il lavoro e come si definisce in relazione all’essere umano? È il la-voro che definisce l’uomo o viceversa? Nel primo caso è il lavoro a sovrastare l’uomo. In quest’ottica l’IA viene vista come l’occasione per migliorare quali-tà ed efficienza nel lavoro, sostituendo la componente umana, considerata imprevedibile e perciò difettosa ai fini produttivi. Il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato con preoccupa-zione come l’introduzione dell’IA in vari settori comporterebbe una riduzione dei posti di lavoro che, nei paesi con economie più avanzate, potrebbe arrivare sino al 60% con crescita delle diseguaglianze sociali, riduzione degli stipendi e meno assunzioni tra i lavoratori più vulne-rabili. Invece, una concezione del lavoro in cui l’uomo venisse considera-to il valore aggiunto per eccellenza, e quindi imprescindibile da qualunque riflessione, potrebbe consentire di riportare il discorso nel giusto solco. Permetterebbe di non disgiungere gli indubbi vantaggi offerti dall’IA dalle ricadute etiche che ogni innovazione porta con sé. Un tema ben presente, ad esempio, nel discorso di Papa France-sco per la 57a Giornata per la pace, ma che speriamo di trovare anche in altri leaders mondiali, come è già avvenuto con il richiamo del primo ministro cinese Li Qiang sui rischi etici dell’IA. Un fatto inatteso su un rischio vero, oltre tutto pronunciato a Davos!


Giornata di preghiera per le vocazioni

Giornata di preghiera per le vocazioni

21 aprile 2024

SALVATI COME PECORE, AMATI COME FIGLI

Il tempo di Pasqua ci accompagna a riconoscere Gesù risorto e presente, Pastore che sostiene e guida la sua Chiesa. E’ bello sapere che ci cono-sce per nome e ci ama uno ad uno. E’ bello sapere che ha anche ‘altre pecore’. E’ bello sapere che ci vuole non dispersi e isolati, ma uniti nella Chiesa, nella comunità e nell’amicizia cristiana: “Vi ho chiamati amici”. Guardiamo con questi occhi e amiamo con questo cuore i nostri pastori, i nostri fratelli e sorelle cristiani, e tutti coloro che incontriamo nella vita.

Celebrazione dei Sacramenti della Iniziazione Cristiana
21 aprile 2024
con la messa delle ore 18,00
18 ragazzi della nostra Comunità
ricevono per le mani del nostro Vescovo,
il Sacramento della Cresima e
si accostano per la 1^ volta all’Eucaristia.

I ragazzi che ricevono i Sacramenti
dell’Iniziazione Cristiana:

Bergo Raffaella
Burgato Davide
Cavallari Anna
Caverni Alessandro
Gaia Anna
Grandi Mya Martina
Ifem David
Luppi Giulia
Marangon Flavia
Marangon Marilena
Pregnolato Sebastiano
Quadretti Tommaso
Ravazzolo Alessio
Ruzza Arianna
Stabellini Marco
Veronese Greta
Zanellato Giacomo

Gesù buon pastore

Gesù ci introduce nel mistero della sua persona con una immagine
presente nella predicazione dei profeti e nei salmi: quella del pastore.
Nel vangelo si sente il linguaggio del profeta Ezechiele che esprime il
severo giudizio di Dio nei confronti dei pastori d’Israele che, invece di
prendersi cura del gregge, curavano i propri affari. Il profeta annuncia che
il Signore stesso si prenderà cura del suo popolo: Ecco, io stesso cercherò
le mie pecore e ne avrò cura … Io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò
da tutti i luoghi dove erano disperse (Ez 34,11-12).
La promessa fatta da Ezechiele trova realizzazione nella persona di Gesù,
è lui il pastore buono che
conosce una ad una le sue pecore. Mediante questa immagine si sottolinea
il profondo legame esistente tra Gesù e i discepoli. Lo scopo di questa
conoscenza è portare i discepoli alla comunione tra di loro, comunione
che si fonda nella loro unione con Gesù e con il Padre. Le parole Gesù: Ho
altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo
guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, introducono
il tema della missione e faranno comprendere alle prime comunità
cristiane la necessità di estendere l’annuncio del vangelo all’intera umanità.
Tutta la vita di Gesù testimonia che lui è il «buon pastore» promesso da
Dio. La misericordia che ha mostrato nelle varie situazioni umane nelle
quali è venuto a trovarsi manifesta il suo desiderio di donare la salvezza a
tutti. Come il pastore non abbandona il gregge, ma lo difende dai pericoli
e lo conduce a pascoli ricchi e a sorgenti di acqua pura, così Gesù Cristo è
sempre presente nella nostra vita: lo è per mezzo della Chiesa e dei pastori
che ha suscitato, lo è nell’Eucaristia e mediante il suo Spirito. Come il
pastore conosce le sue pecore, così anche Gesù conosce le nostre difficoltà
e preoccupazioni. Egli continua a posare su di noi il suo sguardo di tenerezza,
e questa certezza diventa motivo di fiducia e serenità. Come il
pastore ha cura delle sue pecore e parte per cercare quella che si è smarrita,
così non c’è uomo al mondo, qualunque sia la sua condizione, che
non sia amato da Gesù, e che Gesù non voglia far entrare nella sua amicizia.

d.G.

Testimonianza vocazionale

Sono Elena Salvagnin, missionaria della Comunità Missionaria di Villaregia, e condivido con voi volentieri questa mia bella notizia della professione definitiva domenica 28 aprile alle 17 nella mia parrocchia di origine: Ss. Felice e Fortunato – Campolongo Maggiore (VE). Per chi non mi conoscesse, racconto anche qualcosa in più su di me. Forse qualcuno si starà chiedendo, che cos’è la professione definitiva? In questo periodo mi sto preparando per il mio sì per sempre, per la mia consacrazione definitiva a Dio, nella Comunità Missionaria, scegliendo appunto una vita di donazione agli altri e soprattutto ai più poveri. Ecco che cos’è la professione definitiva, il sì per sempre a Dio attraverso i voti di povertà, castità, obbedienza e (nel mio caso) anche di Comunità per la missione. Come sono arrivata fino a qua? Faccio qualche passo indietro per chi non mi conoscesse. Sono originaria di Campolongo Maggiore (VE), paesino nella pianura padana non lontano da Padova; ho 35 anni, e faccio parte della Comunità Missionaria di Villaregia da dicembre 2010. Ho conosciuto questa realtà proprio a Campolongo Maggiore in seno alla mia parrocchia d’origine nel 2008 grazie ad alcuni giorni di animazione missionaria proposti in paese; a quel tempo avevo 19 anni ed ero al primo anno di università, ho studiato lingue moderne a Padova. Dopo due anni di conoscenza, servizio e formazione missionaria come giovane, ho sentito forte il desiderio di intraprendere un percorso di consacrazione missionaria (cambiando progetto di vita rispetto a quello pensato nella gioventù fino a quel momento), per essere 24 ore su 24 a servizio di Dio, degli altri, e dei poveri. Ho intrapreso questo cammino a dicembre 2010, dopo la conclusione della laurea triennale, e in questi anni ho avuto anche il bel dono di trascorrere una tappa missionaria di 5 anni nella periferia sud di Lima, capitale del Perù, dove ho vissuto a stretto contatto con la povertà, ma anche con uno stile diverso di umanità.
(continua su Nuova Scintilla a pag. 13)


3^ DOMENICA DI PASQUA

3^ DOMENICA DI PASQUA

14 aprile 2024

GESU’ RISORTO,
UN AVVENIMENTO
PRESENTE

Gesù si presenta agli apostoli nella concreta umanità del suo corpo risorto: mostra le mani e i piedi trafitti e mangia con loro. Cristo risorto sta ancora accadendo nella vita della Chiesa: lo scopriamo nella liturgia, nella comunione fraterna, nella carità verso il prossimo. Gesù risorto vive in mezzo a noi. Egli dona vita e dignità a ogni uomo e ogni donna, anche ai più deboli e dimenticati. Ci salva dal fondo del nostro cuore liberandoci dal male con la sua misericordia e ci lancia come suoi testimoni nel mondo.

Celebrazione dei Sacramenti della Iniziazione Cristiana
Domenica 21 aprile con la messa delle ore 18,00
17 ragazzi della nostra Comunità ricevono,
per le mani del nostro Vescovo,
il Sacramento della Cresima e si accostano per la 1^ volta all’Eucaristia.

Domenica prossima 14 aprile, alle ore 17,30, presso le opere parrocchiali,
il Vescovo desidera incontrare i ragazzi e i genitori per un saluto e una
prima conoscenza.

Venerdì 19 aprile alle ore 21,00
i genitori con i padrini e le madrine, se possibile, si trovano in Chiesa
per la preparazione alla celebrazione dei Sacramenti;
ci sarà la possibilità di celebrare il Sacramento della Confessione.

I ragazzi che ricevono i Sacramenti
dell’Iniziazione Cristiana:

Bergo Raffaella
Burgato Davide
Cavallari Anna
Caverni Alessandro
Gaia Anna
Grandi Mya Martina
Ifem David
Luppi Giulia
Marangon Flavia
Marangon Marilena
Pregnolato Sebastiano
Quadretti Tommaso
Ravazzolo Alessio
Ruzza Arianna
Stabellini Marco
Veronese Greta
Zanellato Giacomo

L’intelligenza delle Scritture

Il brano del vangelo, tratto da Luca, racconta una nuova apparizione di Gesù ai discepoli ed è parallelo al racconto di Giovanni di domenica scorsa. I discepoli sono talmente lontani dall’idea della risurrezione che «sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma». Gesù, per superare la loro incredulità, mostra i segni della passione, come fece con Tommaso, chiede di mangiare con loro e lentamente la paura e lo stupore si trasformano in gioia profonda. I particolari ai quali l’evangelista accenna («guardare, toccare, mangiare») intendono essere una risposta alle difficoltà suscitate negli ascoltatori dall’annuncio della risurrezione di Gesù, ascoltatori che rimanevano perplessi di fronte al racconto dei discepoli. Il Cristo risorto non era un fantasma, ma lo stesso Gesù che i discepoli avevano conosciuto e con il quale avevano camminato per le strade della Palestina.
Gesù, dopo essersi mostrato ai loro occhi, si rivolge ai loro orecchi: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi». Di Gesù a restano le parole, sono le parole scritte nei vangeli, parole che hanno segnato l’amicizia tra Gesù e i discepoli, parole che hanno cambiato la loro vita e sono rimaste nella loro memoria perché fossero consegnate alla storia futura. Si tratta di parole che hanno il potere di creare vita nuova ed eterna, capaci di realizzare comunione e amicizia profonda con colui che è l’unico e vero Maestro. Dopo aver aperto le loro menti alla comprensione delle Scritture («Aprì loro la mente per comprendere le Scritture»), Gesù li invia in missione.  A loro è affidato il compito di partire non solo per le strade della Palestina, ma per le strade del mondo. Si tratta di un annuncio di salvezza per tutte le genti: dalla stanza dell’amicizia ritrovata agli orizzonti mondiali di tutta l’umanità, chiamata a questa comunione mediante la conversione e il perdono. Anche ogni discepolo di Gesù (= ciascuno di noi) ha il compito di continuare la missione di Gesù. La Pasqua di Gesù rimane vana se non c’è chi la renda operante suscitando la fede con la parola e la testimonianza.

d.G.

61a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni:
"Creare casa" (Christus vivit, 217)

Domenica 21 aprile 2024, quarta domenica di Pasqua, la Chiesa ci invita a celebrare la 61a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: ecco perché giovedì 28 aprile, alle ore 21,00 nel Santuario della Beata Vergine della Navicella a Chioggia ci sarà la Veglia Diocesana di preghiera per tutte le vocazioni presieduta dal nostro Vescovo Mons. Giampaolo Dianin.

Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace
Cari fratelli e sorelle!
La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni ci invita, ogni anno, a con-siderare il dono prezioso della chiamata che il Signore rivolge a ciascuno di noi, suo popolo fedele in cammino, perché possiamo prendere parte al suo progetto d’amore e incarnare la bellezza del Vangelo nei diversi stati di vita. Ascoltare la chiamata divina, lungi dall’essere un dovere imposto dall’esterno, magari in nome di un’ideale religioso; è invece il modo più sicuro che abbiamo di alimentare il desiderio di felicità che ci portiamo dentro: la nostra vita si rea-lizza e si compie quando scopriamo chi siamo, quali sono le nostre qualità, in quale campo possiamo metterle a frutto, quale strada possiamo percorrere per diventare segno e strumento di amore, di accoglienza, di bellezza e di pace, nei contesti in cui viviamo…
(dal messaggio del Santo Padre)


2^ DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA

2^ DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA

7 aprile 2024

UN INCONTRO CHE ACCOGLIE

Gesù risorto ci incontra nella vita e ci abbraccia nel sacramento della misericordia che abbiamo celebrato nei giorni di Pasqua, e dell’Eucaristia che lo dona nella parola e nel pane spezzato. Il cuore di Dio, in Gesù morto e risorto, e la comunità della Chiesa, sempre ci accolgono e ci testimoniano la fede, come gli apostoli con Tommaso nel cenacolo. La fede è un incontro personale, un’esperienzavissuta insieme, un cammino di testimonianza della fede, della carità, della misericordia, mentre percorriamo le strade del mondo.

Celebrazione dei Sacramenti della Iniziazione Cristiana
Domenica 21 aprile con la messa delle ore 18,00
17 ragazzi della nostra Comunità ricevono,
per le mani del nostro Vescovo,
il Sacramento della Cresima e si accostano per la 1^ volta all’Eucaristia.

Domenica prossima 14 aprile, alle ore 17,00, presso le opere parrocchiali,
il Vescovo desidera incontrare i ragazzi e i genitori per un saluto e una
prima conoscenza.

Gesù in una apparizione a
Suor Faustina Kowalska
(Polonia inizio 1900)
“Voglio che l’immagine, che dipingerai
con il pennello, venga solennemente
benedetta nella prima domenica
dopo Pasqua; questa domenica
deve essere la festa della Misericordia”.

Acqua benedetta
Nella Messa della Veglia Pasquale è
stata benedetta l’acqua lustrale.
Ora l’acqua benedetta si trova in
una vaschetta accanto all’altare
della celebrazione vicino
al Cero Pasquale.
Chi desidera avere in casa
dell’acqua benedetta può
liberamente prendersela.

L’angolo dell’amministrazione

In occasione della Pasqua sono state
offerti alla Chiesa, per sostenere le
sue diverse necessità, € 1.222,00.
Ringraziamo di cuore!

Mio Signore e mio Dio!

Il vangelo riporta le prime due apparizioni di Gesù risorto ai discepoli. La prima avviene la sera stessa del giorno di Pasqua. Tommaso non è presente a questa prima apparizione e non vuol credere alla testimonianza degli altri discepoli. Otto giorni dopo, presente Tommaso, Gesù appare nuovamente e da’ soddisfazione alle richieste di Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente! Tommaso non può fare altro che proclamare la sua fede: Mio Signore e mio Dio! Gesù apprezza questo atto di fede, ma aggiunge: Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! La beatitudine afferma che chi non ha la possibilità di «vedere» Gesù fisicamente non è meno fortunato di chi questa possibilità ha avuto. Per tutti infatti è disponibile la Parola che rende possibile il cammino di fede, una Parola che può portare a dire con verità le stesse parole di Tommaso: Mio Signore e mio Dio.
Oggi questa beatitudine il Signore è rivolta anche a noi e ci ricorda che la vera fede non nasce dagli occhi ma dal cuore. Ciò che gli occhi non vedono può essere percepito da un cuore che è aperto all’amore di Dio. La vera fede nasce dal profondo di noi stessi, dalla nostra disponibilità a lasciarci illuminare dai «segni» che sono stati scritti nel Vangelo affinché, credendo in Gesù, abbiamo la vita nel suo nome. Solo attraverso la mediazione della Scrittura, infatti, potremo capire la figura di Gesù, credere in Lui, vivere in modo autentico la nostra vita di figli di Dio. Nei versetti conclusivi, l’autore del Quarto vangelo chiarisce il fine che lo ha spinto a scrivere il vangelo: Questi segni sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Il suo lavoro non è stato quello dello storico che si limita a riportare i fatti, ma quello di un testimone che desidera convincere a partire dalla descrizione di «segni», che però chiedono di essere letti e interpretati. Noi, lettori di oggi, siamo rimandati alla nostra responsabilità e fatica di accogliere e lasciar parlare questi segni, perché ci guidino alla conoscenza concreta e vitale del Signore Gesù.

d.G.


Domenica delle Palme

Domenica di Pasqua
Risurrezione del Signore

31 marzo 2024

Gesu ci invita a percorrere le ore della sua passione e del suo silenzio per condurci a gustare la gioia della rissurrezione.
Il racconto della Passione del Signore che la liturgia presenta oggi e il Venerdì santo è una grande omelia.
In questa settimana siamo chiamati a porre i nostri piedi sui passi del Signore: Ultima Cena del Giovedì Santo, Passione-Morte del Venerdì Santo, Veglia pasquale del Sabato Santo.
Il Signore cammina dentro la nostra vita salvandola: noi camminiamo dentro la sua.

Liturgia della Settimana Santa

Giovedì Santo
Ultima Cena del Signore
ore 20,45 Celebrazione della Messa dell’ultima Cena e Lavanda dei piedi – San Bartolomeo

Venerdì Santo 29 marzo
Passione e morte del Signore
(giornata di digiuno e astinenza)
ore 15 Celebrazione della Croce
ore 20,45 Via Crucis lungo via Contarini partendo dalle Clarisse

Sabato Santo 30 marzo
Confessione adulti ore 9 – 12  e  15 – 19
Grande Veglia Pasquale e Messa di Risurrezione
ore 21,00 – San Bartolomeo

Domenica di Pasqua – 31 marzo
Risurrezione del Signore
SS Messe Mea ore 9,00 – San Bartolomeo ore 8,30 – 10,30 – 18,00 – Ca’ Cappellino ore 11,00

Lunedì di Pasqua – 1 aprile
San Bartolomeo SS :esse ore 10,30 e 18,00

Adorazione Eucaristica
QUARANTORE

Lunedì 25 marzo
ore 8,30 S.Messa e recita Lodi
Ore 15,00 Esposizione del SS Sacramento
Ore 18,00 S.Messa

Martedì 26 marzo
ore 8,30 S.Messa e recita Lodi
Ore 18,00 S.Messa
ore 18,45 Conclusione e celebraziobe
del Sacramento della Confessione

Mercoledì 27 marzo
ore 18,00 S.Messa
ore 21 S.Messa del Crisma
in Cattedrale a Chioggia

Il crocifisso è risorto, non è qui!

Il vangelo di Marco inizia il racconto della scoperta del sepolcro vuoto con due indicazioni di tempo: passato il sabato e al levare del sole. Entrambe queste indicazioni segnalano che sta nascendo qualcosa di nuovo: il sabato, pilastro del giudaismo, è ormai superato da ciò che avviene il primo giorno dopo il sabato; il sole che sorge allude invece al sorgere di un nuovo sole: Gesù Risorto. Mentre per la passione una folla di personaggi aveva assistito all’umiliazione di Gesù, ora l’annuncio della risurrezione è affidato come segreto prezioso ad alcune donne, segno anche questo di uno stile di Dio che non smette di essere quello della «potenza nella debolezza» (cfr. 2Cor 12,9; 13,4). Le donne, diversamente dai discepoli, non hanno abbandonato Gesù neanche nel momento della morte, hanno condiviso la sua sofferenza e hanno manifestato la loro vicinanza attraverso l’ultimo gesto che era loro possibile: la cura del suo corpo. È proprio grazie al compimento di questo gesto che hanno il dono di conoscere, per prime, l’annuncio di Pasqua. Giunte al sepolcro vedono la pietra ribaltata, e un giovane vestito di bianco si rivolge loro dicendo: Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Questa frase contiene il fondamento della fede cristiana: Gesù non è più prigioniero della morte, è entrato nella Vita, una vita che non è la semplice riedizione di quella precedente, ma inizio di qualcosa di totalmente nuovo. Le donne ora devono partire come testimoni: andate, dite.
Le sorprese però non sono finite perché, secondo il racconto di Marco, le donne non dicono niente a nessuno. Strana finale, soprattutto se si tiene conto che il vangelo termina con questo silenzio. Le spiegazioni possono essere molte, ma una cosa è certa: poiché l’annuncio è arrivato, anche questo silenzio diventa paradossalmente un segno della potenza dell’annuncio pasquale che si diffonde superando tutti gli ostacoli, compresi i timori dei testimoni. Proprio da qui viene a noi l’invito a non temere, ad annunciare con coraggio la parola della croce e della risurrezione, perché in essa si manifestano la potenza e la sapienza di Dio. L’incarico trasmesso alle donne riflette la convinzione che con l’annuncio pasquale è connesso un «compito». Chi ha la possibilità di sperimentare che il crocifisso vive non può trattenere per sé la gioia che questa esperienza reca con sé. Chi accoglie con fede l’annuncio del Risorto riceve allo stesso tempo l’incarico di raccontarlo ad altri.

d.G.

Pasqua 2024

Ecco allora che cosa fa la Pasqua del Signore: ci spinge ad andare avanti, a uscire dal senso di sconfitta, a rotolare via la pietra dei sepolcri in cui spesso confiniamo la speranza, a guardare con fiducia al futuro, perché Cristo è risorto e ha cambiato la direzione della storia.
Papa Francesco

L’avvenimento cristiano è Dio che entra nella vita dell’uomo e nella storia. E io sono cristiano perché Egli, Dio, è presente tra noi e sarà presente tutti i giorni fino alla fine del mondo. Quel bambino diventa grande, muore e risorge, e risorgendo investe la storia irresistibilmente, attraendo a sé gente, la cui unità costituisce il Suo Corpo, Corpo misterioso, o popolo di Dio.
Luigi Giussani


5^ DOMENICA DI QUARESIMA

5^ DOMENICA DI QUARESIMA

17 MARZO 2024

VOGLIAMO VEDERE GESÙ!

Vogliamo vedere Gesù!”:
esiste desiderio più vero e domanda più bella?
Ogni azione ci porta a desiderare incontri belli e veri:
al fondo di ogni attesa e desiderio ‘è Gesù che noi cerchiamo’ diceva Giovanni
Paolo II ai giovani.
Con discrezione e decisione non perdiamo
l’opportunità di testimoniare Cristo.
Forse qualcuno chiederà anche a noi:
Vogliamo vedere Gesù. Gesù ci apre la via, che attraverso la croce
conduce alla risurrezione di una vita nuova.
Anche le difficoltà, gli ostacoli, le sofferenze che incontriamo ogni giorno, aprono all’urgenza di incontrare il Signore che salva.

IL RITORNO
Martedì 12 marzo ultimo scorso sono ritornati nella chiesa di San Bartolomeo
gli antichi inginocchiatoi del coro, i quali, fatti disinfestare dai
tarli e solidificare a spese personali dal vescovo emerito Adriano Tessarollo,
poi erano stati trasferiti nella chiesetta dei Ss. Pietro e Paolo in
Chioggia il I° aprile 2020, con il consenso del Consiglio pastorale parrocchiale,
mentre la Curia si faceva garante che gli stessi sarebbero
rimasti di proprietà di San Bartolomeo. A Chioggia sono serviti durante
il lungo periodo della pandemia da Covid, dal momento che la suddetta
chiesa era l’unico luogo sacro accessibile ai fedeli della Città,
essendo facilmente disinfestabile; in essa il vescovo Tessarollo aveva
presieduto anche ad alcune brevi liturgie penitenziali. Ora, passato il
contagio, la Soprintendenza ha pensato che i due manufatti lignei dovessero
essere riconsegnati alla chiesa d’origine, per evitare dispersioni
di opere d’arte. Si conclude così, dopo qualche anno, il faticoso esilio
dei due inginocchiatoi del secolo XVIII
don Giuliano Marangon

CONFESSIONI PASQUALI

Martedì 26 Marzo
ore 18,45
Parrocchia
S.Bartolomeo Ap.

VENERDI’ 22 MARZO
alle ore 21
Chiesa della Mea
Il Comitato pro Sandro Dordi
racconta la vita del
BEATO SANDRO DORDI
Martire della carità e della fede

* * *

Domenica prossima, 24 marzo
Domenica delle Palme
La celebrazione inizia
alle ore 9,00 Mea
alle ore 10,30 San Bartolomeo,
alle ore 11,00 Ca’ Cappellino.
Benedizione dell’olivo, processione e
Messa con lettura della Passione.
Viene preparato l’olivo benedetto da
portare nelle proprie famiglie.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
QUARESIMA 2024

Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà

Cari fratelli e sorelle!
La forma sinodale della Chiesa, che in questi anni stiamo riscoprendo e
coltivando, suggerisce che la Quaresima sia anche tempo di decisioni
comunitarie, di piccole e grandi scelte controcorrente, capaci di modificare
la quotidianità delle persone e la vita di un quartiere: le abitudini
negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione di chi non è visto o è disprezzato.
Invito ogni comunità cristiana a fare questo: offrire ai propri
fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare
la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore.
Guai se la penitenza cristiana fosse come quella che rattristava Gesù.
Egli dice anche a noi: «Non diventate malinconici come gli ipocriti,
che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano
» (Mt 6,16). Si veda piuttosto la gioia sui volti, si senta il profumo
della libertà, si sprigioni quell’amore che fa nuove tutte le cose, cominciando
dalle più piccole e vicine. In ogni comunità cristiana questo può
avvenire.
Nella misura in cui questa Quaresima sarà di conversione, allora,
l’umanità smarrita avvertirà un sussulto di creatività: il balenare di una
nuova speranza. Vorrei dirvi, come ai giovani che ho incontrato a
Lisbona la scorsa estate: «Cercate e rischiate, cercate e rischiate. In
questo frangente storico le sfide sono enormi, gemiti dolorosi. Stiamo
vedendo una terza guerra mondiale a pezzi. Ma abbracciamo il rischio
di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine,
ma all’inizio di un grande spettacolo. Ci vuole coraggio per pensare
questo» È il coraggio della conversione, dell’uscita dalla schiavitù. La
fede e la carità tengono per mano questa bambina speranza. Le insegnano
a camminare e, nello stesso tempo, lei le tira in avanti. [1]
Benedico tutti voi e il vostro cammino quaresimale.
FRANCESCO

Vogliamo vedere Gesù

 

La risurrezione di Lazzaro e l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme avevano destato la curiosità di molti pellegrini che si trovavano in città per la festa di Pasqua. La gente voleva vedere con i propri occhi chi era questo personaggio che suscitava tante attese e contrasti. Vogliamo vedere Gesù, chiedono alcuni greci a Filippo. Non si tratta solo di vedere la persona fisica di Gesù, ma del desiderio di conoscerlo per quello che è. Gesù aveva detto: Io sono la luce del mondo (Gv 8,12), perciò il suo messaggio interessa tutti. Ecco, quindi, che due greci vogliono vederlo. Per l’evangelista è un momento importante: alla croce di Gesù sono convocati tutti, anche i pagani. E Gesù, proprio in questa domanda, vede un segno che l’ora è giunta.
Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Queste parole sembrano non rispondere alla domanda dei Greci, ma in realtà Gesù risponde proprio a quella domanda. La venuta dei pagani a Gesù sarà resa possibile solo dalla morte del chicco di frumento, cioè dalla morte di Gesù che per il suo dono d’amore diventerà il primogenito di una moltitudine di fratelli (Rm 8,29). La risposta alla richiesta dei greci è contenuta in questa frase e in quella che chiude il discorso di Gesù: quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me. La croce sarà il punto di attrazione di tutti, perché l’amore donato da Gesù crocifisso è l’amore stesso di Dio che non può non aprire il cuore alla fede e alla conversione.
Gesù è giunto al culmine della sua azione salvifica nel momento della croce, così anche il cristiano, ogni volta che accetta difficoltà e sofferenze per non cedere al compromesso e rimanere fedele a Dio, continua l’azione iniziata da Gesù: Se il chicco di frumento non muore, non porta frutto. Essere discepoli di Gesù significa seguire il suo stile di vita, fare le sue scelte, accettare la logica del vangelo, rimanere fedeli a Lui e alla sua parola anche a costo di camminare contro corrente!

d.G.


4^ DOMENICA DI QUARESIMA

4^ DOMENICA DI QUARESIMA

10 marzo 2024

SALVATI, PER GRAZIA

Un invito di gioia nel mezzo della Quaresima: Laetare-Rallegrati.
Nel nostro mondo trafitto da tanti mali, Gesù dice a Nicodemo che il Padre lo ha mandato non per condannare il mondo ma per salvarlo.
Dietro a Lui, il nostro è un cammino verso la vita e la gioia.
Gesù ci accoglie, di notte e di giorno, come Nicodemo in ricerca, e ci rilancia.
Egli è ‘il serpente innalzato che salva il mondo’.
Gesù ci conduce a vivere una fede certa, una speranza attiva, una carità attenta.

VENERDI’ 15 MARZO ALLE ORE 21
presso la sala delle Opere parrocchiali

Padre Tiboni

Intrverrà il Dott. Filippo Ciantia autore di un libro sulla vita del
missionario comboniano in Sud Sudan e Uganda

L’aborto francese

Sulla torre Eiffel a Parigi
campeggia la scritta:
Mon corps, mon choix
(mio è il corpo, mia la scelta)
= inno esasperato all’egoismo.
Grazie Signore
per le nostre mamme,
grazie per tutte le donne
che amano e rispettano la vita|

In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis

Giovedì 14 marzo alle ore 20,45
presso la Chiesa delle Clarisse
veglia di preghiera per i missionari
martiri, guidata dalla Comunità
Missionaria di Villaregia.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024

Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà

Cari fratelli e sorelle!
Questo comporta una lotta: ce lo raccontano chiaramente il libro
dell’Esodo e le tentazioni di Gesù nel deserto. Alla voce di Dio, che dice:
«Tu sei il Figlio mio, l’amato» (Mc 1,11) e «Non avrai altri dèi di
fronte a me» (Es 20,3), si oppongono infatti le menzogne del nemico.
Più temibili del Faraone sono gli idoli: potremmo considerarli come la
sua voce in noi. Potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio
su tutti: ogni essere umano avverte la seduzione di questa menzogna
dentro di sé. È una vecchia strada. Possiamo attaccarci così al denaro,
a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione,
persino ad alcune persone. Invece di muoverci, ci paralizzeranno.
Invece di farci incontrare, ci contrapporranno. Esiste però una
nuova umanità, il popolo dei piccoli e degli umili che non hanno ceduto
al fascino della menzogna. Mentre gli idoli rendono muti, ciechi, sordi,
immobili quelli che li servono (cfr Sal 114,4), i poveri di spirito sono
subito aperti e pronti: una silenziosa forza di bene che cura e sostiene
il mondo.
È tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi. Fermarsi in
preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano,
in presenza del fratello ferito. L’amore di Dio e del prossimo è un
unico amore. Non avere altri dèi è fermarsi alla presenza di Dio, presso
la carne del prossimo. Per questo preghiera, elemosina e digiuno
non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura,
di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti
che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà.
Rallentare e sostare, dunque. La dimensione contemplativa
della vita, che la Quaresima ci farà così ritrovare, mobiliterà nuove energie.
Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli
altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne
e compagni di viaggio. È questo il sogno di Dio, la terra promessa
verso cui tendiamo, quando usciamo dalla schiavitù. (continua)

Chi crede in Gesù ha la vita eterna

Il vangelo di questa domenica presenta uno stralcio del dialogo notturno di Gesù con Nicodemo. Al vecchio maestro di Israele che voleva sapere come si fa a rinascere per entrare nel regno di Dio, Gesù rispose: Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Il serpente innalzato da Mosè nel deserto è simbolo di Gesù innalzato sulla croce. Con questa immagine il quarto evangelista sviluppa uno dei motivi più affascinanti di tutto il vangelo: la morte di Gesù non è il luogo del «buio», ma il momento in cui si manifesta la «luce» che dà vita all’uomo. Leggendo la morte in croce nell’ottica della risurrezione, l’evangelista vede in essa il momento della manifestazione della gloria di Gesù, la croce è il trono dal quale Gesù regna. Gesù crocifisso diventa la sorgente da cui zampilla la vita per tutti coloro che credono il lui.
Come l’israelita guardando al serpente innalzato da Mosè nel deserto otteneva salvezza, così la morte di Gesù in croce diventa fonte di salvezza per chiunque riconosce in essa la rivelazione suprema dell’amore di Dio per l’uomo; un Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Di fronte alla grandezza di questa rivelazione, l’uomo è chiamato alla fede.  Questo è il forte e urgente appello di questa pagina evangelica: accogliere con fede Gesù, affidarsi a lui e seguire il suo insegnamento per entrare nella vita. Per il Quarto evangelista il giudizio finale non sarà altro che la constatazione della situazione originata dall’uomo stesso, dalla sua decisione di accogliere o meno l’offerta della vita che Dio ha fatto per mezzo di Gesù Cristo. Di fronte alla rivelazione di Gesù («la luce è venuta»), gli uomini si trovano nell’alternativa di accoglierla («seguire la luce») o di rifiutarla («preferire le tenebre»). È vero che spesso l’uomo preferisce rimanere nelle tenebre perché le sue opere non vengano riprovate, ma la luce è sempre lì che splende nelle tenebre come offerta di vita.

d.G.


3^ DOMENICA DI QUARESIMA

3^ DOMENICA DI QUARESIMA

3 marzo 2024

RADUNATI INSIEME

In questa domenica di Quaresima, riconosciamo la grazia di radunarci insieme in una Chiesa per celebrare l’Eucaristia. Chiediamo questa grazia per tante comunità desolate e deserte. Non veniamo in chiesa per offrire al Signore animali o cose, ma per presentare noi stessi, il nostro corpo e la nostra anima, il tempo e il lavoro, la salute e la malattia e tutto il mondo, perché vengano uniti a Cristo che offre il suo corpo e il suo sangue, e diventino con Lui strada di salvezza per noi e per tutti.

VENERDI’ 8 MARZO ALLE ORE 21
VIA CRUCIS CITTADINA
Partenza da Piazza Alcide De Gasperi (Chiesa di Scalon)
con arrivo presso il Monastero delle Clarisse

In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis

Il Centro Missionario Diocesano
ci invita
all’Adorazione presso le Clarisse
giovedì 7 marzo alle ore 21

* * *

E’ iniziato il percorso di
preparazione al matrimonio
giovedì 7 marzo alle ore 20,45
presso le Opere Parrocchiali

* * *

Consiglio Pastorale Vicariale:
martedì 5 marzo
alle ore 20,45 presso le opere
parrocchiali di Donada

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024

Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà

Cari fratelli e sorelle!
Vorrei indicarvi, nel racconto dell’Esodo, un particolare di non poco
conto: è Dio a vedere, a commuoversi e a liberare, non è Israele a
chiederlo. Il Faraone, infatti, spegne anche i sogni, ruba il cielo, fa
sembrare immodificabile un mondo in cui la dignità è calpestata e i
legami autentici sono negati. Riesce, cioè, a legare a sé. Chiediamoci:
desidero un mondo nuovo? Sono disposto a uscire dai compromessi
col vecchio? La testimonianza di molti fratelli vescovi e di un gran numero
di operatori di pace e di giustizia mi convince sempre più che a
dover essere denunciato è un deficit di speranza. Si tratta di un impedimento
a sognare, di un grido muto che giunge fino al cielo e commuove
il cuore di Dio. Somiglia a quella nostalgia della schiavitù che
paralizza Israele nel deserto, impedendogli di avanzare. L’esodo può
interrompersi: non si spiegherebbe altrimenti come mai un’umanità
giunta alla soglia della fraternità universale e a livelli di sviluppo scientifico,
tecnico, culturale, giuridico in grado di garantire a tutti la dignità
brancoli nel buio delle diseguaglianze e dei conflitti.
Dio non si è stancato di noi. Accogliamo la Quaresima come il tempo
forte in cui la sua Parola ci viene nuovamente rivolta: «Io sono il Signore,
tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione
servile» (Es 20,2). È tempo di conversione, tempo di libertà. Gesù
stesso, come ricordiamo ogni anno la prima domenica di Quaresima,
è stato spinto dallo Spirito nel deserto per essere provato nella
libertà. Per quaranta giorni Egli sarà davanti a noi e con noi: è il Figlio
incarnato. A differenza del Faraone, Dio non vuole sudditi, ma figli. Il
deserto è lo spazio in cui la nostra libertà può maturare in una personale
decisione di non ricadere schiava. Nella Quaresima troviamo nuovi
criteri di giudizio e una comunità con cui inoltrarci su una strada mai
percorsa. (continua)

Credere in Gesù

Il vangelo presenta Gesù che caccia i mercanti dal Tempio. Gesù non era certamente contro il Tempio, né contro i riti che vi si svolgevano, anzi egli stesso frequentava abitualmente il Tempio. Gesù, con la sua azione simbolica, ne denuncia l’uso sbagliato: l’uomo è chiamato alla presenza del Signore per accogliere i suoi disegni e convertirsi. Il Tempio invece era stato strumentalizzato per motivi venali e aveva perso la sua funzione di far conoscere l’amore di Dio e la sua Legge.
Gesù con questa azione si presenta come il Messia che inaugura i tempi nuovi. È Lui il nuovo tempio, è Lui il luogo di incontro dell’umanità con Dio, è attraverso di Lui che Dio è venuto ad abitare in mezzo al suo popolo, è Lui il nuovo tempio spirituale e universale. I discepoli non compresero il significato del gesto compiuto da Gesù e neppure le sue parole ma, pur con tutte le loro debolezze, continuarono a seguire il Maestro. Anche se Gesù viene contestato dai capi, è detto che molti, vedendo i segni che compiva, credettero nel suo nome. Questo è l’invito che la terza domenica di Quaresima rivolge: credere in Gesù. Come i discepoli storici anche noi siamo invitati a seguire Gesù, ad ascoltare la sua Parola, a perseverare con lui nella prova, a credere e continuare a credere anche quando le sue parole suonano dure e difficili.
L’incontro con Dio, anche oggi, passa attraverso la pratica religiosa (la preghiera, la Messa …). Bisogna vivere questi momenti in modo che non diventino riti vuoti o abitudinari, ma occasione di vero incontro con il Signore. È chiaro che la vita religiosa si esprime nel culto, nella preghiera, in azioni che diventano espressione visibile e comunitaria dei propri sentimenti interiori. Ma – dice Gesù – c’è qualcosa che viene prima del culto e delle espressioni di religiosità personali e/o comunitarie, è l’atteggiamento interiore che anima i gesti. La stessa vita quotidiana, pur nella sua apparente banalità, può diventare preghiera, quando porta con sé il timbro della disponibilità a Dio, dell’apertura ai fratelli e del servizio.

d.G.


2^ DOMENICA DI QUARESIMA

2^ DOMENICA DI QUARESIMA

25 febbraio 2024

UNA VITA TRASFIGURATA

Ci sembra strano, in Quaresima, salire sul monte della Trasfigurazione.
Gesù, che ci chiama a seguirlo portando la nostra croce, ci vuole con sè nello splendore e nella gioia: ci tratta come tratta i suoi tre amici più cari.
La fede è stare con Gesù nel momento della gioia e nel tempo della fatica e sofferenza.
Gesù trasfigura le nostre giornate, in qualsiasi condizione ci troviamo.
Anche la prova più dura, come quella di Abramo chiamato a riconsegnare il Figlio, diventa via di salvezza.

VENERDI’ 1° MARZO ALLE ORE 21,00
NELLA SALA DELLE OPERE PARROCCHIALI
Incontro con il fondatore dell’Associazione
“La Mongolfiera”
“L’accoglienza della vita nasce dalla gratitudine”
Data l’importanza dell’incontro, l’invito è rivolto a tutti!

In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis

E’ iniziato il percorso di
preparazione al matrimonio
giovedì 29 febbraio alle ore 20,45
presso le Opere Parrocchiali

* * *

Su Nuova Scintilla di questa
settimana invitiamo a leggere:
>  La morte di Navalny
La questione natalità
verso una nuova Romea

* * *

Il Centro Missionario Diocesano
ci invita
all’Adorazione presso le Clarisse
giovedì 7 marzo alle ore 21

* * *

Colletta nazionale a sostegno
degli interventi umanitari
e per i progetti di pace e
di riconciliazione in Terra Santa.
Abbiamo raccolto nella nostra
Unità Pastorale € 448,55.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024

Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà

Cari fratelli e sorelle!
L’esodo dalla schiavitù alla libertà non è un cammino astratto. Affinché
concreta sia anche la nostra Quaresima, il primo passo è voler vedere
la realtà. Quando nel roveto ardente il Signore attirò Mosè e gli parlò,
subito si rivelò come un Dio che vede e soprattutto ascolta: «Ho osservato
la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa
dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo
dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso
una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele
» (Es 3,7-8). Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva
al cielo. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove?
Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternità
che originariamente ci lega.
Nel mio viaggio a Lampedusa, alla globalizzazione dell’indifferenza ho
opposto due domande, che si fanno sempre più attuali: «Dove
sei?» (Gen 3,9) e «Dov’è tuo fratello?» (Gen 4,9). Il cammino quaresimale
sarà concreto se, riascoltandole, confesseremo che ancora oggi
siamo sotto il dominio del Faraone. È un dominio che ci rende esausti
e insensibili. È un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro.
La terra, l’aria e l’acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono
contaminate. Infatti, sebbene col battesimo la nostra liberazione
sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. È
come un’attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito
della libertà. (continua)

Ascoltatelo!

L’episodio della trasfigurazione ha lo scopo di sostenere la fede dei discepoli che non riescono ad accettare il cammino di Gesù verso la passione, e offre allo stesso tempo una anticipazione della gloria della risurrezione. Nel momento centrale della trasfigurazione una voce dal cielo, come nel racconto del battesimo, rivela l’identità di Gesù e invita i discepoli a fidarsi di lui: Ascoltatelo! Nella visione intervengono anche Elia e Mosè, simboli della «profezia e della legge», e quando la luce scompare rimane solo Gesù. Sta proprio qui la novità da capire: Gesù è l’unico che conta, il passato (= la legge e i profeti) è alle spalle, il presente e il futuro appartengono solo a Gesù. Ormai bisogna ascoltare lui, fidarsi e affidarsi alla sua parola. Solo da Gesù viene la salvezza come proclamerà Pietro davanti al sinedrio: In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati (At 4,12).
Quando i discepoli discendono a valle, Gesù ordina loro di tacere e mantenere questo silenzio fino al momento della risurrezione. L’imposizione del silenzio ricorda l’analoga consegna di Gesù alle persone che vengono da lui guarite. Come i miracoli anche la trasfigurazione rimane un «segno» che può essere capito solo alla luce della Pasqua.
La trasfigurazione ha sullo sfondo la croce: questo è stato il progetto di Dio per Gesù ed è anche il progetto di Dio per noi. Senza croce e senza affrontare la vita in modo che diventi obbedienza a Dio non ci sarà per noi trasfigurazione e risurrezione. Infine, la trasfigurazione avviene in un luogo appartato, su un alto monte: Dio non si sperimenta nell’attivismo di ogni giorno ma nel silenzio. Bisogna conquistare spazi di silenzio per entrare in noi stessi e ascoltare il Signore che parla. La Quaresima che stiamo vivendo è il tempo favorevole per fare questo.

d.G.


1^ DOMENICA DI QUARESIMA

1^ DOMENICA DI QUARESIMA

18 febbraio 2022

IL TUO VOLTO SIGNORE IO CERCO

QUARESIMA CON GESU’, NELLA CHIESA

Gesù in lotta contro Satana ci rappresenta tutti e ci apre la via per la vittoria sulle tentazioni che ci spingono al male.
Si rinnova per noi la speranza che il bene spenga i fuochi di cattiveria e di male che infiammano il mondo e bruciano il nostro cuore.
La vita cristiana si rinnova con la grazia del Battesimo, richiamata dal sacramento della confessione e rinvigorita dalla preghiera e dalle opere di carità.
Fedeli alle proposte della nostra comunità percorriamo il cammino della Quaresima verso Pasqua.

Invitiamo a porre particolare attenzione al programma “Quaresima 2024”
della nostra Parrocchia che ha come titolo:
“incontriamo i testimoni della fede”.
Tutti sono invitati a partecipare, in particolare
ci rivolgiamo ai genitori dei ragazzi del catechismo.

Colletta nazionale
18 febbraio 2024
a sostegno degli interventi
umanitari e per i progetti di pace
e di riconciliazione in Terra Santa

In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis

Domenica 25 febbraio
alla messa delle 10,30
celebriamo la memoria del Battesimo
Invitiamo i genitori che in questi ultimi
anni hanno chiesto il Battesimo
per i loro figli ad essere presenti
con i loro bambini.

Il percorso di preparazione al matrimonio
inizia giovedì 22 febbraio
alle ore 20,45 presso
le nostre Opere Parrocchiali

Su Nuova Scintilla di questa
settimana invitiamo a leggere
a pag. 13 lo speciale
Visita ad Limina narrata
dal nostro Vescovo Giampaolo

Il Centro Missionario Diocesano
ci invita all’Adorazione presso le
Clarisse giovedì 7 marzo alle ore 21.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024

Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà

Cari fratelli e sorelle!
Quando il nostro Dio si rivela, comunica libertà: «Io sono il Signore,
tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile
» (Es 20,2). Così si apre il Decalogo dato a Mosè sul monte Sinai. Il
popolo sa bene di quale esodo Dio parli: l’esperienza della schiavitù è
ancora impressa nella sua carne. Riceve le dieci parole nel deserto come
via di libertà. Noi li chiamiamo “comandamenti”, accentuando la
forza d’amore con cui Dio educa il suo popolo. È infatti una chiamata
vigorosa, quella alla libertà. Non si esaurisce in un singolo evento, perché
matura in un cammino. Come Israele nel deserto ha ancora
l’Egitto dentro di sé – infatti spesso rimpiange il passato e mormora
contro il cielo e contro Mosè –, così anche oggi il popolo di Dio porta in
sé dei legami oppressivi che deve scegliere di abbandonare. Ce ne accorgiamo
quando ci manca la speranza e vaghiamo nella vita come in
una landa desolata, senza una terra promessa verso cui tendere insieme.
La Quaresima è il tempo di grazia in cui il deserto torna a essere –
come annuncia il profeta Osea – il luogo del primo amore (cfr Os 2,16-
17). Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti
il passaggio dalla morte alla vita. Come uno sposo ci attira nuovamente
a sé e sussurra parole d’amore al nostro cuore. (continua)

Quaresima: tempo di conversione

Ogni anno la prima domenica di Quaresima presenta il vangelo delle tentazioni per dirci che la vita è una prova e che, come ogni prova, può avere un esito positivo o negativo. La Parola di Dio presentandoci Gesù che riesce a vincere le tentazioni del demonio diventa un invito a entrare con lui in questa lotta per poter partecipare alla sua vittoria.
Subito dopo l’episodio delle tentazioni, l’evangelista Marco riassume la predicazione di Gesù con le parole: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo. Per ottenere la salvezza siamo chiamati a un radicale cambiamento di vita, siamo chiamati a vivere una vita nuova. La salvezza è dono di Dio, è grazia, ma nello stesso tempo è anche vocazione, chiamata. Al dono di Dio deve fare riscontro l’impegno dell’uomo, all’iniziativa di Dio deve seguire la risposta dell’uomo. Siamo quindi chiamati a vivere questo tempo di grazia lasciandoci smuovere (convertitevi) e coinvolgere in questo annuncio (credete al vangelo).
Il cristiano vive tra il «già e il non ancora». Gesù ci ha già salvati, ma la salvezza che è venuto a portare non è ancora nostro possesso definitivo. Siamo in attesa del suo ritorno e proprio per questo chiamati a preparare l’incontro con lui. Il «passato» non ci appartiene più: quello che è stato rimane come memoria, ma non è più trattabile. Il «futuro» non ci appartiene se non come attesa e speranza. Ciò che è nelle nostre mani, ciò su cui possiamo qualcosa è il «presente», l’«oggi» che dobbiamo vivere con impegno. E proprio per questo la Quaresima ci invita alla preghiera, al digiuno e all’elemosina. La «preghiera» non è un moltiplicare le parole, ma sforzo paziente di rientrare in sé stessi per aprire il cuore al Signore e poterci incontrare con lui. Il «digiuno» non è dietetica, né simbolo della religione che proibisce, ma affermazione della provvisorietà della vita e segno di un’altra fame: la fame di Dio e della salvezza. L’«elemosina» infine manifesta la volontà di uscire da sé per incontrare l’altro, ed è vera non quando offre ciò che avanza, ma quando spartisce quello che c’è sopra il piatto.

d.G.