4^ DOMENICA DI QUARESIMA
4^ DOMENICA DI QUARESIMA
10 marzo 2024

SALVATI, PER GRAZIA
Un invito di gioia nel mezzo della Quaresima: Laetare-Rallegrati.
Nel nostro mondo trafitto da tanti mali, Gesù dice a Nicodemo che il Padre lo ha mandato non per condannare il mondo ma per salvarlo.
Dietro a Lui, il nostro è un cammino verso la vita e la gioia.
Gesù ci accoglie, di notte e di giorno, come Nicodemo in ricerca, e ci rilancia.
Egli è ‘il serpente innalzato che salva il mondo’.
Gesù ci conduce a vivere una fede certa, una speranza attiva, una carità attenta.
VENERDI’ 15 MARZO ALLE ORE 21
presso la sala delle Opere parrocchiali
Padre Tiboni
Intrverrà il Dott. Filippo Ciantia autore di un libro sulla vita del
missionario comboniano in Sud Sudan e Uganda
L’aborto francese
Sulla torre Eiffel a Parigi
campeggia la scritta:
Mon corps, mon choix
(mio è il corpo, mia la scelta)
= inno esasperato all’egoismo.
Grazie Signore
per le nostre mamme,
grazie per tutte le donne
che amano e rispettano la vita|

In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis
Giovedì 14 marzo alle ore 20,45
presso la Chiesa delle Clarisse
veglia di preghiera per i missionari
martiri, guidata dalla Comunità
Missionaria di Villaregia.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
Cari fratelli e sorelle!
Questo comporta una lotta: ce lo raccontano chiaramente il libro
dell’Esodo e le tentazioni di Gesù nel deserto. Alla voce di Dio, che dice:
«Tu sei il Figlio mio, l’amato» (Mc 1,11) e «Non avrai altri dèi di
fronte a me» (Es 20,3), si oppongono infatti le menzogne del nemico.
Più temibili del Faraone sono gli idoli: potremmo considerarli come la
sua voce in noi. Potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio
su tutti: ogni essere umano avverte la seduzione di questa menzogna
dentro di sé. È una vecchia strada. Possiamo attaccarci così al denaro,
a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione,
persino ad alcune persone. Invece di muoverci, ci paralizzeranno.
Invece di farci incontrare, ci contrapporranno. Esiste però una
nuova umanità, il popolo dei piccoli e degli umili che non hanno ceduto
al fascino della menzogna. Mentre gli idoli rendono muti, ciechi, sordi,
immobili quelli che li servono (cfr Sal 114,4), i poveri di spirito sono
subito aperti e pronti: una silenziosa forza di bene che cura e sostiene
il mondo.
È tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi. Fermarsi in
preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano,
in presenza del fratello ferito. L’amore di Dio e del prossimo è un
unico amore. Non avere altri dèi è fermarsi alla presenza di Dio, presso
la carne del prossimo. Per questo preghiera, elemosina e digiuno
non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura,
di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti
che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà.
Rallentare e sostare, dunque. La dimensione contemplativa
della vita, che la Quaresima ci farà così ritrovare, mobiliterà nuove energie.
Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli
altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne
e compagni di viaggio. È questo il sogno di Dio, la terra promessa
verso cui tendiamo, quando usciamo dalla schiavitù. (continua)
Chi crede in Gesù ha la vita eterna
Il vangelo di questa domenica presenta uno stralcio del dialogo notturno di Gesù con Nicodemo. Al vecchio maestro di Israele che voleva sapere come si fa a rinascere per entrare nel regno di Dio, Gesù rispose: Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Il serpente innalzato da Mosè nel deserto è simbolo di Gesù innalzato sulla croce. Con questa immagine il quarto evangelista sviluppa uno dei motivi più affascinanti di tutto il vangelo: la morte di Gesù non è il luogo del «buio», ma il momento in cui si manifesta la «luce» che dà vita all’uomo. Leggendo la morte in croce nell’ottica della risurrezione, l’evangelista vede in essa il momento della manifestazione della gloria di Gesù, la croce è il trono dal quale Gesù regna. Gesù crocifisso diventa la sorgente da cui zampilla la vita per tutti coloro che credono il lui.
Come l’israelita guardando al serpente innalzato da Mosè nel deserto otteneva salvezza, così la morte di Gesù in croce diventa fonte di salvezza per chiunque riconosce in essa la rivelazione suprema dell’amore di Dio per l’uomo; un Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Di fronte alla grandezza di questa rivelazione, l’uomo è chiamato alla fede. Questo è il forte e urgente appello di questa pagina evangelica: accogliere con fede Gesù, affidarsi a lui e seguire il suo insegnamento per entrare nella vita. Per il Quarto evangelista il giudizio finale non sarà altro che la constatazione della situazione originata dall’uomo stesso, dalla sua decisione di accogliere o meno l’offerta della vita che Dio ha fatto per mezzo di Gesù Cristo. Di fronte alla rivelazione di Gesù («la luce è venuta»), gli uomini si trovano nell’alternativa di accoglierla («seguire la luce») o di rifiutarla («preferire le tenebre»). È vero che spesso l’uomo preferisce rimanere nelle tenebre perché le sue opere non vengano riprovate, ma la luce è sempre lì che splende nelle tenebre come offerta di vita.
d.G.

3^ DOMENICA DI QUARESIMA
3^ DOMENICA DI QUARESIMA
3 marzo 2024

RADUNATI INSIEME
In questa domenica di Quaresima, riconosciamo la grazia di radunarci insieme in una Chiesa per celebrare l’Eucaristia. Chiediamo questa grazia per tante comunità desolate e deserte. Non veniamo in chiesa per offrire al Signore animali o cose, ma per presentare noi stessi, il nostro corpo e la nostra anima, il tempo e il lavoro, la salute e la malattia e tutto il mondo, perché vengano uniti a Cristo che offre il suo corpo e il suo sangue, e diventino con Lui strada di salvezza per noi e per tutti.
VENERDI’ 8 MARZO ALLE ORE 21
VIA CRUCIS CITTADINA
Partenza da Piazza Alcide De Gasperi (Chiesa di Scalon)
con arrivo presso il Monastero delle Clarisse
In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis
Il Centro Missionario Diocesano
ci invita
all’Adorazione presso le Clarisse
giovedì 7 marzo alle ore 21
* * *
E’ iniziato il percorso di
preparazione al matrimonio
giovedì 7 marzo alle ore 20,45
presso le Opere Parrocchiali
* * *
Consiglio Pastorale Vicariale:
martedì 5 marzo
alle ore 20,45 presso le opere
parrocchiali di Donada
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024
Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
Cari fratelli e sorelle!
Vorrei indicarvi, nel racconto dell’Esodo, un particolare di non poco
conto: è Dio a vedere, a commuoversi e a liberare, non è Israele a
chiederlo. Il Faraone, infatti, spegne anche i sogni, ruba il cielo, fa
sembrare immodificabile un mondo in cui la dignità è calpestata e i
legami autentici sono negati. Riesce, cioè, a legare a sé. Chiediamoci:
desidero un mondo nuovo? Sono disposto a uscire dai compromessi
col vecchio? La testimonianza di molti fratelli vescovi e di un gran numero
di operatori di pace e di giustizia mi convince sempre più che a
dover essere denunciato è un deficit di speranza. Si tratta di un impedimento
a sognare, di un grido muto che giunge fino al cielo e commuove
il cuore di Dio. Somiglia a quella nostalgia della schiavitù che
paralizza Israele nel deserto, impedendogli di avanzare. L’esodo può
interrompersi: non si spiegherebbe altrimenti come mai un’umanità
giunta alla soglia della fraternità universale e a livelli di sviluppo scientifico,
tecnico, culturale, giuridico in grado di garantire a tutti la dignità
brancoli nel buio delle diseguaglianze e dei conflitti.
Dio non si è stancato di noi. Accogliamo la Quaresima come il tempo
forte in cui la sua Parola ci viene nuovamente rivolta: «Io sono il Signore,
tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione
servile» (Es 20,2). È tempo di conversione, tempo di libertà. Gesù
stesso, come ricordiamo ogni anno la prima domenica di Quaresima,
è stato spinto dallo Spirito nel deserto per essere provato nella
libertà. Per quaranta giorni Egli sarà davanti a noi e con noi: è il Figlio
incarnato. A differenza del Faraone, Dio non vuole sudditi, ma figli. Il
deserto è lo spazio in cui la nostra libertà può maturare in una personale
decisione di non ricadere schiava. Nella Quaresima troviamo nuovi
criteri di giudizio e una comunità con cui inoltrarci su una strada mai
percorsa. (continua)
Credere in Gesù
Il vangelo presenta Gesù che caccia i mercanti dal Tempio. Gesù non era certamente contro il Tempio, né contro i riti che vi si svolgevano, anzi egli stesso frequentava abitualmente il Tempio. Gesù, con la sua azione simbolica, ne denuncia l’uso sbagliato: l’uomo è chiamato alla presenza del Signore per accogliere i suoi disegni e convertirsi. Il Tempio invece era stato strumentalizzato per motivi venali e aveva perso la sua funzione di far conoscere l’amore di Dio e la sua Legge.
Gesù con questa azione si presenta come il Messia che inaugura i tempi nuovi. È Lui il nuovo tempio, è Lui il luogo di incontro dell’umanità con Dio, è attraverso di Lui che Dio è venuto ad abitare in mezzo al suo popolo, è Lui il nuovo tempio spirituale e universale. I discepoli non compresero il significato del gesto compiuto da Gesù e neppure le sue parole ma, pur con tutte le loro debolezze, continuarono a seguire il Maestro. Anche se Gesù viene contestato dai capi, è detto che molti, vedendo i segni che compiva, credettero nel suo nome. Questo è l’invito che la terza domenica di Quaresima rivolge: credere in Gesù. Come i discepoli storici anche noi siamo invitati a seguire Gesù, ad ascoltare la sua Parola, a perseverare con lui nella prova, a credere e continuare a credere anche quando le sue parole suonano dure e difficili.
L’incontro con Dio, anche oggi, passa attraverso la pratica religiosa (la preghiera, la Messa …). Bisogna vivere questi momenti in modo che non diventino riti vuoti o abitudinari, ma occasione di vero incontro con il Signore. È chiaro che la vita religiosa si esprime nel culto, nella preghiera, in azioni che diventano espressione visibile e comunitaria dei propri sentimenti interiori. Ma – dice Gesù – c’è qualcosa che viene prima del culto e delle espressioni di religiosità personali e/o comunitarie, è l’atteggiamento interiore che anima i gesti. La stessa vita quotidiana, pur nella sua apparente banalità, può diventare preghiera, quando porta con sé il timbro della disponibilità a Dio, dell’apertura ai fratelli e del servizio.
d.G.

2^ DOMENICA DI QUARESIMA
2^ DOMENICA DI QUARESIMA
25 febbraio 2024

UNA VITA TRASFIGURATA
Ci sembra strano, in Quaresima, salire sul monte della Trasfigurazione.
Gesù, che ci chiama a seguirlo portando la nostra croce, ci vuole con sè nello splendore e nella gioia: ci tratta come tratta i suoi tre amici più cari.
La fede è stare con Gesù nel momento della gioia e nel tempo della fatica e sofferenza.
Gesù trasfigura le nostre giornate, in qualsiasi condizione ci troviamo.
Anche la prova più dura, come quella di Abramo chiamato a riconsegnare il Figlio, diventa via di salvezza.
VENERDI’ 1° MARZO ALLE ORE 21,00
NELLA SALA DELLE OPERE PARROCCHIALI
Incontro con il fondatore dell’Associazione
“La Mongolfiera”
“L’accoglienza della vita nasce dalla gratitudine”
Data l’importanza dell’incontro, l’invito è rivolto a tutti!
In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis
E’ iniziato il percorso di
preparazione al matrimonio
giovedì 29 febbraio alle ore 20,45
presso le Opere Parrocchiali
* * *
Su Nuova Scintilla di questa
settimana invitiamo a leggere:
> La morte di Navalny
> La questione natalità
> verso una nuova Romea
* * *
Il Centro Missionario Diocesano
ci invita
all’Adorazione presso le Clarisse
giovedì 7 marzo alle ore 21
* * *
Colletta nazionale a sostegno
degli interventi umanitari
e per i progetti di pace e
di riconciliazione in Terra Santa.
Abbiamo raccolto nella nostra
Unità Pastorale € 448,55.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024
Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
Cari fratelli e sorelle!
L’esodo dalla schiavitù alla libertà non è un cammino astratto. Affinché
concreta sia anche la nostra Quaresima, il primo passo è voler vedere
la realtà. Quando nel roveto ardente il Signore attirò Mosè e gli parlò,
subito si rivelò come un Dio che vede e soprattutto ascolta: «Ho osservato
la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa
dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo
dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso
una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele
» (Es 3,7-8). Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva
al cielo. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove?
Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternità
che originariamente ci lega.
Nel mio viaggio a Lampedusa, alla globalizzazione dell’indifferenza ho
opposto due domande, che si fanno sempre più attuali: «Dove
sei?» (Gen 3,9) e «Dov’è tuo fratello?» (Gen 4,9). Il cammino quaresimale
sarà concreto se, riascoltandole, confesseremo che ancora oggi
siamo sotto il dominio del Faraone. È un dominio che ci rende esausti
e insensibili. È un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro.
La terra, l’aria e l’acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono
contaminate. Infatti, sebbene col battesimo la nostra liberazione
sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. È
come un’attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito
della libertà. (continua)

Ascoltatelo!
L’episodio della trasfigurazione ha lo scopo di sostenere la fede dei discepoli che non riescono ad accettare il cammino di Gesù verso la passione, e offre allo stesso tempo una anticipazione della gloria della risurrezione. Nel momento centrale della trasfigurazione una voce dal cielo, come nel racconto del battesimo, rivela l’identità di Gesù e invita i discepoli a fidarsi di lui: Ascoltatelo! Nella visione intervengono anche Elia e Mosè, simboli della «profezia e della legge», e quando la luce scompare rimane solo Gesù. Sta proprio qui la novità da capire: Gesù è l’unico che conta, il passato (= la legge e i profeti) è alle spalle, il presente e il futuro appartengono solo a Gesù. Ormai bisogna ascoltare lui, fidarsi e affidarsi alla sua parola. Solo da Gesù viene la salvezza come proclamerà Pietro davanti al sinedrio: In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati (At 4,12).
Quando i discepoli discendono a valle, Gesù ordina loro di tacere e mantenere questo silenzio fino al momento della risurrezione. L’imposizione del silenzio ricorda l’analoga consegna di Gesù alle persone che vengono da lui guarite. Come i miracoli anche la trasfigurazione rimane un «segno» che può essere capito solo alla luce della Pasqua.
La trasfigurazione ha sullo sfondo la croce: questo è stato il progetto di Dio per Gesù ed è anche il progetto di Dio per noi. Senza croce e senza affrontare la vita in modo che diventi obbedienza a Dio non ci sarà per noi trasfigurazione e risurrezione. Infine, la trasfigurazione avviene in un luogo appartato, su un alto monte: Dio non si sperimenta nell’attivismo di ogni giorno ma nel silenzio. Bisogna conquistare spazi di silenzio per entrare in noi stessi e ascoltare il Signore che parla. La Quaresima che stiamo vivendo è il tempo favorevole per fare questo.
d.G.
1^ DOMENICA DI QUARESIMA
1^ DOMENICA DI QUARESIMA
18 febbraio 2022
IL TUO VOLTO SIGNORE IO CERCO

QUARESIMA CON GESU’, NELLA CHIESA
Gesù in lotta contro Satana ci rappresenta tutti e ci apre la via per la vittoria sulle tentazioni che ci spingono al male.
Si rinnova per noi la speranza che il bene spenga i fuochi di cattiveria e di male che infiammano il mondo e bruciano il nostro cuore.
La vita cristiana si rinnova con la grazia del Battesimo, richiamata dal sacramento della confessione e rinvigorita dalla preghiera e dalle opere di carità.
Fedeli alle proposte della nostra comunità percorriamo il cammino della Quaresima verso Pasqua.
Invitiamo a porre particolare attenzione al programma “Quaresima 2024”
della nostra Parrocchia che ha come titolo:
“incontriamo i testimoni della fede”.
Tutti sono invitati a partecipare, in particolare
ci rivolgiamo ai genitori dei ragazzi del catechismo.
Colletta nazionale
18 febbraio 2024
a sostegno degli interventi
umanitari e per i progetti di pace
e di riconciliazione in Terra Santa
In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis
Domenica 25 febbraio
alla messa delle 10,30
celebriamo la memoria del Battesimo
Invitiamo i genitori che in questi ultimi
anni hanno chiesto il Battesimo
per i loro figli ad essere presenti
con i loro bambini.
Il percorso di preparazione al matrimonio
inizia giovedì 22 febbraio
alle ore 20,45 presso
le nostre Opere Parrocchiali
Su Nuova Scintilla di questa
settimana invitiamo a leggere
a pag. 13 lo speciale
Visita ad Limina narrata
dal nostro Vescovo Giampaolo
Il Centro Missionario Diocesano
ci invita all’Adorazione presso le
Clarisse giovedì 7 marzo alle ore 21.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024
Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
Cari fratelli e sorelle!
Quando il nostro Dio si rivela, comunica libertà: «Io sono il Signore,
tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile
» (Es 20,2). Così si apre il Decalogo dato a Mosè sul monte Sinai. Il
popolo sa bene di quale esodo Dio parli: l’esperienza della schiavitù è
ancora impressa nella sua carne. Riceve le dieci parole nel deserto come
via di libertà. Noi li chiamiamo “comandamenti”, accentuando la
forza d’amore con cui Dio educa il suo popolo. È infatti una chiamata
vigorosa, quella alla libertà. Non si esaurisce in un singolo evento, perché
matura in un cammino. Come Israele nel deserto ha ancora
l’Egitto dentro di sé – infatti spesso rimpiange il passato e mormora
contro il cielo e contro Mosè –, così anche oggi il popolo di Dio porta in
sé dei legami oppressivi che deve scegliere di abbandonare. Ce ne accorgiamo
quando ci manca la speranza e vaghiamo nella vita come in
una landa desolata, senza una terra promessa verso cui tendere insieme.
La Quaresima è il tempo di grazia in cui il deserto torna a essere –
come annuncia il profeta Osea – il luogo del primo amore (cfr Os 2,16-
17). Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti
il passaggio dalla morte alla vita. Come uno sposo ci attira nuovamente
a sé e sussurra parole d’amore al nostro cuore. (continua)

Quaresima: tempo di conversione
Ogni anno la prima domenica di Quaresima presenta il vangelo delle tentazioni per dirci che la vita è una prova e che, come ogni prova, può avere un esito positivo o negativo. La Parola di Dio presentandoci Gesù che riesce a vincere le tentazioni del demonio diventa un invito a entrare con lui in questa lotta per poter partecipare alla sua vittoria.
Subito dopo l’episodio delle tentazioni, l’evangelista Marco riassume la predicazione di Gesù con le parole: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo. Per ottenere la salvezza siamo chiamati a un radicale cambiamento di vita, siamo chiamati a vivere una vita nuova. La salvezza è dono di Dio, è grazia, ma nello stesso tempo è anche vocazione, chiamata. Al dono di Dio deve fare riscontro l’impegno dell’uomo, all’iniziativa di Dio deve seguire la risposta dell’uomo. Siamo quindi chiamati a vivere questo tempo di grazia lasciandoci smuovere (convertitevi) e coinvolgere in questo annuncio (credete al vangelo).
Il cristiano vive tra il «già e il non ancora». Gesù ci ha già salvati, ma la salvezza che è venuto a portare non è ancora nostro possesso definitivo. Siamo in attesa del suo ritorno e proprio per questo chiamati a preparare l’incontro con lui. Il «passato» non ci appartiene più: quello che è stato rimane come memoria, ma non è più trattabile. Il «futuro» non ci appartiene se non come attesa e speranza. Ciò che è nelle nostre mani, ciò su cui possiamo qualcosa è il «presente», l’«oggi» che dobbiamo vivere con impegno. E proprio per questo la Quaresima ci invita alla preghiera, al digiuno e all’elemosina. La «preghiera» non è un moltiplicare le parole, ma sforzo paziente di rientrare in sé stessi per aprire il cuore al Signore e poterci incontrare con lui. Il «digiuno» non è dietetica, né simbolo della religione che proibisce, ma affermazione della provvisorietà della vita e segno di un’altra fame: la fame di Dio e della salvezza. L’«elemosina» infine manifesta la volontà di uscire da sé per incontrare l’altro, ed è vera non quando offre ciò che avanza, ma quando spartisce quello che c’è sopra il piatto.
d.G.
6^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
6^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
11 febbraio 2024

ACCOGLIENZA E CARITA’
Gesù accoglie il grido del lebbroso e lo risana toccandolo con la mano. E’ l’abolizione di ogni tabù e distanza, che è distanza del cuore e indifferenza, egoismo e solitudine. Il gesto di Gesù si sviluppa nella carità e nell’accoglienza di tanti cristiani, con ospedali, opere educative e assistenziali. Il cuore di tante persone si ridesta in tanti modi: in questi giorni con la raccolta del farmaco. Il cambiamento del mondo e la costruzione della pace comincia dal nostro cuore e dalle nostre mani.
Inizia
il tempo della Quaresima
14 febbraio
Mercoledì delle Ceneri

Percorso di
preparazione al matrimonio
Parrocchia San Bartolomeo
giovedì sera alle ore 20,45
presso le opere parrocchiali
22 e 29 febbraio 2024
7, 14, 21 marzo 2024
Un rendiconto
In ogni famiglia che si rispetta c’è sempre il momento in cui ci si siede a
tavola e ci si chiede come va.
Non è detto che tutto deva filare dritto; il lavoro, i figli, qualche malattia,
qualche imprevisto possono frenare a volte l’entusiasmo.
L’unità comunque, la corresponsabilità e la fede nella Provvidenza divina
diventano una sponda sicura.
A noi è dato di vivere in questo tempo e in questo luogo l’esaltante esperienza
della vita cristiana.
Ci sostiene la certezza della presenza di Gesù che ha detto: “dove due o
tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Mt. 18,20).
Ci è chiesto di costruire la Chiesa qui, nella parrocchia di San Bartolomeo.
Da dove ripartire allora? Da Uno, da Gesù!
Questa ripartenza diventa straordinaria per ciascuno, non possiamo darla
per scontata.
Ripartire da Gesù presente vuol dire ripartire dalla preghiera, dai sacramenti,
dalla messa domenicale e dalla catechesi,, dai bambini e dai giovani,
dalle famiglie, dai malati, dagli anziani, dai poveri.
Una ripartenza così ci rende liberi e creativi!
Coraggio, dunque, e nessuno stia fermo!
Nello sfondo dei numeri che vedete riportati in questo foglietto parrocchiale,
cercate di intravedere il compito e la speranza che ognuno è chiamato ad avere.
don Alfonso
RENDICONTO ANAGRAFICO
BATTESIMI: 2023 – 9 2022 – 3 2021 – 14 2020 – 7
MATRIMONI 2023 – 3 2022 – 5 2021 – 6 2020 – 0
MORTI 2023 – 36 2022 – 44 2021 – 47 2020 – 45

La compassione di Gesù
Il vangelo racconta la guarigione di un lebbroso. Il miracolo per il suo carattere di fatto straordinario suscita sempre stupore. Si tratta però di uno stupore che non è fine a sé stesso. Il miracolo è una freccia scoccata dall’arco che orienta lo sguardo sul bersaglio, è un dito puntato che attira l’attenzione non su sé stesso, ma sulla cosa indicata. I miracoli di Gesù raggiungono il loro scopo se diventano dei «segni». Infatti, dinanzi a essi la gente si interroga. Proprio il carattere di «segno» diventa l’elemento caratteristico dei miracoli di Gesù, se il miracolo non rimanda alla persona di Gesù, rimane vuoto e inefficace. Tante persone furono testimoni dei miracoli compiuti da Gesù ma non si convertirono!
Nel mondo ebraico era convinzione diffusa che la lebbra fosse un castigo di Dio per un grave peccato commesso e che solo il Messia avrebbe avuto il potere di guarirla. Un lebbroso, dunque, si avvicina a Gesù rivolgendogli la sua supplica: Se vuoi, puoi purificarmi! Il fatto stesso di avvicinarsi rende evidente la fede e speranza che il lebbroso ripone in Gesù. Gesù si muove a compassione, scavalca il legalismo giudaico che vietava il contatto con i lebbrosi, lo tocca e gli ridona la salute fisica. Le parole di Gesù: Lo voglio, sii purificato! evidenziano ancora una volta la sua potenza. Basta una sola parola e il semplice gesto di toccare e il lebbroso è guarito e restituito alla vita sociale.
Gesù, nell’accommiatare il lebbroso, gli ordina di non parlare con nessuno e di presentarsi ai sacerdoti. Siccome la malattia era ritenuta conseguenza di un peccato commesso, spettava alla classe sacerdotale ratificare l’avvenuta guarigione. L’espressione come testimonianza per loro, da un lato è un invito alla conversione rivolto ai capi del popolo, dall’altro annuncia il conflitto che opporrà Gesù alle autorità giudaiche. Il lebbroso, nonostante il divieto di Gesù, si mise a proclamare e a divulgare il fatto. Chi sperimenta la bontà di Gesù non può tenere la gioia che ne deriva solo per sé, ma è spinto a comunicarla a tutti!
d.G.
5^ Domenica del tempo ordinario
5^ Domenica del tempo ordinario
4 febbraio 2024
46^ Giornata Nazionale per la Vita

Il Vangelo di Marco presenta Gesù che entra nella nostra vita, nelle nostre case, e ci incontra anche nella condizione di bisogno e di malattia. Gesù viene a consolarci con la Sua Presenza nella Chiesa, attraverso la Parola e i Sacramenti, attraverso la carità e la fede delle persone. Questo ci salva dall’oppressione che vive Giobbe (I°a lettura) e ci apre alla missione come Paolo (II°a lettura). Scopriamo il senso e il valore della vita, nostra e altrui, da proteggere e sostenere.
VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM
(Visita alle soglie – alle tombe – degli Apostoli)
E’ l’incontro che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo hanno in Vaticano con il Papa
per illustrare quali siano le particolarità che contraddistinguono la loro Regione ecclesiastica dal punto di
vista religioso, sociale e culturale, quali siano i nodi maggiormente problematici dal punto di vista pastorale
e culturale e come interviene la Chiesa “particolare” su questi problemi. In questa settimana,
dal 5 al 10 febbraio, i 15 Vescovi delle Diocesi inserite nella Regione Ecclesiastica del Triveneto
sono a Roma per la Visita ad Limina.
Oggi la marcia della Pace
Si svolge questa domenica
4 febbraio a Chioggia la
Marcia della Pace
organizzata
dall’Azione Cattolica Ragazzi
Appuntamento alle ore 14,30
in piazzetta Vigo
Percorso di
preparazione al matrimonio
Parrocchia San Bartolomeo
giovedì sera alle ore 20,45
presso le opere parrocchiali
22 e 29 febbraio 2024
7, 14, 21 marzo 2024
La vita, ogni vita, è un dono prezioso
Tante sono le “vite negate”, cui la nostra società preclude di fatto la possibilità di esistere o la pari dignità con quelle delle altre persone.
La vita, ogni vita, se la guardiamo con occhi limpidi e sinceri, si rivela un dono prezioso e possiede una stupefacente capacità di resilienza per fronteggiare limiti e problemi.
Papa Francesco ricorda che «il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili» (Discorso all’associazione Scienza & Vita, 30 maggio 2015). La drammatica crisi demografica attuale dovrebbe costituire uno sprone a tutelare la vita nascente.
Per i credenti, che guardano il mistero della vita riconoscendo in essa un dono del Creatore, la sua difesa e la sua promozione, in ogni circostanza, sono un inderogabile impegno di fede e di amore.
Una giornata di Gesù
Il vangelo ci fa rivivere una giornata tipo di Gesù. Dopo la preghiera nella sinagoga, Gesù guarisce la suocera di Simone; tramontato il sole, guarisce molti malati; il mattino seguente, si porta in un «luogo deserto» a pregare. Il rabbi di Nazareth nella casa di Pietro compie uno dei primi miracoli, uno di quei gesti che parlano della vicinanza di Dio a chi si trova in stato di bisogno e necessità. In un ambiente che considerava la malattia come conseguenza del peccato, la guarigione istantanea della suocera di Pietro diventa segno della vittoria di Gesù sul potere del peccato e della morte. È una nuova rivelazione dell’identità di Gesù e della sua misericordia per i peccatori.
La gente non aveva potuto condurre a Gesù i malati durante il sabato, ma appena tramontato il sole, la piccola piazza davanti alla casa di Simone si riempie di persone che chiedono guarigione e aiuto. È l’intera città che si raduna davanti alla porta, che si presenta con i suoi malati a testimoniare la drammaticità dell’esistenza quotidiana. Gesù è venuto a instaurare il regno di Dio, un regno di misericordia e salvezza, provato proprio dalle guarigioni e dal potere di cacciare i demoni. Ebbene, il cristiano è chiamato a percorrere la stessa strada di Gesù, è chiamato a farsi carico di chi si trova in stato di necessità, perché è nel prossimo in difficoltà che si rende presente il volto di Gesù: ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto … (cfr. Mt 25,35-36).
Gesù, al mattino presto, si ritira in un luogo solitario a pregare: Al mattino presto si alzò … si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Il verbo all’imperfetto: «pregava», dice che si tratta di una preghiera prolungata, e sappiamo dai vangeli che questa era un’abitudine di Gesù. Questo insegna che l’annuncio del vangelo senza la preghiera rischia di diventare solo attivismo. La preghiera non è un accessorio della missione, ma il cuore stesso della missione. Attività e preghiera non sono tempi in opposizione o staccati tra loro, ma si illuminano a vicenda e aprono nuovi percorsi al cammino della vita.
d.G.
4^ Domenica del tempo ordinario
4^ Domenica del tempo ordinario
28 gennaio 2024
UNA PRESENZA AUTOREVOLE

A chi guardiamo nella vita?
Chi riconosciamo come presenza autorevole, come paragone e orientamento per le scelte importanti e quelle di ogni giorno, come sostegno e compagnia nelle decisioni e nelle azioni?
Anche senza accorgerci, rischiamo di cadere in una mentalità di disperazione e di morte e di disperderci in scelte inutili e dannose.
Riconosciamo in Gesù il Maestro che ci salva dal male profondo: lo troviamo nella parola del Vangelo, nell’autorità di maestri veri, nell’esperienza di chi vive nella sua amicizia.
Oggi salutiamo Suor Consolata che dopo 13 anni di permanenza tra noi è
chiamata in Tanzania a continuare la sua missione, nella sua patria;
e diamo il benvenuto a Suor Ruth che è arrivata tra noi! Grazie!!
domenica, 28 gennaio
71^ Giornata dei malati di lebbra
Ore 15: Convegno catechistico
in Seminario a Chioggia
Mercoledì 31 gennaio
San Giovanni Bosco
Ore 18,30 S. Messa a Scalon
E’ sospesa la Messa in Parrocchia
Giovedì 1 febbraio
Incontro del
Consiglio Pastorale Parrocchiale
in canonica alle ore 20,45.
O.d.g.: la Quaresima
Venerdì 2 febbraio
Presentazione del Signore
Candelora
ore 18,00 celebrazione della
S. Messa preceduta dalla benedizione
delle candele e dalla processione
all’interno della Chiesa.
Sono invitati tutti i ragazzi
del catechismo con i loro genitori
Sabato 3 febbraio
San Biagio vescovo e martire
Alla messa delle ore 18,00
benedizione della gola
Percorso di
preparazione al matrimonio
Parrocchia San Bartolomeo
giovedì sera alle ore 20,45
presso le opere parrocchiali
22 e 29 febbraio 2024
7, 14, 21 marzo 2024
“Anno della Preghiera”
«Un momento privilegiato in cui riscoprire l’esigenza della preghiera quotidiana»
L’anno appena iniziato, il 2024, sarà l’Anno della Preghiera, ufficialmente inaugurato domenica scorsa, 21 gennaio, da Papa Francesco all’Angelus. Si tratta di «un Anno speciale in preparazione al Giubileo, durante il quale dovrà emergere maggiormente l’orizzonte spirituale dell’evento giubilare che va ben oltre ogni necessaria e urgente forma di organizzazione strutturale. Come il Papa ha inteso sottolineare nel Te Deum di fine anno: “Il cristiano, come Maria, è un pellegrino di speranza”. E proprio questo sarà il tema del Giubileo del 2025: Pellegrini di speranza».
«Non si tratta di un Anno con particolari iniziative, piuttosto, di un momento privilegiato in cui riscoprire il valore della preghiera, l’esigenza della preghiera quotidiana nella vita cristiana; come pregare, e soprattutto come educare a pregare oggi, nell’epoca della cultura digitale, in modo che la preghiera possa essere efficace e feconda».
Erano stupiti del suo insegnamento
Gesù si reca nella sinagoga di Cafarnao e comincia a insegnare. In questa circostanza, all’evangelista Marco non interessa tanto il contenuto dell’insegnamento di Gesù e neanche il miracolo in quanto tale (guarigione di un indemoniato). Ciò che lo interessa è il tipo di insegnamento di Gesù. La gente rimane stupita e meravigliata di fronte alla sua dottrina, e nel modo in cui insegna avverte che dietro quello che dice c’è Dio stesso. La gente si sente afferrata dalla parola di Gesù e spinta a dare un nuovo orientamento alla propria vita (= conversione).
A beneficiare e sperimentare la forza della parola di Gesù non sono stati solo i suoi contemporanei. La parola di Gesù continua a risuonare oggi nella Chiesa e mantiene la stessa identica forza. Ogni volta che leggiamo il «Vangelo» è Gesù che parla, e la sua parola ha sempre in sé la forza di produrre qualcosa di nuovo. Non è però il suono materiale delle parole che produce l’effetto, la Parola di Dio ha bisogno di entrare nel cuore dell’uomo attraverso un vero ascolto, e il vero ascolto richiede la realizzazione della parola udita. Non c’è vero ascolto se la parola ascoltata non diventa azione.
A questo proposito l’insegnamento della tradizione rabbinica coincide con quello di Gesù: «Colui la cui conoscenza supera le sue azioni si può paragonare a un albero che ha molti rami, ma poche radici: quando viene il vento, lo sradica e abbatte … Invece colui le cui azioni superano la sua conoscenza e simile a un albero che ha pochi rami, ma molte radici: potrebbero venire tutti i venti del mondo e soffiare contro di lui, ma non lo smoverebbero dal suo posto» (Pirqe Avot, III, 22). Il vero credente è colui che accoglie la Parola di Dio e si impegna a tradurla nella vita, solo così essa dispiega tutta la sua forza e «compie in noi la sua corsa» (cfr. 2Tm 4,7).
d.G.
3^ Domenica del tempo ordinario
3^ Domenica del tempo ordinario
21 gennaio 2024
Oggi è la Domenica della Parola di Dio

Non rinunciamo alla Parola di Dio! È la lettera d’amore scritta per noi da Colui che ci conosce come nessun altro: leggendola, sentiamo nuovamente la sua voce, scorgiamo il suo volto, riceviamo il suo Spirito. La Parola ci fa vicini a Dio: non teniamola lontana. Portiamola sempre con noi, in tasca, nel telefono; diamole un posto degno nelle nostre case… chiediamo al Signore la forza di spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo… Perché non leggerlo anche da soli, un piccolo passo ogni giorno? Ci farà sentire il Signore vicino e ci infonderà coraggio nel cammino della vita”. (Papa Francesco)
“Rimanete nella mia Parola”
(Gv 8,31)
Dal 18 al 25 gennaio
Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani
“Ama il Signore Dio tuo…
e ama il prossimo tuo
come te stesso”
Nella Messa delle ore 18,00 ci
uniamo a questa grande intenzione
di preghiera che da più di 110 anni
tutta la Chiesa e le altre confessioni
cristiane presentano al Signore.
* * *
Percorso di
preparazione al matrimonio
Parrocchia San Bartolomeo
giovedì sera alle ore 20,45
presso le opere parrocchiali
22 e 29 febbraio 2024
7, 14, 21 marzo 2024
Festa di
DON BOSCO
Sabato 27 ore 15,30
Giochi in Oratorio per tutti i bambini e
ragazzi dalla 1^ elementare alla 3^ media
– Merenda
– S. Messa per ragazzi e genitori
Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo
Dal 15 settembre 2006 è presente a Porto Viro una piccola comunità di suore appartenenti alla congregazione denominata ANCELLE PARROCCHIALI DELLO SPIRITO SANTO.
Seguendo il carisma della loro Fondatrice Madre Giuditta Martelli la loro presenza si è rivelata molto preziosa per le comunità di Donada e Contarina.
Essendo la “Parrocchia” il punto di riferimento specifico del loro carisma sono state in questi anni presenza e testimonianza di amore alla Chiesa ed hanno svolto una pastorale di “promozione umana e di evangelizzazione”.
Madre Giuditta scrive: “Il primo apostolato di un’Ancella è un volto ilare e sorridente, ma la gioia che esso esprime deve essere vera, cioè deve nascere da un cuore traboccante di gioia per la presenza dello Spirito Santo”.
Suor Consolata presente tra noi da circa 13 anni, ora ci lascia.
E’ stata chiamata a ritornare nella sua terra, in Tanzania, per una nuova fondazione.
Ci lascia il ricordo del suo volto sorridente, del suo tratto pacato e sereno, della sua laboriosità instancabile.
Grazie Suor Consolata del buon profumo di Cristo che hai sparso tra noi!
La salutiamo nelle nostre comunità domenica 28 gennaio.
Sempre domenica 28 pranziamo assieme a lei al ristorante “La Donada”.
Chi desidera partecipare al pranzo e al dono che le offriremo si rivolga in parrocchia.

Il regno di Dio è vicino
Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo. Sono le prime parole di Gesù nel vangelo di Marco. Il tempo dell’attesa è finito, è arrivato il momento decisivo: Dio inaugura il regno, si fa presente nella storia dell’uomo per liberarlo e salvarlo. Per entrare nel regno è necessario convertirsi e credere al vangelo. Convertirsi significa fare spazio a Dio, abbandonare un modo di pensare e agire non conforme alla sua parola. Credere significa accogliere e aderire alla persona e all’azione di Gesù, significa aprirsi con fiducia al suo annuncio mettendo Lui a fondamento della nostra vita. I due imperativi convertitevi e credete non indicano un atto momentaneo, transitorio, ma un comportamento costante e continuativo, significano: perseverare nella conversione e nella fede.
Questa sintesi del messaggio di Gesù è seguita dalla chiamata di Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. In questi episodi di vocazione Gesù è la figura dominante, il protagonista assoluto, il soggetto dei verbi principali: vedere, dire, chiamare. Tutto è messo in movimento dalla sua parola autorevole. Non sono i quattro che scelgono Gesù, ma è Gesù che li sceglie e li chiama. La sua chiamata è esigente, ma è anche tale da dare pienezza di senso alla loro vita.
La chiamata dei primi discepoli aiuta a comprendere cosa significa essere discepoli di Gesù. Il discepolato parte da una chiamata di Gesù – Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi (Gv 15,16) – e si realizza nel seguire Gesù, significa comunione di vita con Lui. Per sfuggire al pericolo di una fede individuale e spiritualista, la vocazione a coppie (Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni) sottolinea che la vocazione cristiana chiama a una vita comune, chiama a vivere all’interno di una comunità. Il discepolato, infine, ha come finalità la missione, il compito di annunciare il vangelo non è limitato o riservato a pochi prescelti, ma riguarda ogni battezzato.
d.G.
2^ Domenica del tempo ordinario
2^ Domenica del tempo ordinario
14 gennaio 2024

LA STRADA DA SEGUIRE
C’è un’ora bella, importante, decisiva nella nostra vita?
Giovanni e Andrea la ricordano ancora tanti anni dopo.
Da lì è cominciato tutto non solo per loro, ma anche per noi.
Si sono fidati dell’indicazione del Battista.
Abbiamo persone di cui fidarci per la strada da percorrere nella fede?
Anche il giovane Samuele ha avuto bisogno del suggerimento del suo maestro.
Noi chi ascoltiamo?
A nostra volta possiamo essere buona occasione per altre persone:
un giovane, un figlio…
Aiutiamoci a guardare e a seguire ciò che è vero.
Dovendo, in questi giorni, riordinare la nuova agenda per la celebrazione delle S.S. Messe
in suffragio dei defunti, le persone che desiderano o sono abituate a far celebrare
mensilmente la S. Messa, sono pregate di riconfermarlo quanto prima.
Percorso di
preparazione al matrimonio
Parrocchia San Bartolomeo
giovedì sera alle ore 20,45
presso le opere parrocchiali
22 e 29 febbraio 2024
7, 14, 21 marzo 2024
Dal 18 al 25 gennaio
Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani
“Ama il Signore Dio tuo…
e ama il prossimo tuo
come te stesso”
Nella Messa delle ore 18,00 ci
uniamo a questa grande intenzione
di preghiera che da più di 110 anni
tutta la Chiesa e le altre confessioni
cristiane presentano al Signore.
Dal settimanale diocesano
Nuova Scintilla
Un percorso umano e spirituale
Chiusa la mostra
“The Mystery Man”
pp. 7 e 8
– Speciale Ucraina p. 3
– CEI Insegnanti di Religione
firmata l’Intesa sul concorso p.4
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
(18 - 25 gennaio)
«Ama il Signore Dio tuo … e ama il prossimo tuo come te stesso»
I cristiani sono chiamati ad agire come Cristo, ad amare come il buon Samaritano, misericordiosi e compassionevoli verso chi è nel bisogno, a prescindere dalla sua identità religiosa, etnica o sociale. La forza che spinge a questo non deve risiedere nel fatto di condividere la medesima identità dell’altro, ma nel considerarlo “prossimo”. Questo amore, al quale Gesù ci sprona, è tuttavia messo a dura prova nel mondo di oggi, non solo nei Paesi lacerati da guerre e altri disastri sociali, ma anche in Italia, dove la continua pressione causata dall’afflusso di migranti e profughi avviene in, e aggrava, un contesto di perdurante criticità, sia economica che morale e sociale. La difficoltà ad amare il prossimo può aversi anche in campo ecumenico, quando, rispetto al confronto fiducioso, prevalgono altre preoccupazioni, come la rivalità tra le Chiese, che porta i cristiani a perdere tante opportunità per entrare in relazione tra loro. Gesù ha pregato che i suoi discepoli fossero tutti una cosa sola (cf. Gv 17,21); per questo motivo, anche quest’anno i cristiani sono concordi, con la Settimana di preghiera per l’unità, nel chiedere al Signore di venire in loro aiuto e di curare le loro ferite. Solo così essi avranno la garanzia che le vie percorse sono le vie di Dio.
Che cosa cercate?
La vocazione dei primi discepoli, secondo il vangelo di Giovanni, avviene sulle rive del Giordano. L’incontro è favorito da Giovanni che indirizza a Gesù due dei suoi seguaci proclamandone l’identità: «Ecco l’Agnello di Dio». L’iniziativa della chiamata è però di Gesù che si volta verso i due discepoli del Battista e li interpella sulla loro ricerca, invitandoli ad andare con lui, per «rimanere» con lui. Il ruolo del Battista nel vangelo di Giovanni è quello di fare da cerniera tra i due Testamenti: egli prepara la strada al Messia, lo rivela presente e conduce a lui i primi discepoli.
La domanda di Gesù: «Che cosa cercate?» spinge i due amici a esplicitare la loro intenzione. I due discepoli domandano: «Maestro, dove dimori?». Essi non chiedono a Gesù dove sia accasato, il senso della domanda è un altro: qual è la tua vita, qual è il mistero della tua persona? Gesù risponde: «Venite e vedrete». Non sappiamo che cosa Gesù disse e fece in quel pomeriggio, sappiamo solo che nacque nei due discepoli la certezza di avere trovato quello che cercavano. L’indicazione dell’ora («circa le quattro del pomeriggio») suggerisce l’importanza dell’avvenimento e il cambiamento avvenuto in loro. La loro ricerca poteva dirsi conclusa.
Andrea, dopo questo incontro, trova il fratello Simone e con entusiasmo gli annuncia: «Abbiamo trovato il Messia!». È l’inizio di una catena che non terminerà più. Chi ha conosciuto Gesù diventa uno che a sua volta invita anche gli altri all’incontro con lui, perché questa gioiosa esperienza non può tenerla solo per sé, così di generazione in generazione fino a oggi. Gesù fissa lo sguardo su Simone e, dandogli un nome nuovo (Cefa = Pietro), gli rivela anche la sua missione: guidare la chiesa di Dio.
All’incontro con il Signore si può essere indirizzati dalla parola o dall’esempio di qualche testimone, ma viene poi il momento di compiere una scelta personale. Il discepolato consiste nel «rimanere» con il Maestro e farsi guidare da lui dovunque voglia condurci.
d.G.
Epifania del Signore
Epifania del Signore
6 gennaio 2024

EPIFANIA PER IL MONDO
Con l’Epifania, la stella del Natale apre la strada al mondo. Gesù è venuto per tutti e si propone come salvatore di tutti, particolarmente dei bambini, inizio della vita del mondo.
Consideriamo il nostro cuore, la nostra attesa di vita e di felicità: chi vi corrisponde?
Consideriamo il bisogno del mondo, di pace, giustizia, fraternità, riconciliazione e perdono, accoglienza e misericordia: chi vi corrisponde?
Gesù è venuto, è tra noi. Andiamo verso di Lui portandogli tutto il bisogno del cuore e tutto il dramma del mondo: preghiera che domanda, carità che condivide.
BATTESIMO: UNA VITA NUOVA
Nel battesimo al fiume Giordano, Gesù apre un varco di vita nuova per tutti gli uomini. Agnello di Dio che prende su di sé i peccati del mondo; Figlio di Dio proclamato davanti a tutti; pieno di Spirito Santo per essere il Salvatore di tutti. E’ questa sua nuova presenza nel mondo che agisce nel nostro Battesimo. Gesù ci raggiunge al livello della nostra condizione di peccatori per donarci la sua vita di Figlio, per vivere come figli di Dio e fratelli e sorelle. Il Battesimo è all’origine di una nuova personalità umana e di un nuovo mondo.
Dovendo, in questi giorni, riordinare la nuova agenda per la celebrazione delle S.S. Messe in suffragio dei defunti, le persone che desiderano o sono abituate a far celebrare mensilmente la S. Messa, sono pregate di riconfermarlo quanto prima.
Ringraziamento
Ringraziamo tutte le persone che, in questo periodo, hanno collaborano, in diversi modi, per far fronte alle necessità della nostra Chiesa. Dalle buste natalizie (34) abbiamo raccolto 615,00 euro.
Una famiglia, attraverso bonifico bancario, ha donato 1.500 euro.
SABATO 6 GENNAIO
EPIFANIA DEL SIGNORE
S.S. Messe
San Bartolomeo ore: 8,30; 10,30; 18.00
Mea ore 9.00 – Ca’ Cappellino ore 11.00
Domenica 7 gennaio
nel pomeriggio, nella Chiesa di Scalon,
premiazione dei presepi
costruiti dai ragazzi.
Lutto
Partecipiamo cordialmente al
lutto che mercoledì 3 gennaio
ha colpito la famiglia di don
Gastone con la morte
del fratello Gianfranco.
Il funerale si terra lunedì 8
gennaio alle ore 11 nella
Chiesa della Navicella a Sottomarina
EPIFANIA 2024
ANNUNCIO DELLA PASQUA
Fratelli e sorelle, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno. Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza. Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua, il 31 marzo.
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la Santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi: le Ceneri, inizio della Quaresima, il 14 febbraio; l’Ascensione del Signore, il 12 maggio; la Pentecoste, il 19 maggio; la prima domenica di Avvento, il 1 dicembre. Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella Commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore. A Cristo, che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. Amen.
Tu sei mio Figlio
Al termine del ciclo natalizio la festa del battesimo di Gesù costituisce un’ulteriore contemplazione del mistero dell’incarnazione e, nello stesso tempo, un’anticipazione del suo compimento nella Pasqua di morte e risurrezione. «Se tu squarciarsi i cieli e scendessi» (Is 63,19) avevano implorato i profeti dell’Antico Testamento. Ora Gesù, dopo avere consumato lunghi anni nell’oscurità e nell’anonimato, si presenta tra la folla di quanti accorrono all’appello dell’ultimo grande testimone dell’antico patto: Giovanni Battista. Sulle rive del Giordano – un fiume carico di memoria per la storia d’Israele – Dio riapre i cieli. Riprende nuovamente la comunicazione tra Dio e gli uomini. Dio non si è stancato dei continui rifiuti delle sue ingrate creature, ma viene a cercarle perché divengano portatrici di grazia e vita nuova. Lo Spirito infatti aleggia come colomba su questa nuova creazione e l’umanità può ricominciare la sua storia di salvezza attorno al grande testimone dell’amore del Padre: Gesù, venuto per mostrarci il volto del Dio «amore».
Il grande fascino di questa pagina evangelica è che Gesù non si pone al di fuori della storia del suo popolo, ma si inserisce in essa, solidale con il momento di conversione che il popolo sta vivendo. Questa solidarietà costituisce la novità del messianismo di Gesù, che non si sottopone al battesimo per i propri peccati ma per i peccati del suo popolo. Gesù non prende le distanze dagli uomini peccatori ma prende sulle sue spalle i loro peccati. Questa logica di solidarietà guiderà tutta la vita di Gesù e raggerà il suo culmine sulla croce.
Il battesimo di Gesù è un invito a riscoprire il nostro battesimo, un invito a scegliere ancora una volta, e con maggior consapevolezza, di vivere da veri discepoli di Gesù. Nel battesimo anche a noi Dio dice: «Tu sei mio figlio». Dio, nella sua bontà, ci sceglie per essere suoi figli. Questa scelta di Dio è un grande atto di fiducia nei nostri confronti e una grande responsabilità. Non deludiamo le sue attese!
d.G.